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 2016  aprile 29 Venerdì calendario

PROFETI «I cosiddetti profeti non mi hanno mai convinto fino in fondo perché all’inizio danno qualcosa di più, ma poi si fissano sulle loro idee

PROFETI «I cosiddetti profeti non mi hanno mai convinto fino in fondo perché all’inizio danno qualcosa di più, ma poi si fissano sulle loro idee. Il calcio non è una religione: è un serbatoio di idee» (Fabio Capello, allenatore). URLA «Mancini non urla mai. È un allenatore ma vede la quotidianità con gli occhi del giocatore: non ha dimenticato quel che è stato. Ti capisce. Mazzarri aveva atteggiamenti più da allenatore classico e si arrabbiava di più» (Mauro Icardi, calciatore, attaccante dell’Inter). SCANDALO «Prendiamo il caso Vardy in Inghilterra: il Leicester è a un passo dal lieto fine di una favola bellissima, ma nessuno grida allo scandalo perché il loro attaccante più forte è stato fermato due giornate dopo le parole di troppo dette all’arbitro e dimostrate con la tv. In Italia sarebbe scoppiato il finimondo: da noi quando un giocatore è squalificato per degli insulti si fa sempre ricorso sostenendo che non ha mai detto quelle frasi. Serve aggiungere altro?» (Nicola Rizzoli, arbitro di Serie A). CATENACCIO «L’Atletico Madrid non fa il catenaccio come si faceva una volta. Il suo allenatore, Simeone, insegna a difendere “di squadra” e non individualmente. E c’è una bella differenza con quello che si vedeva in Italia tanti anni fa. Poi è vero che la tattica dell’Atletico è difensivista, ma dietro c’è una strategia» (Arrigo Sacchi, ex allenatore, ora commentatore televisivo). TRAMPOLINO «Un giornalista mi ha detto: “Rio sarà un bel trampolino per Tokyo 2020”. “Tokyo chi?”, ho risposto. Questa è l’Olimpiade mia. Non esiste altro, non può andare male. Voglio vincere» (Gianmarco Tamberi, saltatore in alto, detentore del record italiano indoor). GOMITI «Uso solo maglie a maniche lunghe, avere i gomiti scoperti mi infastidisce. E se fosse per me avrei sempre maglia e pantaloncini neri» (Emiliano Viviano, calciatore, portiere della Sampdoria). SOLO «Io non sono solo, ho il team alle spalle e questo è uno sport di squadra, da solo non raggiungerei niente. Ho la mia famiglia, gli amici, il mio manager, il fisioterapista. Tutti loro hanno un ruolo nelle mie vittorie» (Nico Rosberg, pilota della Mercedes, leader della classifica di F.1). DOMANDE «Smettere? Devo domandare a Totti…» (Totò Di Natale, calciatore, attaccante che ha annunciato ieri il suo addio all’Udinese).