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 2016  luglio 24 Domenica calendario

LE IDEE PRECARIE DEL CONFORMISTA 2.0

Uno spettro si aggira per l’Europa. È quello del conformista. Un nuovo tipo di conformista. Il conformista 2.0. Come upgrade di quello tradizionale è facilmente riconoscibile da una serie di caratteristiche che ruotano tutte attorno a un punto fermo, che è l’assenza totale di riferimenti. Il conformista 2.0 si conforma cioè a un modello che non c’è. Cerca di assomigliare a qualcosa che gli sfugge. Per questo tende al grigio, a una mediocrità quasi mimetica, che ne confonde ogni pericoloso indizio rivelatore di personalità. La personalità è già nel conformista vecchio stampo il nemico da combattere. Avere opinioni personali è sempre stato profondamente irritante per il conformista di ogni epoca e luogo, perché implica responsabilità.
Responsabilità etiche e sociali, cosa che il conformista rifiuta. Così, in Italia, durante il fascismo il conformista era ovviamente fascista. Quando dopo il fascismo presero piede le due, sempre più evidentemente simili, ideologie di stampo socialista e comunista l’una, democristiana l’altra, il conformista si muoveva identificandosi in uno dei due gruppi ma non troppo, oppure (gli opposti si incontrano) in modo netto e radicale, fino alla parodia. L’Italia di Don Camillo e Peppone è lontana.
Il conformista 2.0 è completamente allo sbaraglio. Finito il gioco del conformismo pro e contro Berlusconi (troppo spesso “divertito” e ridotto all’aneddotica), che si è divorato più di vent’anni di storia italiana, di fronte al caos di una finanza impazzita e minacciosamente soverchiante, ma soprattutto alla luce (al buio) di un’Idea di Europa in cui nessuno sa come conformarsi, il nuovo conformista deve adattarsi alla vita campando di espedienti di giornata, assumendo personalità neutre e mutanti, oppure schierandosi in modo netto in campi confusamente opposti, a seconda delle occasioni. Il conformista 2.0 è quindi profondamente insoddisfatto e arrabbiato. È infelice e deluso. Non sa a cosa, a chi assomigliare. Restano la rabbia e l’incattivimento.
Spesso il nemico comune, ridotto ai minimi termini, è l’Altro di turno. Ossia chi, in assenza di conformità, a questa non si plasma, continuando dunque a essere qualcosa al posto di un furioso punto di domanda vivente. Il conformista 2.0 se la prende quindi con i Rom, con i musulmani. Con quelli “strani”. Con i “diversi”. Diversi da cosa non si sa, e questo è il dramma profondo del conformista 2.0, che sa perdere facilmente le staffe e attaccare a caso, per sentito dire, per aggregazioni simultanee di indignazioni velocissime, eco di un consumismo che, finiti i soldi, ha spostato il proprio campo d’azione da quello merceologico a quello esistenziale tout cuor.
L’hashtag ne è il simbolo aggregatore. Sciami d’opinioni, di ideologie, di prese di posizioni che si creano e smontano nell’arco di un quarto d’ora. Il conformista 2.0 è rabberciato. Tira a campare. È pur esso un conformismo precario. A parte il disagio, l’insofferenza crescente. A cui bene o male, appunto, i più si conformano a braccio, sul terreno sdrucciolo di un quotidiano che si fa sempre più simultaneamente assoluto e vacuo.
ALDO NOVE, il Fatto Quotidiano 24/7/2016