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 2016  agosto 24 Mercoledì calendario

IL PETROLIO È AFFETTO DA SCHIZOFRENIA

È forse arrivato il momeno di diagnosticare al mercato del petrolio un focolaio di schizofrenia. Prendiamo il Wti. L’indice è rimbalzato da una tendenza rialzista (in gergo Toro) a una ribassista (Orso) e viceversa cinque volte da inizio anno, segnando un vero e proprio record dal 1998. La pallina di un flipper non sarebbe in grado di fare altrettanto. Un guadagno o una perdita del 20% segnano l’inizio rispettivamente di una fase rialzista o ribassista del mercato. E, per capire se il Toro si sta tramutando in Orso o viceversa, deve esserci uno slittamento (in termini valoriali) del 20% nella direzione opposta rispetto a quella precedentemente imboccata. Per dare una misura di quanto sia schizofrenico il mercato del petrolio, basti pensare che tra ottobre 2015 e il 20 gennaio di quest’anno il prezzo del barile è crollato del 47%, per poi impennarsi del 27% nei sette giorni successivi di trading e capitombolare di nuovo del 22% nei nove giorni a seguire. Dall’11 febbraio all’8 giugno il barile si è lanciato in un rally del 95% per poi ingranare di nuovo la retromarcia, affondando del 23% fino all’8 agosto. Ma da quella data fino a pochi giorni fa è risalito della stessa percentuale fino alla soglia dei 50 dollari. E ora si assiste a una nuova inversione di rotta, visto che l’intenzione dei produttori mondiali di petrolio di non mettersi d’accordo sulle quote di produzione appare sempre più chiara. L’Iraq ha infatti annunciato di aver rialzato la produzione del 5%, mentre è attesa una ripresa produttiva in Nigeria e le trivellazioni statunitensi sono in crescita. E Arabia Saudita, Iran e Russia non sembrano propensi a tirare i remi in barca. Anche se, secondo Olivier Jakob di Petromatrix, qualora i prezzi dell’oro nero dovessero tornare al di sotto dei 40 dollari il dibattito sul congelamento dei livelli di produzione all’interno dell’Opec verrebbe riaperto. Ma questo servirebbe a ben poco, perché lascerebbe comunque sul mercato un eccesso della materia prima. E Goldman prevede che i prezzi resteranno compresi tra 45 e 50 dollari al barile fino alla prossima estate. Ieri intanto il Brent ha toccato il minimo intraday a 48,51 dollari al barile per poi tornare in serata a 49,98 dollari (+1,67%). Il Wti ha segnato un minimo di giornata a 46,62 dollari, tornado poi a scambiare a 48,06 dollari (+1,32%).