Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2016  giugno 30 Giovedì calendario

ITALIA INDEPENDENT: IN BORSA LAPO NON VA PIÙ DI MODA

La felicità a volte è dietro l’angolo”. È il commento scritto qualche giorno fa sul suo profilo Instagram da Lapo Elkann , l’ex enfant terrible di casa Agnelli, che ha pubblicato una serie di scatti in compagnia della fidanzata, Shermine Shahrivar, ex Miss Germania.
Meno felici devono forse essere gli azionisti di Italia Independent Group (Iig), società quotata a Piazza Affari nel segmento dedicato alle piccole e medie imprese ad alto potenziale di crescita. Il valore delle azioni nell’ultimo anno è sceso, infatti, del 79%. Un ribasso violento, soprattutto nell’ultimo mese (ieri è stata sospesa per eccesso di ribasso perdendo il 10%) che ha costretto la società ad ammettere che qualcosa non va nei conti trimestrali e ad annunciare un aumento di capitale da 15 milioni (poco meno di quanto oggi vale in Borsa) per intervenire sull’indebitamento finanziario che è passato dai 10 milioni di fine 2014 ai 27,4 del 31 marzo 2016.
Cosa sta succedendo all’azienda dell’uomo “più stiloso di Instagram” secondo il quotidiano britannico Telegraph? Una breve cronistoria di questa società di cui Elkann è presidente e maggiore azionista, che giusto tre anni fa approdava in Borsa col botto. Collocato a 26 euro il primo giorno, il titolo era già arrivato a sfiorare i 30 per raggiungere i 40 nei mesi successivi.
Un andamento trionfale accompagnato dai report di Equita Sim e Banca Imi e dagli annunci di accordi e apertura di nuovi mercati e punti vendita con il fatturato che da fine 2013 a fine 2015 cresceva del 60%. Gli occhiali in carbonio, dai prezzi di alta fascia, di Lapo Elkann come le idee partorite dal suo team di creativi sembravano destinati a conquistare il mondo con una progressione geometrica a vedere le valutazioni di Borsa. Italia Independent era arrivata a essere valutata quasi 90 milioni seppure con un utile netto quasi insignificante: meno di 500 mila euro. Il mercato – spiegano gli analisti – in questi casi sconta già i forti tassi di crescita previsti. Le azioni vengono prezzate con dei multipli elevati ma è come aggiudicarsi un Picasso degli esordi: quando l’artista diventerà famoso il suo giro d’affari e gli utili si moltiplicheranno e gli investitori si strapperanno di mano le azioni a prezzi ben più elevati. “Saremo noi l’alternativa a Ray Ban”, spiegava Elkann agli analisti e ai giornalisti finanziari, annunciando nuovi accordi e aperture di flagship store in mezzo mondo e che la crisi non c’è per “le aziende che sanno parlare ai clienti”. La certezza di un futuro radioso era testimoniato anche dai premi assegnati a Italia Independent come azienda emergente più innovativa. Peccato che le azioni di questa società, in predicato di passare al listino maggiore (ma ora il programma è rimandato) sono passate da 40 a 7 euro. Un valore vicino ai 6,4 euro che era il valore minimo stimato nel 2013 per il collocamento in Borsa (che poi avvenne a 25 euro) ed è il prezzo a cui alcuni amministratori hanno potuto acquistarle nell’ambito di un programma di stock option.
Dall’ultimo comunicato emerge che le vendite nel primo trimestre 2016 sono crollate, con un fatturato consolidato a 8,15 milioni di euro, in calo del 18,5% rispetto ai 10 milioni del 2015 e “l’andamento dei ricavi nei successivi mesi di aprile e maggio non si è dimostrato tale da sopperire al rallentamento del primo trimestre”. Invece del boom a doppia cifra delle vendite, come negli anni precedenti, è arrivato il cambio di segno.
Un’inversione di marcia che non è piaciuta al mercato e che deve aver provocato anche qualche maretta all’interno della società viste le dimissioni dal cda di Giovanni Accongiagioco, tra i fondatori insieme a Elkann e ad Andrea Tessitore (attuale ad). Dimissioni arrivate a poche settimane dall’assemblea degli azionisti che lo aveva confermato nel cda. Non è piaciuta al mercato anche la posizione finanziaria in pesante peggioramento – a leggere il bilancio 2015 – per effetto di crediti commerciali in forte aumento (+41%, segno della fatica a incassare) e soprattutto del magazzino (+62%) e del dimezzamento del risultato operativo.
A leggere le relazioni degli amministratori, la situazione dipende dalle difficili condizioni del settore occhialeria sia in Italia che all’estero, ma sono state prese misure di efficientamento e rilancio che prevedono oltre all’aumento di capitale da 15 milioni – di cui 10 senza diritto d’opzione (dove Elkann s’è impegnato a sottoscrivere tutte le nuove azioni lasciate “inoptate”) – anche la ricerca di partner strategici. Lapo – che ha il 50% – si è poi dichiarato disponibile anche a mettere a disposizione di Iig “tutte le somme che si rivelassero eventualmente necessarie al raggiungimento degli obiettivi previsti di rilancio”. Insomma, non si tira indietro. Intanto, però, sembra avere occhi soprattutto per la sua ultima creatura: Garage Italia Customs, società specializzata nella personalizzazione di auto e “tutto ciò che ha un motore”. Un progetto realizzato a Milano nell’ex stazione di servizio Agip in piazzale Accursio e che prevede anche uno spazio food e beverage con lo chef Carlo Cracco come socio di minoranza (al 40%). L’ultimo annuncio riguarda il primo jet in versione custom commissionato da Avionord Milano Linate Prime. Un business che sembra destinato a decollare, ma che in base alle visure è riconducibile quasi all’assoluta proprietà azionaria di Elkann tramite la nuova cassaforte “Laps To Go Holding srl”, che controlla Garage Italia Customs srl non avendo quindi nulla da spartire con Italia Independent dal punto di vista societario. Cosa che non è passata inosservata a Piazza Affari e che sta provocando diversi malumori fra i piccoli soci di Italia Independent. Sempre più Independent.
SALVATORE GAZIANO, il Fatto Quotidiano 30/6/2016