varie, 27 maggio 2016
Nino Sorrentino, 76 anni, storico proprietario dell’enoteca Vino e Olio in via Prenuda, quartiere Prati, a Roma, «riservato, gran lavoratore, benvoluto da tutti»
Nino Sorrentino, 76 anni, storico proprietario dell’enoteca Vino e Olio in via Prenuda, quartiere Prati, a Roma, «riservato, gran lavoratore, benvoluto da tutti». L’altra notte nel suo locale entrò già ubriaco Joelson Bernasconi, 33 anni, origini brasiliane, tassista, adottato quando aveva cinque anni da una coppia di romani del Trionfale, entrambi dipendenti del ministero delle Finanze, dedito alla bottiglia da quando due anni fa gli era morto il padre. Il Sorrentino, che l’aveva visto crescere, si rifiutò di dargli da bere, allora lui afferrata una bottiglia con quella lo colpì più volte al viso e sul cranio e poi con un cocciò gli segò la gola. In fin di vita l’uomo si trascinò fino al marciapiedi e ai vicini che erano corsi lì perché l’avevano sentito urlare riuscì a bisbigliare il nome dell’assassino prima di accasciarsi in una pozza di sangue (morto in ospedale dopo ore d’agonia). Il Bernasconi, trovato ancora in zona dai carabinieri, tentò di fuggire e di investirli con la sua auto bianca, ma fu bloccato. Poi prese a urlare «ma che volete? lasciatemi in pace» fino a quando alla notizia della morte del Sorrentino smise di parlare. Notte di martedì 24 maggio nell’enoteca Vino e Olio in via Premuda, Roma.