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 2016  aprile 27 Mercoledì calendario

INTERVISTA A BO DEREK – Ci sono attrici che diventano famose grazie alla quantità di film che fanno

INTERVISTA A BO DEREK – Ci sono attrici che diventano famose grazie alla quantità di film che fanno. Ad altre basta un’inquadratura per entrare nella storia. Bo Derek appartiene a questa seconda categoria. Prima di Pamela Anderson, prima di Cindy Crawford, prima di chiunque si sia messa a correre su una spiaggia accendendo le fantasie erotiche del mondo, c’è stata lei. Era il 1979 e il film si intitolava 10, una commedia di Blake Edwards con Dudley Moore nella parte di un uomo in crisi di mezza età che perde la testa per la donna perfetta. In costume, con i capelli raccolti in treccine diventate anch’esse iconiche, a Bo bastarono cinque minuti per diventare un sex symbol, e poco importa se i film successivi (Tarzan, l’uomo scimmia, Bolero Extasy) non furono esattamente capolavori. Dalla corsa sulla spiaggia sono passati 37 anni e la donna che oggi ho davanti in un ristorante di Los Olivos, in California, è una bellissima signora alla soglia dei 60, che da molto tempo vive in un ranch a nord di Los Angeles, tra cavalli e cani. «Era il mio sogno da bambina: l’ho comprato con i primi soldi guadagnati». Sposata per 22 anni con l’uomo che la scoprì a 16, il regista e attore John Derek, di 30 anni più vecchio di lei (la loro relazione fu uno scandalo: lei era minorenne e lui già era sposato con Linda Evans), Bo è rimasta vedova nel 1998. Da 14 anni è fidanzata con John Corbett, indimenticato Aidan di Sex and the City nonché protagonista del Mio grosso grasso matrimonio greco. Nonostante la vita semi ritirata, non ha mai lasciato il mondo del cinema, lavorando come produttrice e accettando ogni tanto una parte qua e là. Una di queste è il ruolo di cattiva ereditiera nella quinta stagione dell’Onore e il rispetto, la fiction con Gabriel Garko. «L’anno scorso sono stata tutto il mese di agosto a Roma, eppure i paparazzi non si sono mai accorti di me. Quanto è bello Gabriel, e che uomo gentile. Ma anche molto divertente». Quando è diventata Bo Derek? «Successe tutto molto in fretta. A 17 anni feci un film piccolo con John Derek, quello che poi sarebbe diventato mio marito (C’era una volta un amore, uscito solo nel 1981, ndr). Nel 1979 girai 10 di Blake Edwards e lì iniziò tutto. Non avevo esperienza, ero sconosciuta, venivo dal nulla e da un giorno all’altro mi ritrovai famosa in tutto il mondo». Il nome Bo chi lo scelse? «Io. Volevo qualcosa di esotico. Il mio vero nome, Cathleen, sapeva troppo di ragazza californiana». Ero convinta l’avesse scelto John Derek. «Sì, lo so che l’idea corrente è che fossi un oggetto nelle sue mani, ma non sono stata solo un burattino. Non c’è dubbio che John abbia influenzato tutto quello che ho fatto, ma d’altronde era inevitabile: aveva 30 anni più di me, era nato e cresciuto a Hollywood, e io mi fidavo ciecamente». All’epoca non le dava fastidio passare per sottomessa? «Sì, ma non me ne sono mai fatta un cruccio. Non mi sono mai imbarcata in una crociata per dimostrare che non ero stupida e che sapevo il fatto mio. Non ho mai sentito il bisogno di gridarlo al mondo». Come reagì la sua famiglia vedendola con un uomo così tanto più grande? «Mia mamma era furiosa. Quando andammo in Germania per evitare che in America John fosse accusato di stupro (a causa della minore età di Bo, ndr), lei credeva che non sarebbe durata e che sarei tornata a casa. Che è poi quello che pensavo anche io: ero convinta che prima o poi John sarebbe tornato dalla moglie». Lei adesso è zia: se sua nipote le dicesse che è fidanzata con un uomo più grande di 30 anni? «Non ne sarei per niente felice. Ora che sono dall’altra parte vedo quello che a 16 anni non vedevo. Quando si è giovani si pensa di sapere tutto. Io sono stata fortunata perché mio marito era un brav’uomo, però se mi fossi innamorata di un mascalzone avrei rischiato. Non nego che a quell’età fossi manipolabile, ma lui mi amava e io amavo lui. Il nostro matrimonio è durato 22 anni, qualche cosa vorrà pur dire». John per lei lasciò la terza moglie, Linda Evans, la famosa Krystle Carrington di Dynasty. Ha mai avuto sensi di colpa per aver fatto finire il loro matrimonio? «Li ho ancora adesso. Grazie al cielo Linda è una donna intelligente e con il tempo siamo diventate amiche, ma ogni volta che la incontro, mi sento una persona orribile. Sapere che l’ho fatta soffrire è una cosa che non mi perdonerò mai». Crede nel destino? «Sono fatalista. Non credo che l’amore sia qualcosa su cui si possa contare: se dura 22 anni bene, sei fortunata, ma non ci sono mai garanzie». Da 14 anni è fidanzata con John Corbett: e se un giorno lui la lasciasse per una donna più giovane? «Ah, dice che me lo sarei meritato? No, non credo in questo tipo di karma. Da giovani si fanno errori, è inevitabile, l’unica nostra responsabilità è imparare a non rifarli». Come si fa a diventare amiche della ex moglie del proprio marito? «È una cosa che mi ha insegnato Ursula Andress (seconda moglie di Derek, sono stati sposati dal 1957 al 1966, ndr). Quando si lasciarono lei fece di tutto perché i rapporti rimanessero civili: voleva John nella sua vita, anche se non più da marito. Per fare questo sapeva che doveva diventare amica della nuova compagna. E infatti così è stato: è diventata prima amica di Linda, e poi mia». Già incontrare una ex è faticoso, se poi questa è un mito come Ursula Andress non oso immaginare… «Infatti fu terribile. John mi portò da lei e io ero terrorizzata. Avevo 17 anni e per me Ursula era la donna più bella del mondo». E che cosa fece? Come si comportò? «Rimasi in silenzio, in un angolo, sentendomi piccolissima, e li osservai. Ho imparato molto sugli uomini e sulla vita guardando Derek interagire con le sue ex mogli». John è mai stato geloso di lei? «No, credo che anche lui non si aspettasse che sarebbe durata così tanto». Mai un tradimento? «Sono pre programmata alla fedeltà. Non mi sono neanche mai dovuta trattenere perché semplicemente non ho mai avuto la tentazione». È vero che Derek la criticava perché mangiava troppo? «Era un esteta, un perfezionista, uno che guardava al corpo femminile come gli esperti guardano ai cavalli, analizzando ogni singolo muscolo. Io ero indisciplinata e mangiavo dolci e per lui non ero mai abbastanza in forma. Per esempio, lui era convinto che al provino per 10 mi avrebbero scartata perché troppo grassa. Mi diceva: “Vai vai, così se te lo dice qualcun altro che devi dimagrire, magari ci credi”. Invece ebbi la parte». Per molti lei è stata il simbolo della donna oggetto. «Certo che ero un oggetto, ma a quell’epoca non è che ci fossero grandi parti per le donne. Eravamo tutte Bond Girl: assunte per essere belle. Persino Meryl Streep era un oggetto, all’inizio, e comunque era chiaro che io non sarei mai diventata Meryl Streep. Sì, ero un oggetto sessuale, ma ho sempre avuto la libertà di scegliere e ho preferito rifiutare film grandi per produrne di piccoli insieme a mio marito. D’accordo, erano film con Bo Derek svestita, ma che cosa avrei dovuto fare? Shakespeare?». Mi sembra molto sincera, dica la verità: com’è invecchiare per una donna che è stata un sex symbol? «Una schifezza». Grazie. Temevo fosse una di quelle che dicono che invecchiare è bellissimo… «No, è orribile. Ho provato il botox, ma se da una parte ti migliora, dall’altra ti peggiora perché ti mette in risalto altri difetti. Alla fine ho rinunciato, mi tengo le rughe». Il suo attuale fidanzato che cosa ne pensa? «È completamente contrario a qualsiasi forma di ritocco. E se vado bene a lui, allora vado bene anche a me». State insieme da 14 anni, un bel record a Hollywood. «E pensare che all’inizio non avevamo nulla in comune, abbiamo imparato a essere compatibili. Ci divertiamo, abbiamo una bella vita, i cavalli, i cani». Da come ne parla, i due John sembrano molto diversi l’uno dall’altro. «È così, ma questo vuol dire che anche io sono una persona diversa». Questa Bo piacerebbe a John Derek? «Forse no». Che voto darebbe alla sua vita? Un bel 10? «Ho passato anche io momenti bui, ma alla fine quando guardo indietro non posso che essere grata per tutto quello che ho avuto dalla vita. Non c’è giorno che non pensi a Blake Edwards e che, dentro di me, non lo ringrazi».