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 2016  giugno 28 Martedì calendario

I GRANDI FONDI PREPARANO IL TRASLOCO

Ifondi di investimento stanno organizzando la grande fuga dalla City di Londra. Secondo il Financial Times, dopo il referendum sulla Brexit per l’industria del risparmio gestito si prospetta una vera emorragia di posti di lavoro. La prospettiva è stata confermata da Amin Rajan, numero uno della società di ricerca Create Research, secondo cui i tagli ai posti di lavoro saranno all’ordine del giorno per diverse case di investimento. Molte di loro stanno studiando piani per trasferire parte del personale da Londra agli altri poli strategici dell’industria dei fondi, l’Ir-landa e il Lussemburgo. Il timore, spiega il quotidiano britannico, è che dopo la Brexit gli
asset manager basati in Gran Bretagna potranno avere problemi ad attrarre gli investitori europei. «Nei prossimi cinque anni, il centro di gravità si sposterà a Dublino e in Lussemburgo per i fondi retail, e a Francoforte e Parigi per gli istituzionali», ha aggiunto Rajan. E anche un dipendente di una delle più importante case di gestione britanniche, che ha voluto restare anonimo, ha confermato: «Non sposteremo il nostro quartier generale, ma dobbiamo valutare cambiamenti al nostro organico in Lussemburgo».
Il piccolo granducato, insieme con l’Irlanda, guarda da tempo alle possibili conseguenze del voto popolare che ha san- cito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. La Banca centrale irlandese si sta preparando già dall’inizio dell’anno a gestire il probabile afflusso di gestori dal Regno Unito. «Abbiamo una relazione unica con l’industria britannica del risparmio gestito e questo ci pone in una posizione di forza», ha spiegato Pat Lardner, amministratore delegato di Irish Funds. «Per le società del settore è l’inizio di un periodo di incertezza, e alcune di loro guarderanno a giurisdizioni alternative, come il Lussemburgo e l’Irlanda », ha aggiunto Camille Thommes, direttore generale di Alfi, l’associazione che riunisce i fondi lussemburghesi.
L’uscita della Gran Bretagna dall’Ue arriva in un periodo già difficile per le società di gestione del risparmio, che devono fare i conti con un calo dei margini di profitto e con le crescenti preoccupazioni sulla performance. Secondo uno studio di McKinsey, i profitti degli asset manager diminuiranno di un terzo nei prossimi due anni. E il voto pro Brexit non farà migliorare la situazione, anzi: secondo Daniel Godfrey, già responsabile di Ia, l’associazione che rappresenta i gestori britannici, «il potenziale rallentamento del Pil significherà un periodo prolungato di sofferenza sui mercati. In questo scenario, in tutti i settori si taglieranno posti di lavoro e l’asset management non farà eccezione».