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 2016  giugno 24 Venerdì calendario

ALASKA L’AUSTERITY SALVERÀ L’ULTIMA FRONTIERA USA

Non capita spesso di vedere un amministratore pubblico che impone ai cittadini che lo hanno eletto un piano “lacrime e sangue” e sentirgli dire che, se il prezzo che deve pagare per questo è la fine del suo futuro politico, va bene così: è pronto a concludere l’esperienza di governatore col suo programma di “austerity” perché questo è l’unico modo per salvare il territorio da lui governato. È quello che sta accadendo nell’Ultima Frontiera degli Stati Uniti, la remota e gelida Alaska, dove il governatore Bill Walker è alle prese con una crisi finanziaria senza precedenti per il crollo del mercato petrolifero in uno Stato le cui risorse pubbliche dipendono per il 90 per cento dall’estrazione di idrocarburi. In realtà l’Alaska ha un problema doppio: non solo la forte diminuzione dei prezzi del greggio, ma anche il progressivo esaurimento delle riserve. Questo Stato dell’estremo Nord americano che fino a dieci anni fa pompava 2 milioni di barili al giorno, un quarto della produzione Usa, ora è scesa a quota 500 mila. Crollo delle entrate e deficit di 4 miliardi di dollari dello Stato che sta facendo ricorso alla riserva finanziaria messa da parte negli “anni buoni” per i momenti difficili. Ma lo Stato preleva 11 milioni di dollari al giorno da questo fondo: di questo passo la riserva sarà esaurita entro due anni. E allora il governatore, un politico “anomalo”, un carpentiere che si è candidato come indipendente, ha rotto gli indugi: introduzione di un’imposta sui redditi per la prima volta da 35 anni a questa parte, raddoppio della tassa sui combustibili e taglio dei sussidi e dei servizi gratuiti in uno Stato abituato a non prelevare tasse dai 738 mila cittadini sparpagliati in un territorio sterminato, grande più della California e del Texas messi assieme. Ancora l’anno scorso l’Alaska ha distribuito generosamente sussidi e servizi: ogni abitante dello Stato, neonati compresi, ha avuto un assegno di 2.072 dollari provenienti dalle “royalty” pagate dalle compagnie petrolifere. Tutto finito: il governatore ha iniziato un personalissimo “road show” (viaggi in elicottero o sugli aerei di linea in classe economica: in Alaska ci sono poche strade) per andare a spiegare in ogni villaggio le ragioni del suo piano di “austerity”. I sondaggi dicono che gli elettori capiscono e sono in maggioranza dalla sua parte. Il difficile è convincere i politici di professione: soprattutto quelli repubblicani che sono la maggioranza nel Parlamento dello Stato e non vogliono sentir parlare di misure impopolari: sperano in una ripresa dei prezzi petroliferi e cercano di bloccare in tutti i modi le leggi varate dal loro governatore.