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 2016  settembre 29 Giovedì calendario

«I POLITICI SONO PETI E I BUROCRATI PIAGHE» LA FINE DELL’EUROPA SECONDO EZRA POUND


Un poeta in piedi fra le rovine, capace di prendersi in mano il cuore e di scrutare nell’abisso che sta inghiottendo la civiltà occidentale. Ezra Pound, scrive il filosofo Giorgio Agamben, è l’intellettuale «che si è posto con più rigore e quasi con “assoluta sfacciataggine” di fronte alla catastrofe della cultura occidentale». Questo è la raccolta di scritti poundiani intitolata Dal naufragio di Europa (oggi in libreria per Neri Pozza, pp. 656, euro 289): non solo una collezione di riflessioni politiche, economiche e culturali. Quanto piuttosto un viaggio nella Terra desolata che ha nome Europa. «Un inferno», scrive ancora Agamben, «che non si può credere di attraversare in fretta». In questa traversata degli inferi, come ovvio, l’economia è dominante. Poiché Pound individua i nostri cancri nella «denarolatria», nell’«avarizia», nell’«usura». Riassumere l’intero contenuto del corposo volume – basato sull’edizione di William Cookson delle Selected prose 1909-1965 – sarebbe impossibile. Allo stesso modo, sarebbe riduttivo concentrarsi su un solo aspetto, perché negli scritti Pound letteratura, filosofia, economia, religione si fondono e si completano a vicenda, trasformandosi in vita. Ci sono, in questo libro, pagine meravigliose sull’America (di cui il poeta auspica un Rinascimento) e sull’Italia; sul capitalismo e su Lenin («dato il contesto, Lenin era una persona molto moderata... circondata da persone fanatiche ed emotivamente instabili»); sulle banche (leggersi il passaggio sul Monte dei Paschi) e sull’arte di Eliot. Quel che possiamo fare è avventurarci qua e là fra le pagine, pescando alcuni passaggi di perforante attualità. Lasciamo la parola a Ezra.
STATO
«1. Uno stato buono è quello che meno lede le periferie dei suoi cittadini. 2. La funzione dello Stato è di facilitare il traffico, ovvero la circolazione dei beni, aria, acqua, calore, carbone (nero o bianco), energia e anche pensiero; e di impedire che i cittadini si ledano l’un l’altro».
POLITICI
«Politici: peti della moltitudine».
ISTRUZIONE
«Lo scopo dell’istruzione statale è stato (storicamente) di impedire alle persone di scoprire che vale la pena leggere i classici. In questa impresa ha avuto un successo quasi totale».
GUERRA E RIVOLUZIONE
«La natura della guerra dipende esclusivamente dal grado di civiltà delle parti in causa. La natura della rivoluzione sociale dipende esclusivamente dal grado di ignoranza e barbarie degli elementi che sono arrivati al vertice».
ARISTOCRAZIA
«L’unico modo in cui una nazione può rendersi sicura è civilizzando i suoi vicini. Il compito di una aristocrazia è di educare la sua plebe; fallire in questa semplice precauzione comporta la sua cruenta distruzione. Niente nella storia offre una serie di spettacoli più stupidi del comportamento delle aristocrazie. Senza le quali la civiltà è impossibile. E quando un solo gruppo di questi lepidotteri viene distrutto, l’intera umanità beota deve concentrare i suoi sforzi nella produzione di un nuovo gruppo, altrettanto insignificante e frivolo».
VITA AMERICANA
«Il deprimente orrore della vita americana può essere condotto a due maledette radici, o forse a un’unica radice: 1. La perdita di ogni distinzione fra affari pubblici e privati. 2. La tendenza a immischiarsi negli affari altrui prima di fare ordine negli affari propri e nel proprio pensiero. A cui si potrebbe forse aggiungere la mancanza in America dell’abitudine a collegare o correlare qualunque azione o pensiero a un qualunque principio fondamentale; l’ineffabile disorientamento di quel popolo».
BUROCRAZIA
«I burocrati sono una piaga. Pare siano necessari. Pare che nel corpo siano necessarie alla vita alcune sostanze chimiche, ma quando superano un limite adeguato provocano la morte. [...] Non appena un gruppo di persone istituisce un governo o un ordine, i burocrati iniziano a distruggerlo».
ARTE E LETTERE
«Gli effetti del capitalismo sull’arte e sulle lettere, a parte tutte le questioni della relazione di capitalismo, arte e lettere con il pubblico o la massa, sono stati: 1) la non occupazione degli artisti e scrittori migliori; 2) l’erezione di un’enorme e orribile burocrazia delle lettere, teoricamente perché agisse in quanto curatrice ecc., la quale burocrazia ha quasi ininterrottamente sabotato la vita intellettuale, oscurando il ricordo delle opere migliori del passato e facendo tutto lo scellerato possibile per impedire il lavoro dei creatori contemporanei».
MONTE DEI PASCHI
«Due sono i tipi di banche esistiti: il Monte dei paschi e i demòni. Le banche fondate per beneficenza, per ricostruzione; e banche create per depredare la gente. Tre secoli di saggezza medicea finirono nel Monte dei Paschi, l’unica banca che abbia resistito dal 1600 ai giorni nostri. Siena era a terra, senza denaro dopo la conquista da parte di Firenze. Cosimo, primo duca di Toscana, aveva alle spalle tutta l’esperienza bancaria dei Medici. Garantì il capitale del Monte, prendendo come cauzione il solo demanio abitato di Siena e una certa quantità di scomodo pegno. [...] Partendo da questi come garanzia principale, Cosimo sottoscrisse un capitale di 200.000 ducati, da pagare al 5% agli azionisti e da prestare al 5,5%; spese generali tenute al minimo; salari al minimo e tutto il profitto in eccesso agli ospedali e in opere a beneficio dei senesi. [...]. E la lezione è proprio la base per una solida attività bancaria. Il credito si fonda al massimo grado sull’abbondanza di natura, sull’erba che crescendo può nutrire le pecore vive. E la morale sta nell’intenzione. Non fu per il miope tornaconto immediato dei conquistatori, ma per riavviare la vita e produttività di Siena che questa banca fu inventata. Le infernali banche, fin dove ci portano le testimonianze, cominciarono come bande di creditori, associatisi per cavare fino all’ultima goccia di profitto dai loro debitori. Questo l’hanno fatto con magnificenza, vanterie e ostentazione. Hanno sostenuto l’esattezza nella contabilità.
Una volta che sono stati truccati i dadi, hanno conteggiato ogni virgola, ogni decimale. [...] Questo dimostra cosa sono placidamente in grado di fare i banchieri se li si lascia fare».
VALORI
«Vorrei appendere una dozzina di targhe d’ottone a una frase di Constantin Brancusi: uno di quei giorni in cui non avrei ceduto quindici minuti del mio tempo per nulla al mondo. Qui parla il supremo senso dei valori umani. Qui parla l’opera non barattabile. Questa è la voce dell’umanità nella sua più alta manifestazione possibile».
DENARO
«Bisogna che sappiate a cosa serve il denaro. Se pensate che sia un tranello o un modo per salassare il pubblico ammirerete il sistema bancario così com’è gestito dai Rothschild e i banchieri internazionali. Se pensate che sia un modo per strappare i profitti al popolo, ammirerete la borsa valori. Perciò in definitiva onde tenere in ordine le idee avrete bisogno di alcuni princìpi.
Lo scopo di un sistema economico sensato e rispettabile è di sistemare le cose in modo che le persone rispettabili possano mangiare, avere vestiti e una casa entro il limite di beni disponibili».
FASCIO
«Mille candele insieme fanno splendore. La luce di nessuna candela danneggia la luce di un’altra. Così la libertà nello Stato ideale e fascista».
BORGHESE
«Borghese. Ciò che il lavoratore diventa quando ne ha la minima occasione».
SCHIAVITÙ
«Uno schiavo è uno che aspetta che qualcun altro lo liberi».
SOVRANITÀ
«La sovranità consiste nel potere di emettere moneta o di distribuire il potere di comprare (credito o denaro) che ne abbiate il diritto oppure no».
OCCIDENTE
«Oggi tutto l’Occidente è quotidianamente immerso in liquami mentali, ovvero, a risvegliare quotidianamente il cervello occidentale è il “giornale del mattino” stampato in decine di milioni di copie. Bunkus viene considerato un filosofo, Puley un economista, e un centinaio di parassiti minori sciamano tutti i giorni su ettari di carta stampata».
TIRANNIA
«Molto probabilmente è vero che non fuggiamo dalla tirannia, ma solo da una tirannia più esplicita verso una forma più infida. Ci sono, non di meno, diversi disagi della vita medievale che sono ben contento di risparmiarmi».