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 2016  maggio 25 Mercoledì calendario

DOPO 20 ANNI TORNIAMO PER FARVI RIDERE– [Gigi Samarchi e Andrea Roncato] Gigi e Andrea sono tornati: non è una vera reunion la loro, perché una vera “separation” non c’è mai stata, ma quest’anno il loro impegno è duplice

DOPO 20 ANNI TORNIAMO PER FARVI RIDERE– [Gigi Samarchi e Andrea Roncato] Gigi e Andrea sono tornati: non è una vera reunion la loro, perché una vera “separation” non c’è mai stata, ma quest’anno il loro impegno è duplice. Quest’estate li vedremo su vari palcoscenici italiani con uno show (prossima data, il 18 giugno a Ostia) che ripercorre il loro fortunato sodalizio artistico: gli inizi in oratorio a Bologna quasi 60 anni fa, il debutto in tv nel ’77 grazie a Sandra Mondaini, e il botto (tra cinema e tv) negli Anni 80. Poi, a ottobre, saranno in scena con la commedia Il conto è servito. L’ultimo vostro programma in tv risale al’95. E poi che cosa è successo? Gigi. «Niente di grave. Ad Andrea venne proposto dalla Venier di fare Domenica in da solo, e a me quello che mi proponevano come singolo non piaceva. Siccome in tv non volevo starci a tutti i costi, ne ho approfittato per sposarmi e girare un po’ il mondo. Da allora ho fatto solo teatro. Al contrario di Andrea non ho mai avuto la smania dell’apparire». Andrea. «La differenza tra me e Gigi è che io nella vita, nonostante la laurea in Giurisprudenza, non avrei potuto fare altro che recitare e morirò facendolo, lui (laurea in Pedagogia, ndr) avrebbe potuto fare qualsiasi cosa e invece mi ha seguito perché eravamo amici. Messi da parte i soldi, chi glielo faceva fare di umiliarsi ancora ai provini?». Non avete mai litigato per questioni professionali? Gigi. «No, mai litigato in assoluto. Abbiamo due caratteri totalmente opposti: io sono calmissimo, lui è sanguigno e impulsivo. Mi bastava lasciarlo sfogare e gli passava. E io neanche quando ha mollato una nostra commedia teatrale per andare a fare Ballando con le stelle sono riuscito a mandarlo a quel paese». Andrea. «Gigi è uno che quando gli hanno rubato l’auto ha detto: “Perché arrabbiarmi, tanto ormai me l’hanno rubata”. Io. invece, spaccherei tutto. Lui è un buono, io mi incazzo ma poi chiedo scusa. Saremmo stati perfetti come marito e moglie». Ma è risaputo che vi piacciono le donne, ad Andrea anche molto: le sue conquiste sono note e da alcune ha avuto anche ottimi voti (vedi Moana Pozzi). Invece Gigi, zitto zitto? Gigi. «Beh, diciamo che su ogni set, la prima scelta era sua: impossibile batterlo sul tempo. Però, pochi anni fa, Sabrina Salerno (che debuttò con loro a Grand Hotel, ndr) mi ha confessato che gli piacevo io, non Andrea, che però le stava addosso». Andrea. «Smentisco di averci provato, essendo amica del “capo” per me era come la Madonna o la Barbie: non ce l’aveva. E comunque la mia fama di donnaiolo era anche dovuta al mio personaggio; un paio non me l’hanno data (ride)». Adesso però ha una compagna da diverso tempo. Andrea. «Da quattro anni sto con Nicole Moscariello. L’ho conosciuta mentre giravo un film con sua figlia, Giulia Elettra Gorietti (vista in Suburra, ndr). La chiamava e le diceva: “Stai attenta, che quello è un disgraziato!”... Credo si sia messa con me per salvare la sua bambina». Nessuno di voi due ha avuto figli. Per quali ragioni? Gigi. «Non sono mai venuti e ce ne siamo fatti una ragione». Andrea. «Io, se solo avessi voluto, oggi ne avrei 5 o 6. Che amarezza...» Fare ridere il pubblico oggi è più difficile? Andrea. «No, oggi il pubblico si accontenta di molto meno: è abituato alla comicità di programmi come Zelìg o Colorado Cafè, dove gli sketch durano due minuti e il background dei comici è di due serate al bar a raccontare barzellette. Hanno un repertorio di 15 minuti totali...». Gigi. «E la risata spesso scatta solo con la parolaccia. Anche con Crozza: fa battute bellissime, eppure la gente applaude quando dice “ca...” Sembra sia il “la”». A voi che cosa fa ridere? Gigi. «La presa in giro dei costumi e della quotidianità dell’italiano medio, vedi Carlo Verdone. Mentre ultimamamente mon mi piace molto la comicità di regione, tipo Zalone». Andrea. «A me Zalone fa ridere, ma dovrebbe iniziare a fare qualche ruolo diverso da se stesso altrimenti finisce che rompe le palle. Com’è successo ad Aldo, Giovanni e Giacomo, o a Pieraccioni. Noi abbiamo smesso di fare film giusto in tempo. Le regole della comicità valgono per tutti. Di Totò ce n’è uno».