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 2016  maggio 28 Sabato calendario

Sara Di Pietrantonio, 22 anni. Romana, bella, lunghi capelli biondi, minuta, un metro e 50 d’altezza, diplomata al Conservatorio, a casa si esercitava ancora con il flauto studiato per due anni

Sara Di Pietrantonio, 22 anni. Romana, bella, lunghi capelli biondi, minuta, un metro e 50 d’altezza, diplomata al Conservatorio, a casa si esercitava ancora con il flauto studiato per due anni. Iscritta alla facoltà di Economia Aziendale all’università Roma Tre, «secchiona ma non di quelle antipatiche, anzi tranquilla e sempre sorridente». Appassionata di danza e musica, in particolare Mika e Ligabue, figlia unica di genitori separati, viveva a Ponte Galeria con la madre Tina Raccui, impiegata delle poste all’Eur. Di recente dopo un anno di fidanzamento aveva rotto con Vincenzo Paduano, guardia giurata di 30 anni, «gelosissimo, pressante, ossessivo». Lui non l’aveva presa bene, tantopiù che lei aveva iniziato una nuova relazione con un compagno di liceo di nome Alessandro, e da allora «la tampinava, la perseguitava». Sabato scorso Sara uscì con l’amica del cuore Flaminia, che abitava vicino a casa sua: restarono insieme fino all’una e mezza di notte. Poi raggiunse Alessandro in un pub. Verso le 3 e mezza di notte si salutarono, Sara mandò un sms alla madre, «Mamma, sto tornando», e mise in moto la sua Toyota Aygo. Ma in via della Magliana il Paduano, che la seguiva da ore, speronandola con l’auto la costrinse a fermarsi, montò sulla Toyota, gettò su Sara una bottiglia di liquido infiammabile imbrattando pure la macchina, lei terrorizzata uscì dall’auto proprio mentre lui appicava il fuoco, corse per centocinquanta metri, arrivò al parcheggio del ristorante “la Tedesca” e lì dietro un cespuglio la raggiunse l’ex che l’afferrò per i capelli, le strinse un braccio al collo finché non s’afflosciò in terra e la bruciò gettandole addosso una sigaretta accesa: il fuoco devastò soprattutto le spalle, il volto e la testa di Sara, fino a renderla quasi irriconoscibile. La madre, che non vedendola arrivare e non riuscendo a parlarle al telefono era uscita a cercarla con suo fratello Andrea, vide prima la Toyota in fiamme e poi la figlia a terra, semicarbonizzata, le braccia larghe e la camicetta sbottonata. Il Paudano, come nulla fosse, dopo il delitto se ne andò al lavoro. Notte di sabato 28 maggio in via della Magliana a Roma.