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 2016  luglio 24 Domenica calendario

RENZY DICK

In questi giorni di tregenda, non bastando le stragi dei jihadisti veri, di quelli presunti (tipo il franco-tunisino di Nizza, sfuggito alla temibile polizia francese perché “radicalizzato velocemente”, cioè messo in lavatrice, centrifugato per due ore senza appretto e uscito già in uniforme dell’Isis) o di quelli inventati last minute (tipo il matto di Monaco), un interrogativo inquieta e rende insonne il popolo dei vacanzieri: dove sarà Renzi? Dalle spiagge dell’Adriatico alle vette dolomitiche, è tutto un domandarsi: “Ragioniere, ma Renzi?”. “Non mi dica, commendatore, son due giorni che fa mancare sue notizie”. “Eh, signora mia, io non ci dormo la notte: quel Matteo pareva un ragazzone così in salute, invece mi sa che sta poco bene. Che il Signore ce lo conservi”. Per fortuna ieri, in esclusiva per il Corriere della Sera, è giunto alla Nazione un suo messaggio rassicurante tramite Maria Teresa Meli, che ne è un po’ la badante e l’infermiera tuttofare: Renzi sta bene, ma per “difendere la riforma” ha scelto “la strategia del sommergibile”. In un summit top secret al ministero della Marina, la Volpe di Rignano ha vagliato con gli ammiragli e gli strateghi le varie ipotesi sul tappeto – cacciatorpediniere? motosilurante? portaerei? gommone? pedalò? – poi ha optato per il più efficace sommergibile.
Il varo si è svolto in gran segreto al molo di Ostia, con la madrina Maria Elena Boschi nei panni della contessa Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare, che l’ha colpito in fronte con la tradizionale boccia di champagne. “Capo-varo, vado?”, “Vadi ministressa!”. A quel punto il premier col bernoccolo si è inabissato sul fondale, dov’è intenzionato a restare, se i polmoni lo sorreggono, almeno fino al referendum costituzionale che dovrebbe tenersi in novembre. Quattro mesi in apnea, salvo complicazioni. “Io non ci sarò”, sono state le ultime parole del premier in ammollo prima di indossare la maschera, le pinne e gli occhialini, tradotte dalla Meli con un perentorio “Lui non ci sarà”. Ecco. Chi lo cercasse potrà riconoscerlo da una boa gialla a pelo d’acqua con su scritto #BastaunSì. Ma, si badi bene, la decisione di disertare la campagna referendaria non è un segno di debolezza, come potrebbe trasparire di primo acchito: bensì di forza. Lungi dal farsi influenzare dai sondaggisti, che suggerivano a lui e alla Boschi di sparire per lasciare qualche speranza al Sì sempre più in picchiata nei sondaggi, è stato lui a “decidere la linea di condotta”. I sondaggi, checché ne dicano i gufi, “vanno sempre meglio”.
“Almeno nelle rilevazioni del Pd” (le fa direttamente la centralinista Maria Elena), anzi “l’onda favorevole alla riforma costituzionale avanza. E non si ferma”. Così si ferma lui. “Ad agosto il comitato referendario resterà silente. E anche lui tacerà”. Non solo: “Lui resta silente”. E non basta: “E silente Renzi resta”. E resta Renzi silente. E silente resta Renzi. E sopra la panca la capra campa. Per non dire dei trentatré trentini. Però attenzione: resta silente, ma “non su tutto, è ovvio”. Ogni tanto risalirà dagli abissi per prender fiato, poi tornerà sul fondale. “Silenzio, quindi. E silenzio ancora”. Le ripetizioni possono apparire fastidiose, ma provate a mettervi nei panni della Meli che aveva chiesto 12 righe di spazio e dal Corriere le han risposto: “No, ce ne servono 120: allunga il brodo”. Dura riempirle tutte, tantopiù che Lui è lì sott’acqua e se parla annega. Fortuna che c’è il dizionario dei sinonimi. Ecco dunque Renzi che, non si sa bene come (forse tramite una cannuccia lunga lunga), dichiara: “Mi danno per morto troppo presto”. Ma anche: “Ci danno per morti troppo presto”. Intanto il comitato del Sì cerca “persone che non fanno parte del Pd, che non siano costituzionalisti”. Dal che la Meli desume arditamente che “si cercano non i pd, non i costituzionalisti, e persino non i personaggi famosi, ma quelli che sono in grado di trasmettere ‘video virali’”. Tipo, che so, la Gegia, Jimmy il Fenomeno, gente così.
Poi a settembre Renzy Dick tornerà su qualche ora per la Festa dell’Unità e lì “c’è chi dice che farà un’apertura alla riforma della legge elettorale. Vero? Falso? Vero a metà o falso a metà”. Praticamente una rubrica della Settimana Enigmistica. Anche perché lui, “in questa sua decisione di stare sott’acqua, tace pubblicamente”. E intanto che fa, oltre a nutrirsi di plancton? “Ascolta quello che si dice” e, non chiedeteci come, “sussurra soddisfatto” (non le vedete le bollicine tutt’intorno alla boa?). Ma, beninteso, “continuando a tacere pubblicamente” e soprattutto a “non parlare pubblicamente”, casomai non si fossero capite le sue intenzioni. Il che non gl’impedisce di “confidare ai collaboratori lontano da orecchi indiscreti”. Sul fondale viene ogni tanto raggiunto da Guerini travestito da trota salmonata, da Lotti camuffato da calamaro e dalla Serracchiani in costume da alga. A gesti, domanda loro se i loro orecchi siano indiscreti: in caso di risposta affermativa, li tiene lontani; se invece la risposta è no, allora ”confida”. Il suo, infatti, è un “regime di semisilenzio”. Anzi no, di “silenzio e ancora silenzio”. “Poi verrà agosto”, intuisce la Meli, che certi eventi li anticipa al volo. “E sarà un’altra pausa”. Sempre lì sotto, con le dita tutte bollite, a contare i pesci. “E a settembre, chissà. Solo allora deciderà se andare avanti sott’acqua, come un sommergibile, o affiorare in superficie”. Dopodiché, azzardiamo, dovrebbe sopraggiungere ottobre e poi, si vocifera, addirittura novembre. E a quel punto Renzy Dick dovrà riemergere per forza, non foss’altro che per votare. In caso contrario, vorrà dire che si è astenuto. È andato al mare.
di Marco Travaglio, il Fatto Quotidiano 24/7/2016