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 2016  maggio 01 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 88 (Sul partito d’azione e gli altri. Note critiche) Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database in scheda: manca IL RAPPORTO CON GIUSTIZIA E LIBERTÀ – Italia Libera

LIBRO IN GOCCE NUMERO 88 (Sul partito d’azione e gli altri. Note critiche) Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database in scheda: manca IL RAPPORTO CON GIUSTIZIA E LIBERTÀ – Italia Libera. «L’Italia Libera» di Roma, n. 1, 1° gennaio 1943, che più che un giornale era un minuscolo giornalino di pochi fogli, contiene il seguente appello: «Italiani, per la salvezza, la libertà della Nazione, per una pace di dignità, per dare a tutti gli uomini “Giustizia e Libertà” preparatevi, organizzatevi nel Partito d’Azione, combattete». G.L. Che era il Partito d’Azione e che Giustizia e Libertà? V’era un legame tra i due movimenti? E quale? Sulla questione, oggi è caduta molta luce, ma nell’estate e nel primo autunno del ’43, parecchi del P.d’A. negavano ogni e qualsiasi derivazione diretta o indiretta da G.L. e fra i più decisi ad affermare l’assoluta autonomia dell’origine del partito era La Malfa. Sennonché Fancello, Bauer e Siglienti che ora aderivano al Partito d’Azione affermavano a Lussu, nel loro primo incontro a Roma a metà agosto, che i due movimenti erano uno la continuazione dell’altro, e che la nuova denominazione del P.d’A. era stata adottata per impedire che l’Ovra continuasse a perseguitare quelli che avevano fatto parte di G.L. e, arrestati e incarcerati questi, quanti erano sospetti d’aver avuto rapporti con loro. Convegno. Il primo convegno del Partito d’Azione ebbe luogo a Firenze il 5 e il 6 settembre del 1943. Era un convegno, e non un congresso, e non era neppure propriamente nazionale. Il convegno era clandestino, e si tenne il primo giorno nella casa di Carlo Furno, e il secondo in quella di Enzo Enriques Agnoletti. Il primo giorno presiedeva Bauer, il secondo Leone Ginzburg. Tutto questo è nel ricordo dei presenti: il resto è imprecisabile e incerto. Discutere. Il convegno dimostrò quanto fosse difficile, nel lungo periodo di una dittatura di polizia, discutere in molti, trovare una linea politica comune di pensiero e di azione e di concludere, politicamente, fra compagni provenienti da luoghi ed esperienze e cultura differenti. Re. Un delegato, e fra i più noti, nel suo intervento, sostenne la repubblica, previa abdicazione del re e del principe, con la reggenza del figlio del principe. Quando io osservai che, così, egli votava per la monarchia, si considerò offeso. Allora, e anche dopo un po’ di tempo, non per tutti era chiaro che con l’abdicazione del re e insieme anche quella del principe, non si faceva un passo avanti verso la repubblica, ma tre passi indietro. Comando Supremo. La fuga del Comando Supremo del 9 settembre, con l’occupazione del Sud liberato dai tedeschi, è stato il vero colpo di Stato di quel periodo. Un Comando Supremo che fugge improvvisamente, senza neppure informare il Consiglio dei ministri, tanto da dimenticare nei cassetti d’ufficio documenti militari segreti e persino il timbro a secco dello Stato Maggiore dell’esercito, non può animare al combattimento. Liberi. «La fondazione di una società di uomini liberi in cui l’eguaglianza politica e sociale dei cittadini segni la fine della oppressione dell’uomo su l’uomo... interpreti innanzi tutto le aspirazioni di giustizia e libertà dei lavoratori, operai, contadini, artigiani, tecnici, intellettuali e quanti altri vivono del proprio lavoro senza sfruttare il lavoro altrui» (il secondo punto del programma del Partito d’Azione dopo la liberazione di Roma). Compito. Il compito del Partito d’Azione può considerarsi assolto, con la negazione integrale del regime fascista, con la Resistenza individuale e collettiva armata, e coll’intransigenza repubblicana che ha portato alla costituzione democratica. Alle elezioni per l’Assemblea Costituente il P.d’A. non avrà che 9 deputati di cui 7 eletti nel collegio nazionale. Scissione. La scissione era presto o tardi inevitabile. Un movimento interclassista, anche se di sinistra, è portato alle contraddizioni interne che lo lacerano alla scissione, in Italia e altrove. Solo una fede religiosa può legare gli associati di un partito interclassista più lungamente, ma non per sempre. Tuttavia, la scissione non si sarebbe avuta, se quelli che l’avevano provocata fossero stati di maggiore esperienza politica. Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 1/5/2016