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 2016  febbraio 14 Domenica calendario

PANTANI DODICI ANNI DOPO. LE DUE INCHIESTE ALLA RESA DEI CONTI

Dodici anni fa san Valentino cadeva di sabato: non c’era Sanremo, non c’erano anticipi di A importanti (Perugia-Chievo 0-2, primo gol di un certo Barzagli...), non c’era la crisi economica. Quella sera una notizia fece il giro del mondo in pochi minuti: Marco Pantani era stato trovato senza vita in un residence di Rimini. Tragico paradosso: il ciclista che aveva fatto appassionare milioni di persone, morto da solo nel giorno degli innamorati. Una carriera segnata dalla storica doppietta Giro-Tour del 1998, ma il 5 giugno 1999 arrivò la mazzata di Madonna di Campiglio: esclusione dalla corsa rosa (praticamente già vinta) prima della penultima tappa per ematocrito alto. «Questa volta non mi rialzo», disse il romagnolo. Non si rialzò, nonostante le vittorie, più di cuore che di gamba, al Tour 2000 su Lance Armstrong, nemico e ossessione. Depressione prima, cocaina dopo: il Pirata perse la gara più importante, pagando (per tutti) un conto salatissimo.

RICORDO VIVO Aveva solo 34 anni. Il tempo, però, ha smascherato la malattia globale di quel ciclismo, con coperture e connivenze. Ma in quegli anni Pantani era l’unica mela marcia. Da staccare in tutta fretta dall’albero. Da incolpare, come fecero 7 procure portandolo a processo con l’accusa di frode sportiva (tutte assoluzioni, non c’era neppure il reato...). E magari da dimenticare. Non è andata così: dopo 12 anni il suo ricordo è vivo più che mai. Dodici anni dopo la bandana è ancora di moda, pure tra ragazzi che non lo hanno mai visto alzarsi sui pedali in salita. Dodici anni dopo c’è un mamma (Tonina) sempre in prima linea, in cerca di risposte su Campiglio e su Rimini. Anche perché ci sono due inchieste aperte. E proprio in queste settimane arrivano in zona «traguardo».

RIMINI Le indagini sono state riaperte nel luglio 2014. La prima inchiesta fu rapida (morte causata dall’overdose di cocaina), con patteggiamenti degli spacciatori per omicidio colposo e assoluzione dalla stessa accusa per chi scelse il dibattimento. La famiglia ha sempre contestato questa tesi. L’esposto dell’avvocato Antonio De Rensis ha spinto la Procura a una nuova inchiesta: omicidio volontario come ipotesi. Il clima, però, non è mai stato sereno: tra rinunce e querele (del pm Giovagnoli a uno dei periti della difesa) si è arrivati alla richiesta d’archiviazione, ma con una sostanziale novità. Per il consulente della Procura la morte di Pantani è dovuta agli antidepressivi (prescritti). Il legale si è opposto alla richiesta del pm, facendo notare le tante incongruenze delle (non) indagini e il rifiuto di approfondire la questione «causa decesso», nonostante il consulente del pm abbia chiesto altri esami, giudicati importanti. L’opposizione è stata ritenuta fondata dal Gip Vinicio Cantarini: ha fissato al 24 febbraio l’udienza a Rimini per un confronto. Sarà decisivo: il giudice potrebbe ordinare nuove indagini oppure archiviare.

CAMPIGLIO Sull’esclusione di Pantani dal Giro indaga la procura di Forlì dal settembre 2014. Sono state sentite molte persone (ciclisti, medici, dirigenti, autisti) mai ascoltate prima: gli inquirenti sono convinti di aver riscritto la storia di quella mattina. In più c’è l’intercettazione ambientale di un affiliato al clan che confermerebbe la tesi per cui Pantani sarebbe stato fatto fuori al Giro per le scommesse clandestine. Proprio questo passaggio ha fatto entrare in campo la Dda di Bologna che ha visionato gli atti. L’ottimo lavoro svolto da Forlì è continuato negli ultimi mesi, a fari spenti. Ora il procuratore Sergio Sottani attende (entro febbraio) l’informativa finale dei carabinieri che hanno svolto le indagini. L’informativa dovrebbe tirare le somme dell’inchiesta e spingerla verso una conclusione. Il finale è ancora da scrivere: non sono da escludere colpi di scena (potrebbero esserci degli indagati) oppure, anche a causa della prescrizione dei reati, a una richiesta di archiviazione amara dove sarebbe evidenziata la possibile alterazione del test senza poter procedere.