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 2016  giugno 28 Martedì calendario

DISPARITA’ «Ho vinto, ma con i soldi del premio non pago neanche una cena alla squadra. Sono 646 euro di montepremi, gli uomini ne guadagnano 26mila

DISPARITA’ «Ho vinto, ma con i soldi del premio non pago neanche una cena alla squadra. Sono 646 euro di montepremi, gli uomini ne guadagnano 26mila. Nel 2016 queste disparità sono ingiustificabili» (Elena Cecchini, ciclista, per la terza volta di fila campionessa italiana). PODIO «La routine della non vittoria può appiattire o stimolare. A me stimola. Mi capita anche una cosa curiosa, non frequentando il podio da tempo: guardo in tv i colleghi e scopro che, per un verso o per l’altro, poche volte sono felici. Il secondo è triste perché magari era in pole e ha perso; il terzo è super triste perché è stato battuto pure dal secondo...» (Fernando Alonso, pilota di F.1, della McLaren). GAVETTA «Io ringrazio la gavetta che ho fatto, perché so bene da dove vengo e quello che ero. Mi sento una persona pulita, semplice, che nella vita ha avuto la fortuna di saper giocare a calcio» (Emanuele Giaccherini, centrocampista del Bologna e della Nazionale italiana). PRECISO «Io in genere sono uno molto preciso e che sbaglia poco. Quest’anno sono caduto solo due volte, purtroppo sempre in gara. Mi spiace per il campionato. Ora è più difficile, perché il vantaggio di Marquez è grande. Ma quel che mi conforta sono la velocità e il fatto che su ogni pista io sia capace di esprimermi a un buon livello» (Valentino Rossi, pilota dello Yamaha). PRESTO «Preferirei giocare male e vincere. Sto lavorando sul dritto e pure sul servizio. Sono sicura che allenandomi così, presto scalerò di nuovo la classifica» (Camila Giorgi, tennista, eliminata a Wimbledon dalla n. 2 del mondo Muguruza). PICCOLO «Vivo l’atletica con impegno e, insieme, leggerezza. Mi piace considerarmi un outsider e sempre il piccolo della compagnia» (Eseosa Desalu, corridore italo-nideriano, che si è qualificato per i 200 all’Olimpiade di Rio). GPS «La partita devo giocarla anch’io in panchina: un giorno il preparatore atletico mi ha proposto di mettere un gps per misurare quanti chilometri faccio e a che intensità» (Antonio Conte, allenatore della Nazionale di calcio italiana). FINE «Non credo che si possa parlare della fine di un’era. Che qui ci sia Tizio o Caio non cambia le cose: abbiamo una grande cantera e club molto forti, il futuro è assicurato» (Vincente Del Bosque, allenatore della Nazionale di calcio spagnola che ha lasciato l’incarico dopo la sconfitta con l’Italia).