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 2016  luglio 24 Domenica calendario

WOODY, SOON-YI (E MIA): QUELL’INCESTO A MANHATTAN

Manhattan, primi di settembre del 1996. Camminavo con mio figlio Stefano sul marciapiede ovest di Madison avenue quando all’incrocio con la 57esima andai a sbattere contro una persona che arrivava da sinistra. Era Woody Allen. Gli stava al fianco una ragazza asiatica. Lui si scusò, disse che aveva fretta, sistemò gli occhiali sul naso, prese la mano della ragazza, bofonchiò in italiano: “Ciao!” e riprese a camminare veloce. La ragazza era Soon-Yi, figlia adottiva di Mia Farrow, l’ex compagna di Woody Allen. Protagonista di uno scandalo che arroventò i gossip di mezzo mondo. E che nel 1992 divise l’opinione pubblica: era o no un incesto? Non è vergognoso che un uomo di 57 anni si fosse messo con una ragazza di 22? O 21. O 20, persino 19: Soon-Yi era nata in Corea, ma la data di nascita fluttuava come la lira e la sterlina investite da uno tsunami monetario. L’età della rivale figliastra dipendeva dagli umori rabbiosi della tradita Mia, che l’aveva adottata insieme all’ex marito André Previn nel 1978, un anno prima che si lasciassero. Fu il 13 gennaio 1992 che Mia, sospettosa, frugando nei cassetti di Allen scovò alcune Polaroid che ritraevano nuda la figliastra.
“Perse la testa”, raccontò Woody un anno dopo davanti al giudice Elliot Wilk della Corte suprema di Manhattan a cui chiedeva il diritto di rivedere la figlia Dylan dopo sette mesi di lontananza. Quella figlia che con la madre l’aveva accusato di molestie. Mia, infuriata, urlò: “Hai stuprato la mia piccola bambina”. Poi scoppiò a piangere. Allen proseguì: “Mia era rabbiosa. Non pareva più se stessa. Allora le dissi: voglio sposare Soon-Yi. Cercai di farla ragionare. Inutile. Nei giorni successivi, ne combinò di tutti i colori”. Confessa Woody: “Non abbiamo avuto rapporti sessuali negli ultimi cinque anni. E prima, a parte il sesso, non avevamo nulla in comune se non i figli”.
Ogni settimana i rotocalchi ci deliziavano coi dettagli di questa feroce e imbarazzante contesa. Purtroppo erano i giorni tremendi degli attentati a Giovanni Falcone, il 23 maggio, e a Paolo Borsellino 57 giorni dopo. Erano i mesi di Tangentopoli. Dell’assedio a Sarajevo, cominciato il 6 aprile. Di un’Italietta che traballava sotto la spinta di Mani Pulite. Nei cinema era uscito l’ultimo film di Allen, Mariti e mogli, con Mia che interpretava la parte della moglie, e Woody che interpreta un professore universitario invaghito di una studentessa assai brillante, e molto carina, autrice di un saggio scolastico intitolato “Il sesso orale e l’era della decostruzione”. Andammo a vederlo con lo spirito dei pettegoli, per cercare di capire le allusioni alla crisi tra i due, e il film era una miniera di battute rivelatrici. Tutto ruota attorno a due coppie di maturi coniugi (una è quella tra Mia e Woody). Una delle due coppie (Sydney Pollack e Judy Davis) si separa. Ma alla fine si riconcilia, mentre l’altra si separa. La rottura degli amici suscita l’apprensione di Allen: “Rompere è pazzesco… avete anche i bambini”. Già, i bambini. Mia ne adotta a gogò, come la coreana.
La storia tra Allen e Soon comincia a Natale del 1991, lei era a casa dal college per le vacanze: “Lei voleva fare la modella, mi chiese di scattare alcune foto senza vestiti con una Polaroid”. Il sedere al vento di Soon fece imbufalire Mia. Lui non considerava quel rapporto una cosa troppo seria: “Ero convinto che rimanesse una cosa segreta tra me e lei. In lei non vedevo la sorella dei miei figli. No, ci vedevo una donna capace di intendere e volere”. In Mariti e mogli Mia chiede ad Allen: “Provi attrazione per me? Sei mai stato attratto da altre donne? Anche da tutte le ragazze che hai ai tuoi corsi, che sono così creative e penetranti, io sono sicura che ti adorano senza condizione…”. Lui replica: “Posso dirti che loro non vogliono un vecchio…”. E lei di nuovo: “Io credo che un vecchio abbia molte più probabilità di una vecchia”. La conversazione si conclude con Allen che dice “Allora siamo inchiodati l’uno all’altra”.
Balle. Sta in questo dialogo la traccia dell’odio tra i due. Woody ha paura dell’anagrafe. Come tutti, soprattutto i maschi. Mia non sopporta d’essere soppiantata per una più giovane che considera instabile, non molto intelligente, “afflitta da disordine di apprendimento” e molto diffidente. Tra Soon e il regista c’erano almeno 35 anni di differenza. Qualcuno tirò fuori la Bibbia, citando i vecchioni e Susanna al bagno. Quasi tutte le donne, invece, solidarizzavano con Mia, che divenne una erinni incontenibile e vendicativa: ogni volta aumentava il calibro del colpo che sparava addosso all’ex compagno di vita e di lavoro (insieme girarono dieci film in dodici anni) sino ad accusarlo pubblicamente di turpitudini sulla figlia adottiva Dylan, lo trascinò in tribunale, lo sputtanò in un’autobiografia.
I panni sporchi della coppia divennero materia di inchieste giornalistiche, di dibattiti in tv, di interviste clamorose, di falsi scoop, di accesi confronti tra paladini della morale e difensori della libertà. Non mancarono le rivalse nei confronti dell’attore impegnato, vincitore di quattro Oscar, dell’intellettuale dotato di un grosso quoziente d’intelligenza e di un altrettanto raffinato humour che resterà nella storia del cinema. Con un’unica, grandiosa debolezza: le donne. Woody sposò Soon a Venezia, il 23 dicembre del 1997. Con lei ha adottato due bimbi di origine coreana. Li ha chiamati coi nomi di due grandi jazzisti, Bechet (Sydney) e Manzie (Johnson). Soon si è laureata e fa la mamma in un appartamento del West Side Manhattan. Le accuse di molestie sessuali sono cadute, ma il giudice non ha dato il permesso di rivedere il figlio biologico Satchel, e i due figli adottivi Dylan e Moses. Un disastro. Talvolta la vita non imita l’arte, ma la cattiva televisione. Ipse dixit.
LEONARDO COEN, il Fatto Quotidiano 24/7/2016