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 2016  giugno 25 Sabato calendario

C’è chi rottama e chi non si fa rottamare. C’è chi entra in consiglio comunale ancor prima di aver sostenuto l’esame di maturità e chi è stato riconfermato dopo trent’anni da sindaco

C’è chi rottama e chi non si fa rottamare. C’è chi entra in consiglio comunale ancor prima di aver sostenuto l’esame di maturità e chi è stato riconfermato dopo trent’anni da sindaco. Tra Valeria Campagna e Filippo Materiale ci sono sessant’anni di differenza. Entrambi provengono dal Lazio e, alle amministrative, hanno stabilito una sorta di record politico. La prima, 18 anni, è la più giovane consigliera in carica in Italia. Il secondo, 78 anni, ha vinto le elezioni dopo essere stato alla guida del suo paese dal 1971 al 2001 e dal 2011 a oggi. Materiale amministrata da una vita. Quando non ha fatto il sindaco di Castrocielo, un paese di 4mila abitanti in provincia di Frosinone, ha ricoperto altre cariche pubbliche. La politica, sempre. Materiale ha resistito alla rottamazione di Matteo Renzi e, soprattutto, all’avvento del M5s e del cambiamento invocato dai suoi giovani esponenti. Lui è rimasto lì. Nel suo ufficio. Da sindaco. «Io, il cambiamento, l’ho prevenuto», dice Materiale a ItaliaOggi. «C’è il cambiamento delle idee, ma anche quello esteriore, nel senso che mi sono circondato di nuovi collaboratori. Il rinnovamento l’ho guidato e conservato. Provengo dal mondo della scuola, ho diretto istituti e licei, e questo mi è stato di grande aiuto». Non lontano da Castrocielo, a Roma, Virginia Raggi s’è appena insediata in Campidoglio. «L’avvento dei grillini», spiega Materiale, «lo vedo come una cosa pericolosa, perché, nelle città che governeranno, comporterà un rallentamento iniziale. Se si pongono come un taglio netto col passato, è chiaro che, prima di entrare nella macchina e nei meccanismi istituzionali, ci vorrà tempo. Poi, naturalmente, potrebbero rivelarsi ottimi amministratori». Nonostante anni e anni passati dietro la stessa scrivania, nella lista civica con cui Materiale è stato eletto compariva proprio la parola rinnovamento. «Nel mio schieramento, rispetto alle scorse elezioni, ho cambiato nove candidati e ho inserito un diciannovenne e una ventitreenne. I giovani sono importantissimi». Più giovane di Valeria Campagna, nelle aule italiane, non c’è nessuno. Grazie all’elezione del civico Damiano Coletta a sindaco di Latina dopo 23 anni di governo del centrodestra, Campagna è entrata in consiglio comunale senza neppure avere il pezzo di carta della maturità. «I nostri avversari mi dicevano: ma cosa pensi di fare a 18 anni, non sei nemmeno diplomata. Ho risposto che amministrare una città non è solo una questione di titolo di studio», ha raccontato all’edizione locale del Fatto Quotidiano. «Tra i candidati a sindaco, l’unico laureato era Coletta. Non è neanche una questione d’età: se resto a braccia conserte fino a 40 anni e poi decido di candidarmi, non posso certo definirmi una persona con esperienza. Da qualche parte si deve pur cominciare». La politica, per Campagna, è più di un semplice interesse. Ricorre proprio alla maturità, dove ha portato una tesina sul percorso degli intellettuali italiani del ’900, da Gramsci a Calvino, e all’università, dove intende iscriversi a scienze politiche.