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 2016  settembre 27 Martedì calendario

“QUESTA RIFORMA VA CONTRO I PRINCIPI DELLA RESISTENZA” [Alba Parietti] – Visto che ho sentito esponenti della maggioranza dire che alcuni grandi personaggi della storia – che oggi non ci sono più, e dunque non possono smentire – voterebbero Sì alla riforma costituzionale, allora lo faccio anch’io: mio padre, che era un partigiano, e don Andrea Gallo, che è stato un mio grande amico, direbbero No a questa riforma”

“QUESTA RIFORMA VA CONTRO I PRINCIPI DELLA RESISTENZA” [Alba Parietti] – Visto che ho sentito esponenti della maggioranza dire che alcuni grandi personaggi della storia – che oggi non ci sono più, e dunque non possono smentire – voterebbero Sì alla riforma costituzionale, allora lo faccio anch’io: mio padre, che era un partigiano, e don Andrea Gallo, che è stato un mio grande amico, direbbero No a questa riforma”. Alba Parietti quando parla di politica ribadisce sempre, in modo quasi ossessivo, di essere figlia di un partigiano. Dice che la sua cultura politica si fonda proprio sui valori della Resistenza. Non ha pregiudizi contro Renzi, però non ama le sue riforme. La cosa che le piace meno della riforma costituzionale? Primo: una riforma costituzionale di un Paese democratico non la fanno in pochi, ma deve essere una cosa condivisa. Secondo: si dice che finisce il bicameralismo. Però mi risulta che in alcuni casi il Senato voterà ancora. E allora? Il bicameralismo è finito o no? Mi sembra che sia tutto confuso. Io non sono contraria a riformare la Costituzione, sono contraria a questa riforma, che a mio modo di vedere è fatta male. Il ministro Boschi ha detto che i veri partigiani voteranno Sì. Non mi risulta che suo padre sia stato partigiano, il mio sì. Non voglio parlare a nome dei partigiani, però gli uomini che hanno dato la vita per questa Costituzione temo si rivolterebbero nella tomba nel vedere la cosiddetta sinistra fare la riforma con Denis Verdini. E la posizione dell’Anpi sembra darmi ragione. Che idea si è fatta della Boschi? È la mano armata di Renzi, la spalla del primo ministro in versione femminile. Diciamo che ha un gran coraggio, però in lei non vedo gli ideali di sinistra, quelli che hanno fatto grande l’Assemblea costituente. In quello spirito c’era la voglia di fare una Carta condivisa tra tutte le forze politiche, non a colpi di maggioranza come stanno facendo. Il difetto maggiore di questo Pd? Il Partito democratico continua a perdere nelle periferie e vince ai Parioli, cioè nei quartieri altolocati: la sinistra dovrebbe pensare ai problemi degli ultimi, invece i risultati elettorali sembrano dire il contrario. Quindi questo è un Pd che perde credibilità tra la sua gente. Se poi uno dei primi provvedimenti che fai quando vai al governo è abolire l’articolo 18 non servono altre parole. Renzi sta con i poteri forti? Diciamo che non ho visto nulla che mi dimostri il contrario. Certo non mi sembra che stia facendo cose per i più deboli. Cosa pensa degli intellettuali di sinistra che scendevano in piazza contro le riforma di Berlusconi e oggi tacciono? Renzi ha una grande forza persuasiva, più di quella di Berlusconi. Se a questa aggiungiamo che, come si dice in giro, è uno che “non fa prigionieri”, ossia che è molto vendicativo, capisco quelli che hanno paura a reagire. Anche io ho un po’ paura a rilasciare questa intervista, però non voglio credere che Renzi sia così. Confido che sia un vero democratico. Lei disse no a un contratto miliardario che le offrì Berlusconi. Perché? Mi offrì un contratto di tre anni da 9 miliardi, però voleva l’esclusiva. Stava fondando Forza Italia, io ero comunista: dissi di no. Se Renzi perde il referendum deve lasciare la politica? Non lo dico io, lo ha detto lui. E questa è la sua parola.