Franco Venturini, IoDonna 23/7/2016, 23 luglio 2016
LE BRUTTE NOTTI DELL’ONOREVOLE IRINA
Povera Irina, quante notti insonni deve aver passato. Irina Yarovaja a dire la verità povera non è di sicuro, perché è deputata nella Duma di Mosca. Ma il guaio che le è capitato la segnala con forza al nostro compatimento. Proprio lei ha proposto e firmato una legge per portare a dieci anni la validità del porto d’armi in Russia. La Duma approva, manca soltanto la firma del presidente Vladimir Putin. Firma che giunge a stretto giro di posta, ma Irina si sente svenire quando rilegge il testo firmato: per un errore di copiatura il termine risulta di cinque e non di dieci anni. Qui arrivano le notti insonni. Come si fa a contraddire un documento firmato dal Capo? Putin non è Stalin, ma a Mosca tutti sanno che negli anni Trenta, quando gli architetti sottoposero al Capo di allora due progetti di facciata dell’Hotel Moskva e lui per errore li firmò entrambi, pur di non chiedergli chiarimenti si decise di fare mezza facciata in un modo e mezza nell’altro. Irina doveva invece osare? Dopo molti tormenti l’onorevole Yarovaja ha deciso che il rischio non valeva la candela. Ed ecco allora che per un misterioso guasto i computer che contengono l’archivio dell’attività legislativa della Duma vanno in tilt per una intera notte, e che al mattino successivo un blogger assai curioso può constatare che nel provvedimento in questione il termine di durata per il porto d’armi è saggiamente diventato di cinque anni adeguandosi al testo sbagliato firmato da Putin. Irina è salva, e Stalin ha vinto di nuovo. Ma almeno, questa volta, non ci sarà un albergo con una facciata demenziale.