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 2016  luglio 23 Sabato calendario

BRUTTI, SPORCHI E INCOMPIUTI

Rio dei 451 anni di esistenza. Rio dei due Mondiali di calcio. Rio della prima Olimpiade in Sudamerica. Rio antica e Rio moderna, (anche) grazie ai grandi avvenimenti. Tra promesse mantenute, incompiute e rinviate. Ci sono ancora cantieri in tanti angoli della città, appesantiti da scioperi e pagamenti in ritardo. E i poliziotti che protestano. In- somma, se va bene, si parla di lavori che saranno ultimati agli sgoccioli.
Ma è andato tutto male? Mica tanto. Un esempio, in pieno centro città, è la nuova zona del porto, area cupa fino a poco tempo fa e oggi diventata uno dei motivi d’orgoglio della metropoli. Il progetto ha rivitalizzato un’area di 5 milioni di metri quadri: sono stati realizzati 70 chilometri di strade e quattro tunnel. La ristrutturazione ha restituito tesori archeologici come il Molo dell’Imperatrice e il Giardino Sospeso del Valongo, oltre alla nuova Piazza Mauà. Ma ci sono anche il Museo d’Arte di Rio e quello del Domani.
Ecco come lo sport sta “trascinando" la cultura.
In cima alla lista dei problemi di Rio, invece, ci sono gli spostamenti verso il cuore dei Giochi: Barra da Tijuca. Perché il quartiere è sì servito da più di un’autostrada e, se tutto va bene, l’I agosto (solo quattro giorni prima della Cerimonia d’apertura...) dovrebbe essere aperta al pubblico la linea 4 della metropolita, ma questa inaugurazione servirà a diminuire, non a cancellare, i disagi. I treni non porteranno direttamente al Parco Olimpico (una delle stazioni nel quartiere Gàvea, per capire, inizierà ad operare solo nel 2018...): per raggiungerlo ci vorranno ancora 14 chilometri in autobus. Ovvero, se il traffico non sarà caotico, serviranno almeno 50 minuti di mezzi. Un consiglio ai turisti olimpici, dunque; muovetevi sempre con il dovuto anticipo. Nel periodo dei Giochi, tra l’altro, la linea 4 potrà essere utilizzata esclusivamente da chi dovrà assistere alle gare. A tentare di rendere più agevole la situazione del traffico ci saranno poi la metropolitana leggera di superficie (Vlt) e la TransOlimpica, autostrada che collega la Barra a Deodoro, altra zona clou di Rio 2016.
Non si può però dimenticare la Baia di Guanabara, teatro delle gare di vela e di... molte proteste per la qualità delle acque. Le stesse autorità dello Stato di Rio, responsabili dell’area che va oltre i confini della città omonima, hanno d’altronde ammesso che non sarà possibile raggiungere l’obiettivo iniziale di riduzione dell’80% dell’inquinamento. Anche per questo gli Usa, ma non solo loro, avrebbero voluto spostare le gare a Buzios, altra città del litorale dove, oltre al minor inquinamento, ci sarebbero state - a detta loro - condizioni medie di vento e di mare più favorevoli. Richiesta andata a vuoto.
Nei giorni delle regate, però, un team di tecnici guiderà una flotta di dieci ecobarche – monitorate via satellite – incaricate di raccogliere rifiuti galleggianti. È stato stimato che l’intera flotta sia in grado di rimuovere una media di 40 tonnellate di spazzatura al mese. Quanto ai campi di gara, sono stati scelti dove si riscontra il maggior rinnovamento delle acque tra oceano e baia. In più, nel corso dell’Olimpiade, salirà da 5 a 17 il numero delle cosiddette ecobarriere, destinate a bloccare i residui alla foce di fiumi e canali e prima che questi arrivino alla baia. In generale, ma questa è una sfida che andrà temporalmente molto al di là del periodo dei Giochi, l’arrivo dell’Olimpiade ha – perora – attivato un’opera di risanamento e la presentazione di progetti ad hoc affinché la Baia di Guanabara diventi finalmente un luogo migliore. E più salubre.
Sempre guardando al dopo-Giochi, più di un impianto a cinque cerchi verrà riconvertito. Le strutture dell’Arena del Futuro (teatro ad agosto del torneo di pallamano) verranno per esempio smontate e trasformate in quattro scuole comunali.