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 2016  maggio 28 Sabato calendario

ALL’EUROPEO, L’UCRAINA ARRIVA DIVISA IN DUE


Nelle ultime 20 stagioni è successo soltanto due volte che la Dinamo Kiev e lo Shakhtar Donetsk non abbiano chiuso la Prem’er Liha – il campionato ucraino – ai primi due posti (10 titoli ai primi, 9 ai secondi). Una diarchia così radicata non può che implicare una rivalità fortissima, accentuata negli ultimi anni dall’esilio cui è stato costretto lo Shakhtar: la bellissima Donbass Arena, sede di una semifinale europea soltanto quattro anni fa, è stata danneggiata dai bombardamenti, e in generale la zona di Donetsk è finita sotto il controllo dei separatisti filo-russi in un quadro di guerra congelato. Mircea Lucescu e i suoi sono emigrati nella capitale, e di lì si spostano a Leopoli per le partite “casalinghe” in questa situazione la leadership dello Shakhtar si è incrinata a favore della Dinamo Kiev, che ha appena vinto il secondo campionato di fila. Ma nell’ultimo scontro diretto, per quanto ininfluente essendo arrivato a titolo già assegnato, è esplosa una rissa che sta creando grossi grattacapi al c.t. Mykhaylo Fomenko, impegnato ad allestire la squadra per Euro 2016. Nel racconto di Michael Yokhin per espnfc.com, il casus belli è stato un gesto di Taras Stepanenko dopo il 3-0 per lo Shakhtar firmato da Eduardo. Il centro-campista di Donetsk è andato sotto alla curva dei tifosi della Dinamo baciando più volte lo stemma sulla propria maglietta: di ritorno verso il centrocampo è stato affrontato a muso duro da diversi avversari, finché Andriy Yarmolenko l’ha steso con uno sgambetto molto violento. Lì è esplosa la rissa, sedata a stento dopo un paio di minuti di botte collettive: tre i cartellini rossi comminati (Stepanenko, Yarmolenko e Kucher, tutti nazionali), gravi soprattutto alcune dichiarazioni del post-partita, tipo quella del portiere veterano della Dinamo Kiev, Alexandr Shovkovskiy. «Stepanenko dovrebbe pensare alla sua incolumità personale. Non vive più a Donetsk, adesso abita a Kiev, e penso che i tifosi della Dinamo potrebbero non perdonargli certi comportamenti». Nei giorni successivi Yarmolenko, che sarebbe pure il miglior giocatore ucraino, ha pronunciato parole contrite, anche se non troppo pentite: «Non avrei dovuto sgambettare Stepanenko, in campo occorre saper resistere alle provocazioni». In realtà la faida fra i due va avanti da tre anni, da un durissimo intervento di Yarmolenko che Stepanenko provò ad archiviare lo scorso autunno con un gesto di distensione: lo scambio di magliette a fine gara. Yarmo accettò ma poi, dirigendosi verso la sua curva, gettò platealmente a terra la maglia del rivale. E la tensione crebbe fino alla rissa di questo maggio.
Fomenko si è detto tranquillo del fatto che il bene superiore della nazionale risolverà tutto, e i due giocatori – pur confermandosi distanti da un rapporto accettabile – hanno assicurato che la convivenza in ritiro non sarà un problema. Staremo a vedere.