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 2016  giugno 30 Giovedì calendario

E RENZI ORDINÒ L’OPERAZIONE VUOTE ROSA

Ora che i Cinque Stelle hanno lanciato nel magico mondo delle elette Virgina Raggi e Chiara Appendino, nel Partito democratico si è aperto inesorabile uno di quegli infiniti dibattiti alla Nanni Moretti sul come e il perché alla sinistra italiana manchino appunto candidate così vincenti e convincenti. Pare anzi che Matteo Renzi abbia immediatamente avviato, seppur sotto traccia, uno scouting nazionale dentro il corpaccione del Pd in cerca di volti femminili nuovi e presentabili. Ecco, a Palazzo Chigi qualche burlone già la definisce «Operazione vuote rosa», nel senso che serve a riempire il vuoto del partito sulle quote rosa.
I fatti: i sondaggi dicono che le ministre più in vista, compresa la iper-renziana Maria Elena Boschi, godono ormai di relativa (a voler essere buoni) popolarità; le rare candidate a sindaco (per esempio Valeria Valente a Napoli) hanno ottenuto risultati al di sotto delle aspettative; le membre della segreteria nazionale dem, compresa la governatrice friulana Debora Serracchiani, sono finite in un cono d’ombra che sembra definitivo (alzi la mano chi conosce volto, curriculum e azioni politiche delle varie Chiara Braga, Valentina Paris, Stefania Covello). Tuttavia la parabola più impressionante è quella delle renziane «mordi e fuggi»: esaltate, osannate e utilizzate per difendere il renzismo in ogni dove (tv, giornali, social network), sono state abbandonate al loro destino alle prime difficoltà. Alcune volte per responsabilità loro, altre perché finite in disgrazia con il premier, altre ancora per scelta personale. Il risultato, però, non cambia: il Partito democratico ha già scommesso sulle «sue» Raggi e Appendino; purtroppo per Renzi (ma soprattutto per loro, «le ragazze del Pd») le ha evidentemente perse per strada.
Alessandra Moretti La prima bersaniana a diventare renziana è finita completamente obliata. Sono lontani i tempi in cui dettava legge nel talk-show, riempiva le cronache rosa (è stata fidanzata con Massimo Giletti) e divertiva l’Italia con le sue gaffe (celebre quella sull’autoqualifica di «Ladylike»). Scelta come candidata governatrice veneta da Renzi, sconfitta da Luca Zaia (22 per cento contro 50, il peggior risultato di sempre del centrosinistra in Veneto), campeggia in consiglio regionale in attesa di una rivincita che non arriverà. Il premier non vuole sapere più nulla di lei.
Caterina Chinnici Siciliana, capolista nelle Isole alle Europee del 2014, con 133 mila preferenze è riuscita ad arrivare seconda, e di parecchio, dietro il sardo Renato Soru (182 mila), con l’aggravante che la Sicilia conta 5 milioni di abitanti, la Sardegna 1 milione e 600 mila. Impalbabile, e non soltanto per Renzi.
Pina Picierno L’inizio della fine (mediatica) è arrivato con la puntata di Ballarò, su Rai3, del 29 aprile 2014. Approvati gli 80 euro, tirò fuori uno scontrino per spiegare che lei, con quei soldi, ci faceva la spesa per due settimane. Le reazioni furono feroci. Ciò che non è mai stato detto, però, è che la sua uscita, inopportuna, venne pianificata da Palazzo Chigi, cioè da Renzi. Il quale, tuttavia, non ha poi esitato a ridimensionare Pina. Cioè, come se la faccenda non fosse opera sua.
Alessia Mosca Da deputata, questa ricercatrice brianzola aveva una grande produttività. Sono ben sei le sue proposte diventate legge, tutte su temi importanti (dai disabili alle madri carcerate, passando per la fuga dei cervelli). Stava affermandosi anche come personaggio televisivo quando, misteriosamente, nel 2014 Renzi l’ha isolata nell’europarlamento di Bruxelles. Sarà forse per la sua matrice lettiana (da Enrico Letta, gran nemico del premier)?
Simona Bonafè Quando, nel febbraio del 2014, Renzi approdò a Palazzo Chigi, veniva accreditata come ministra «a prescindere». Tuttavia, Bonafè dovette subire l’amara sorpresa dell’esclusione, che secondo i rumors di Palazzo Chigi può spiegarsi in un solo modo: l’avversione, nei suoi riguardi, di Maria Elena Boschi. Lei, Simona, da brava soldata non ha battuto ciglio e ha continuato imperterrita a difendere il renzismo da tutto e da tutti, a partire dalla tv, anche davanti a provvedimenti sbagliati e impopolari. Capolista nel Centro Italia alle Europee, pure lì ha fatto ampiamente il suo dovere: con oltre 288 mila preferenze, è stata la persona più votata d’Italia. Ma ogni volta che il premier ha rinnovato la sua squadra di governo, l’ha sempre e comunque tenuta fuori. Ecco, è un po’ di tempo che ha smesso di andare in tv. Solo un caso o si è stufata di tirare la carretta per gli altri?
Alessia Morani, Anna Ascani e... Simona Malpezzi, Alessia Rotta, Lia Quartapelle, Micaela Campana, e altre ancora. Renzi le fa ruotare su giornali e (soprattutto) in tv. Spesso, però, il premier ferma la ruota. Prendiamo Morani. Il tempo di un Ballarò incerto ed è scomparsa dai circuiti che contano. Ascani, invece, risulta essere l’astro nascente. Ma, per come vanno le cose, tra un paio di settimane Matteo potrebbe essersi stufato pure di lei: è il renzismo, bellezza. Pardon, bellezze.