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 2016  febbraio 09 Martedì calendario

Autore: lepouquitousse Analista anonimo, Bruxelles Da quando è stato annunciato il ritorno in Italia dell’ingegner Roberto Fedeli, gira la battuta che sia l’unico in grado di sviluppare vetture ibride per Fca, dal momento che LaFerrari (una sua creatura, ma a chi è venuto in mente un nome del genere?) è il solo modello ibrido prodotto dal gruppo

Autore: lepouquitousse Analista anonimo, Bruxelles Da quando è stato annunciato il ritorno in Italia dell’ingegner Roberto Fedeli, gira la battuta che sia l’unico in grado di sviluppare vetture ibride per Fca, dal momento che LaFerrari (una sua creatura, ma a chi è venuto in mente un nome del genere?) è il solo modello ibrido prodotto dal gruppo. Almeno fino a un mese fa, quando a Detroit è stata presentata la Chrysler Pacifica. In realtà, Fca ha bisogno al più presto di vetture ibride, ma il ruolo affidato da Sergio Marchionne a Fedeli – chief technical officer per Alfa Romeo e Maserati – va ben oltre l’esigenza di ridurre le emissioni. L’originale approccio degli skunk works, fortemente voluto da Marchionne (notoriamente insofferente alla rigida disciplina dei processi di product development di tedeschi e giapponesi), non sembra aver funzionato e il management è stato costretto a un rinvio del lancio dei nuovi prodotti. Ciò vale soprattutto per la Giulia, che addirittura non avrebbe passato i crash test interni. Un esito ampiamente prevedibile, secondo alcuni addetti ai lavori; si dice che al team, composto da persone non tutte dotate di adeguata esperienza, sia stata data l’indicazione di acquistare decine di auto della concorrenza e di selezionare le migliori componenti di ciascuna di esse. Pare che da questo sofisticato esercizio di benchmarking sia emerso che l’unica macchina che valesse qualcosa fosse la Bmw Serie 3, alla quale peraltro i designer della nuova Giulia si erano già liberamente ispirati. Non deve dunque sorprendere che Fedeli, proveniente da 16 mesi passati in Bmw dopo 26 anni in Ferrari, sia stato richiamato. Toccherà a lui l’ingrato compito di mettere a posto le cose, recuperando il tempo perduto. Si tratta indubbiamente di un segnale forte per Harald Wester, l’ineffabile ingegnere tedesco ceo di Alfa e Maserati e capo dello sviluppo prodotto per tutti i marchi del gruppo, a cui formalmente Fedeli riporterà. La scelta di Fedeli lo esclude definitivamente dalla lista dei candidati alla successione di Marchionne, il quale non da oggi sembra preferirgli altri direct reports come Ketter, Palmer, Gorlier e Manley. Insomma, se davvero la missione di Alfa e Maserati è di rimpiazzare Ferrari (nel frattempo passata da mezzo miliardo di attivo a due miliardi di indebitamento) nel portafoglio di Fca per accrescerne il valore, c’è molto da fare. E dunque a Fedeli facciamo i nostri migliori auguri di buon lavoro.