Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

MONOPOLI «Ibra? Ha costi come il Monopoli, quindi impossibili» (Silvio Berlusconi a proposito dell’ipotesi di un ritorno di Zlatan Ibrahimovic al Milan). MAGLIE «Ho sempre considerato Maldini come un simbolo e fonte d’ispirazione, conservo la sua maglia con grande affetto. Aver vinto la Champions in uno stadio come San Siro per me è un’emozione in più» (Sergio Ramos, calciatore, capitano del Real Madrid). FENOMENI «Mi danno fastidio i fenomeni da tastiera. Però assieme a tanto male ho trovato tanta gente straordinaria che mi ha dimostrato il suo affetto. Lungo le strade sono sempre stati in tanti a tifare per me» (Vincenzo Nibali, ciclista, vincitore del Giro d’Italia). BRAVO «Non penso tanto all’immagine, non vedo perché dovrei fare lo scontroso se non lo sono. Sì, mi ci rivedo nell’immagine del bravo ragazzo anche se non vado a letto alle 9 e mangio tutti i giorni pasta col pomodoro» (Gregorio Paltrinieri, nuotatore). FOLLIA «Mi accusano di avere un carattere che va un filo oltre. Ma non credo. Ho una personalità forte, sono estroverso, ma sempre nel rispetto di tutti. Un po’ di follia ci vuole, però se c’è da essere seri ci sono. Il portiere non può mai togliere la testa dalla partita, serve anche equilibrio» (Pierluigi Gollini, calciatore, portiere del Verona e della nazionale Under 21). BESTIE «Ogni pilota ha la sua bestia nera. E Montecarlo è quella di Kimi» (Maurizio Arrivabene, il team principal della Ferrari, a proposito dell’incidente di Raikkonen nel Gp di domenica scorsa). DEMONI «Quando vivi un periodo negativo come il mio, è dura riuscire a rialzarsi. Nella testa ti si affollano tanti pensieri, devi combattere con tanti demoni. Ho pregato per una giornata così. E il messaggio che esce è non mollare mai. Un insegnamento di mio padre quando a 7 anni sul ring mi trovavo di fronte a un ragazzo che picchiava duro» (Lewis Hamilton, pilota della Mercedes, vincitore del Gp di Montecarlo). K.O. «Il mio unico k.o., tecnico, è stato in Ucraina. Ricordo ancora il ghigno dell’avversario quando si è accorto della mia smorfia dopo un suo pugno. Ho pensato: “Ora sono cavoli amari”. Un pugile esperto nasconde l’affanno e le espressioni di dolore. Lì ho capito che dovevo allenarmi in modo completamente diverso» (Giovanni De Carolis, pugile, campione Wba dei super-medi).