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 2016  maggio 02 Lunedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - SALTA LA QUOTAZIONE DELLA POPOLARE DI VICENZA ILSOLE24ORE.IT Salta l’Ipo della Banca Popolare di Vicenza

APPUNTI PER GAZZETTA - SALTA LA QUOTAZIONE DELLA POPOLARE DI VICENZA ILSOLE24ORE.IT Salta l’Ipo della Banca Popolare di Vicenza. «Borsa Italiana - si legge in una nota - non dispone l’inizio delle negoziazioni e pertanto il provvedimento di ammissione delle azioni della Banca Popolare di Vicenza è da considerarsi decaduto». Borsa spa ha infatti deciso che «non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato» a causa dei risultati dell’offerta di sottoscrizione delle azioni dell’istituto finalizzata alla quotazione. L’avvio delle negoziazioni era infatti subordinato «alla verifica della sufficiente diffusione degli strumenti finanziari»: al termine dell’offerta Borsa ha rilevato che il 91,72% del capitale sarebbe in mano a «un unico soggetto» (il fondo Atlante), 10 investitori istituzionali avrebbero il 5,07% del capitale (di cui il 4,97% in mano a un unico investitore «indicato come non computabile ai fini del flottante»), il pubblico indistinto avrebbe avuto lo 0,36% e gli azionisti preesistenti il 2,86%. articoli correlati Con il fallimento dell’Ipo il fondo Atlante, che sottoscriverà integralmente l’aumento di capitale da 1,5 miliardi, avrà il 99,33% della banca. Quaestio Sgr, la società che ha in gestione il fondo, conferma che Atlante sottoscriverà l’intero aumento di capitale e «intende sostenere la ristrutturazione, il rilancio e la valorizzazione della Banca, avendo come obiettivo prioritario l’interesse dei propri investitori». Lo scorso 29 aprile l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza da 1,5 miliardi si era concluso con adesioni totali di poco superiori all’8% del capitale. Un risultato che aveva subito alimentato dubbi sulle possibilità di un via libera alla quotazione da parte di Borsa italiana. Arrivano le prime reazioni dal mondo finanziario. Per l’a.d. di Unicredit Federico Ghizzoni la Popolare di Vicenza «è in sicurezza e l’importante è questo». Alla domanda se sia meglio che l’istituto non vada in borsa Ghizzoni replica: «Credo che sia abbastanza indifferente, l’importante è che la banca abbia capitale a sufficienza per poter lavorare tranquillamente e questo obiettivo è stato raggiunto». REPUBBLICA.IT MILANO - Borsa italiana non approva la quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza. Lo si legge in una nota, in cui si precisa che "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato". Salta così la quotazione in Borsa per la banca popolare di Vicenza, che avrebbe dovuto sbarcare a Piazza Affari mercoledì 4 maggio a coronamento di un aumento di capitale fino a 1,75 miliardi di euro. Quell’aumento, come noto, si è però concluso venerdì con adesioni minime dei sottoscrittori, così che il Fondo Atlante si è impegnato ad esercitare la clausola di sub garanzia che lo avrebbe reso azionista a oltre il 92% delle quote dell’istituto vicentino; ora secondo gli accordi salirà al 99,33%. La notizia ha riacutizzato le vendite viste in apertura sui titoli del settore bancario a Milano. Ora la Borsa italiana, in una nota, ha comunicato che "ha deciso di non disporre l’inizio delle negoziazioni della banca" sul listino italiano, poiché in base ai risultati dell’offerta globale "non sussistono i presupposti per garantire il regolare funzionamento del mercato". "Pertanto - scrive borsa italiana - il provvedimento di ammissione delle azioni della banca del 20 aprile 2016 è da considerarsi decaduto". Secondo il regolamento di Piazza Affari, per essere ammessi alla quotazione i titoli devono avere i seguenti requisiti: una capitalizzazione di mercato di almeno 40 milioni; "sufficiente diffusione" di almeno il 25% del capitale come flottante (ma nella quota si possono conteggiare anche gli Organismi individuali collettivi del risparmio, ovvero i fondi come Atlante); una "ripartizione adeguata presso i soli investitori professionali se il valore di mercato delle azioni possedute dagli investitori oppure il numero degli stessi faccia ritenere che le esigenze di regolare funzionamento del mercato possano essere comunque soddisfatte". E proprio il requisito della "sufficiente diffusione" del capitale flottante avrebbe fatto decidere per il no i gestori del mercato, che evidentemente temevano un debutto con alta volatilità e prezzi in picchiata per le azioni della Vicentina. Anche perchè i multipli di valore correlati all’indicazione del prezzo di Offerta pubblica di vendita, pari a 0,10 euro (il livello minimo di un’ampia forchetta dilatata fino a 3 euro) corrispondevano alla valutazione borsistica rapportata al patrimonio netto tangibile di istituti ben più solidi e rodati del gruppo portato al dissesto dalla gestione di Samuele Sorato e del presidente Gianni Zonin. Come Ubi banca per esempio, poco più di Creval e Banco popolare, e quasi il doppio rispetto a Carige e a Monte dei Paschi. Uno smacco per il management guidato da Francesco Iorio, che da mesi si prodiga nel progetto di trasformazione in spa, ricapitalizzazione e quotazione della banca berica (soltanto il primo obiettivo è da considerarsi raggiunto). Viceversa, per il fondo Atlante l’esborso sale, da 1,35 miliardi di venerdì agli 1,5 miliardi attuali. In base agli accordi presi, infatti, era previsto che in caso di mancata quotazione "le adesioni presentate nell’ambito dell’offerta globale verranno meno e, anche alla luce dell’estensione dell’accordo di sub-underwriting concluso tra UniCredit e Quaestio Sgr il Fondo Atlante sottoscriverà 15.000.000.000 di azioni al prezzo di offerta di ruro 0,10 per azione, per un controvalore complessivo di 1.500.000.000 euro, pari al 100% del Controvalore dell’Offerta Globale. Così facendo Atlante deterrà una partecipazione nel capitale della Banca pari al 99,33%. Ma Atlante, lontano dalla Borsa e dai soci di minoranza, potrà ristrutturare più facilmente - e forse più rapidamente dei 18 mesi previsti - l’istituto in crisi. REPUBBLICA.IT MILANO - Borsa Italiana ha stoppato la quotazione della Popolare di Vicenza, reduce da un aumento di capitale sottoscritto soltanto dal 7,6% dei soci e completato grazie al Fondo Atlante: non ci sono i numeri perché si costituisca un "flottante" sufficiente. Manca, in sostanza, un adeguato numero di azioni da scambiare sulla Borsa per generare un vero e proprio mercato del titolo della popolare veneta. A questo punto, il fondo di supporto del sistema del credito sarà azionista con oltre il 99% della banca vicentina. La notizia si è ripercossa immediatamente su Piazza Affari, che ha accelerato al ribasso con le banche colpite dalle sospensioni: il Ftse Mib ha chiuso in calo dello 0,97%, unico segno negativo tra le principali Borse Ue, recuperando in parte dai minimi del pomeriggio. Sono andati in asta di volatilità Unicredit e Bpm, che con Banco Popolare, Mps e Ubi sono risultati i titoli più venduti. Bene Fca, che ha incassato un ottimo andamento delle vendite in Francia, mentre Ferrari ha chiuso un trimestre di crescita e annunciato Sergio Marchionne come nuovo ad. Nel resto d’Europa, i listini hanno trattato poco mossi, a parte Londra che è rimasta chiusa per festività: Francoforte è salita dello 0,84%, Parigi dello 0,3%. Si rafforza Wall Street: alla chiusura dei mercati europei il Dow Jones sale dello 0,35%, lo S&P500 dello 0,4% e il Nasdaq avanza dello 0,1%. L’euro è in forte rialzo: supera quota 1,15 dollari, ai massimi da 9 mesi. La moneta unica non toccava un valore così alto nel cambio con il dollaro da agosto 2015. La moneta europea passa di mano a 1,1535 dolari e 12,73 yen. Si stabilizza dopo un’iniziale fiammata lo spread tra Btp e Bund: 120 punti base con un rendimento del decennale italiano all’1,48%. In apertura di giornata, sui mercati sembrava riprendere quota il vecchio motto "sell in may and go away": vendi a maggio e vai via. A preoccupare gli investitori è l’incapacità di leggere le prossime mosse di politica monetaria da parte della banche centrali. Soprattutto dopo la delusione della settimana scorsa della Bank of Japan, che non ha lanciato gli stimoli tanto sperati. Il mercato si chiede inoltre se la Federal Reserve alzerà o no i tassi a giugno e mentre sorgono i dubbi sull’efficacia delle mosse della Bce, che ha appena chiuso il primo mese di programma di acquisti esteso a 80 miliardi di euro, gli analisti sembrano concordi su una cosa: la volatilità potrebbe tornare. D’altra parte - sottolinea Bloomberg - riflessi del Quantitative easing sul mercato europeo non si sono visti e anzi sorge la domanda: sono finiti i suoi effetti sugli investitori? Immediata la replica di Benoit Coeure, membro del consiglio direttivo della Bce che in un’intervista all’emittente radiofonica francese Inter radio ha detto: "Le politiche monetarie stanno facendo scendere i costi per gli investimenti, anche sul lungo termine. Ad ogni modo le misure richiedono tempo per manifestare i loro effetti sull’inflazione e, intanto, stanno aiutando la crescita". Nel frattempo, però, i titoli governativi dell’Eurozona hanno segnato il loro peggior mese dall’agosto scorso. Dal punto di vista macroeconomico oggi l’attenzione è rivolta ai Pmi manifatturieri dell’Eurozona. L’indice italiano delle aspettative dei direttori degli acquisti sale ai massimi da quattro mesi a 53,9 punti ad aprile (sopra la soglia di 50 indica espansione economica). Bene anche la Germania, in crescita a 51,8 punti, e il complesso dell’Eurozona, con l’indicatore in progresso a 51,7 punti nonostante il calo a quota 48 di quello francese. Si attendono nel pomeriggio i dati dagli Usa, insieme all’indice Ism. Ma la settimana è ricca di appuntamenti di rilievo: sono in arrivo le previsioni di primavera della Commissione europea con possibili indicazioni ai Paesi che non rispettano i parametri Ue sui conti. Proprio sulla flessibilità di bilancio, il ministro Padoan è intervenuto oggi a Bruxelles e ha rimarcato, in risposta al falco tedesco Weidmann, che "crea gli incentivi per le buone politiche" da parte dei governi. Occhi poi sui dati sull’occupazione negli Stati Uniti. Nel mirino degli addetti ai lavori torna anche la Grecia: lunedì 9 maggio è in agenda un Eurogruppo straordinario per raggiungere un’intesa sugli aiuti ad Atene prima che scadano i termini per i rimborsi a inizio luglio. Chiusura, questa mattina, per la Borsa di Tokyo complice la fiammata dello yen salito ai massimi da 18 mesi nel cambio con il dollaro dopo la decisione della banca del Giappone di optare per lo status quo della politica monetaria. L’indice Nikkei dei titoli guida ha così lasciato sul terreno il 3,11% terminando a 16.147,38 punti alla ripresa dopo la chiusura per festività di venerdì. Anche i prossimi tre giorni sono festivi e la Borsa riaprirà venerdì prossimo con un pausa che ha incoraggiato gli investitori a limitare l’assunzione di rischi. Chiuse per festività le altre piazze asiatiche. Peggiora, nel frattempo, l’indice manifatturiero che cala ai minimi da oltre tre anni a 48,2 punti. Sul fronte della materie prime, le quotazioni dell’oro superano la soglia psicologica di 1.300 dollari l’oncia. In discesa le quotazioni del petrolio sui dati dell’export in Iraq record in aprile: sul mercato afterhour di New York i contratti sul greggio Wti con scadenza a giugno perdono 49 centesimi s 45,52 dollari al barile. Il Brent cede l’1,3% a 46,76 dollari. 1.BORSA: POP.VICENZA PIEGA I BANCARI, MILANO CHIUDE UNICA IN ROSSO (-1%) (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Le perplessita’ sull’efficacia del decreto governativo sui crediti problematici e lo stop alla quotazione in Borsa della Popolare di Vicenza piegano i bancari di Piazza Affari e fanno del Ftse Mib l’unico indice in rosso in Europa. Se Francoforte (+0,8%) e’ la migliore approfittando del balzo di Allianz (+3,5% dopo la trimestrale) e del miglioramento dell’attivita’ manifatturiera di aprile, il listino milanese scivola dello 0,97% con l’indice dei bancari giu’ di oltre il 3%. Banco Popolare (-7,3%) e Bpm (-6%) sono le piu’ penalizzate, male anche Mps (-5,5%) e Unicredit (-3,7%). Con il greggio che corregge dell’1% circa a New York a 45,42 dollari al barile nella consegna giugno, Saipem cade del 5,2%, Eni del 1,8%. In evidenza il riscatto del lusso (+3,7% luxottica, +3% Moncler). Attesa per le immatricolazioni europee di Fiat Chrysler (+2,1%) che oggi ha scorporato, in vista della distribuzion e ai soc i, la partecipazione in Rcs Mediagroup. Balzo del 4,8% per l’editoriale milanese: secondo rumors alcuni soci storici sono al lavoro per una controfferta da opporre a quella di Urbano Cairo. Per la prima volta da fine agosto, l’euro/dollaro riaggancia quota 1,15 sulla scia delle dichiarazioni del presidente Bce Mario Draghi (’Non c’e’ alternativa a politiche espansionistiche continuate’) ma anche del deludente dato sul manifatturiero Usa ad aprile: il cambio si attesta a 1,1508 da 1,1448 di venerdi’. Euro/yen a 122,62 da 122,32 yen, Dollaro/yen a 106,50 dollari (da 106,82). 2.B.POPOLARE: SAVIOTTI, NO PREOCCUPAZIONI SU AUMENTO DOPO FLOP IPO VICENZA (RCOP) (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - ’Perche’ dovrebbero esserci preoccupazioni? Abbiamo gli advisor che ci hanno coperto, ci sono un sacco di banche che vogliono partecipare’. Cosi’ l’a.d. del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, a chi gli chiede se ci siano preoccupazioni in vista dell’aumento di capitale da un miliardo annunciato dall’istituto dopo il fallimento della quotazione in Borsa della Banca Popolare di Vicenza. Saviotti ha parlato entrando al Teatro alla Scala per la cerimonia per i 150 anni del Sole 24 Ore. 3.POP VICENZA: DOPO STOP A BORSA, FONDO ATLANTE AL 99,33% DEL CAPITALE (RCOP) (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - Quaestio Capital Management sgr, a fronte dello stop alla quotazione di Popolare di Vicenza da parte di Borsa Italiana, conferma che sottoscrivera’ (in nome, per conto e nell’interesse del Fondo ’Atlante’) 15 milioni di azioni ordinarie di nuove emissione della banca al prezzo unitario di 0,1 euro per un controvalore complessivo di 1,5 miliardi. Per effetto di cio’, il Fondo ’Atlante’ verra’ a detenere una partecipazione nel capitale sociale della banca pari al 99,33%. Come gia’ comunicato, ’il Fondo ’Atlante’, quale anchor investor, intende sostenere la ristrutturazione, il rilancio e la valorizzazione della banca, avendo come obiettivo prioritario l’interesse dei propri investitori’. FONDO ATLANTE: ENNIO DORIS, GIUDIZIO POSITIVO, HA MESSO IN BONIS POP VICENZA (Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) - "Siamo stati i primi a farlo e lo rifarei. Il mio giudizio sul fondo Atlante non puo’ che essere positivo, ha fatto quello che doveva fare". Cosi’ Ennio Doris, presidente e fondatore di Banca Mediolanum, a margine della presentazione del suo nuovo libro sul ciclismo "Campioni miei". Prima di tutto, ha continuato Doris, il fondo Atlante "ha messo in bonis la Popolare di Vicenza: adesso la gestiranno, la ristruttureranno un po’ per poi rimetterla sul mercato una volta che e’ a posto. Peraltro, c’e’ gia’ oggi una struttura con Iorio che e’ buona. Poi sara’ la volta di qualche altra caso d’intervento, dove ci siano difficolta’".