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 2016  maggio 27 Venerdì calendario

CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE IL RAPPORTO DEL PARLAMENTO EUROPEO SVELA UNA REALTÀ SORPRENDENTE

CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE IL RAPPORTO DEL PARLAMENTO EUROPEO SVELA UNA REALTÀ SORPRENDENTE –
«Cecil il leone», poveretto, molti lo avranno già dimenticato. Ma forse, quello che accade ora è anche un po’ frutto del suo sacrificio. L’anno scorso, Cecil venne ucciso in un parco dello Zimbabwe da Walter Palmer, un ricco dentista americano del Minnesota, che si beccò meritatamente l’indignazione di tutto il mondo. «I soliti milionari americani senza rispetto per la natura», dissero in tanti. Ma ecco, nei giorni scorsi il Parlamento europeo ha pubblicato un “Rapporto sui crimini contro l’ambiente e la biodiversità” che è nato anche dall’indignazione per la sorte di Cecil, e che svela una realtà ben più grave, e più vergognosa: è l’Unione Europea, e non gli Stati Uniti, la prima “grande predatrice” e mercante nel mondo di pelli di leone, tigre, o serpente, di zanne d’avorio, di piante e coralli, insomma di “trofei” morti o vivi appartenenti a specie animali e vegetali molto rare o in via di estinzione. Per esempio: l’Italia insieme con la Francia e la Germania è il Paese maggior responsabile (per il 55% nel mondo, per il 73% nella stessa Ue) del commercio illegale di pelli di serpenti. E sempre l’Italia, con la Spagna e la Germania, è la prima importatrice illegale di rettili vivi nella Ue. Ma anche Belgio e Olanda, altri due dei tanti esempi, hanno il loro primato nero, come fornitori alla Cina di cavallucci di mare essiccati importati clandestinamente dal Centro America e dall’Africa, e poi “rigirati” ai mercati di Shanghai e Canton, dove sono ricercatissimi come rimedi della medicina tradizionale.
Il dossier di Bruxelles, 122 pagine, diffuso a fine marzo, è il frutto del lavoro chiesto dalla commissione Ambiente e Sanità dell’Europarlamento a decine di biologi, ecologi e appartenenti alle dogane e forze di polizia di vari Paesi. I risultati, così come certificati dai sequestri effettuati in entrata o uscita ai confini della Ue, sono a dir poco inquietanti. Al primo posto nei commerci illegali, i cosiddetti “medicinali”. In generale, si può dire che tutta la Ue è una grande procacciatrice per la Cina e il Vietnam -fungendo sempre da scalo intermedio di corni di rinoceronte dall’Africa (la loro polvere è considerata fra l’altro un toccasana afrodisiaco), e di ogni altra materia ambita dai medici-maghi dell’Oriente. L’avorio degli elefanti è al secondo posto della lista, poi viene tutto il resto. Solo nel 2012, sono stati sequestrati 3 milioni di “esemplari di medicinali” in pillole, unguenti e polveri derivati appunto dai corni di rinoceronte, per un totale di oltre 3,5 tonnellate; perfino alcuni tipi di sanguisughe, animali ormai in via di estinzione usati dalla microchirurgia tradizionale, sono stati scoperti nei carichi illegali. E poi, sempre nel 2012: 1523 spedizioni di avorio, 812 rettili vivi, 1629 parti o pelli di rettili morti. E ancora: fra il 2007 e il 2014, sono stati bloccati alle dogane europee oltre 3000 esemplari di coralli e anemoni marini, e 3000 piante e fiori proibiti, fra cui rarissimi cactus e orchidee. In crescita costante, il commercio illegale di animali vivi come tartarughe, pappagalli, scimmiette. Ed è ben documentato anche un intenso traffico di volatili a rischio di estinzione predati nell’Europa Orientale -specie in Bosnia o in Romania, alle foci del Danubio; e poi importati in Italia e Francia. Le pelli dell’orso bruno, trafficate in tutto il mondo come tappeti o trofei e in genere provenienti dalla Russia, dalla Polonia e dai Paesi balcanici, sono anch’esse una presenza non rara.
Un’intera sezione del rapporto di Strasburgo è dedicata all’elenco degli animali e vegetali sequestrati più frequentemente nei singoli Paesi. Ed è un elenco a volte quasi comico, ma sempre preoccupante per quanto rivela sui livelli di sensibilità ecologica in alcuni di questi Paesi. Ecco dunque la Germania che “predilige” particolarmente, oltre alle zanne d’elefante, anche il cobra (la sua pelle, ma a volte anche qualche esemplare vivo per gli zoo privati) e il kuth o “loto delle nevi”, una pianta medicinale himalayana. La Spagna ha un debole per la bertuccia di Barberia, la Francia per la testuggine greca e lo “storione dello Yangtze”, il Portogallo sembra stravedere per il boa constrictor. E ancora: a Malta, è assai richiesto l’alligatore del Mississipi; in Slovacchia, il gatto selvatico, vivo o morto, e la pelle o il corno del rinoceronte bianco; in Svezia, una rara specie di allocco; in Irlanda, l’aloe ferox, una pianta sudafricana usata come purga; in Danimarca, quel cetaceo chiamato narvalo o meglio il suo dente acuminato che gli ha guadagnato il soprannome mitologico di unicorno; in Olanda, la noce del Costa Rica; in Slovenia, lo xenochrophis piscator”, cioè un serpente acquatico dell’India; nella Repubblica Ceca, lo Strombus gigas, una colossale conchiglia delle Antille che può arrivare a pesare 3 chili.
Dall’elenco delle preferenze nazionali manca purtroppo l’Italia, insieme con qualche altra nazione, e questo è dovuto forse alla scarsità dei sequestri operati. Le reazioni di contrasto da parte delle autorità doganali e delle varie polizie sono infatti molto diverse da Paese a Paese europeo: la Germania ha intercettato e bloccato 6366 carichi di queste merci dal 2007 al 2014, l’Italia appena 99.
Il dossier dell’Europarlamento, e questa è forse la notizia più impressionante, fornisce dati molto più gravi di quel che già si sapeva. Un solo esempio: dopo aver confermato che ogni anno 20-25 mila elefanti in media vengono ammazzati in Africa e Asia per l’avorio che poi verrà smistato in Europa, aggiunge però che in soli 3 anni, nel 2010-2012, si è toccato il picco mai raggiunto di 100.000 uccisioni.