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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

NEL FUTURO DIGITALE LUNGA VITA AI PORTIERI

Per misurare il boom dell’e-commerce in Italia, staccare lo sguardo dai trend di crescita e fare una visita al piano terra del condominio. Chiedere ai portieri, i soliti bene informati: che lo chiamano «il problema dei pacchi». Quasi 8 milioni: quelli consegnati solo nel 2014 ai domicili degli italiani. I portinai ne sanno qualcosa, e le loro informazioni sono di prima mano. Lo scorso anno in Italia la spesa pro capite per prodotti acquistati tramite l’e-commerce è stata di circa 1.100 euro. Il 5% del totale delle merci vendute è avvenuto tramite una transazione elettronica e, stando ai dati di Netcomm – il consorzio del commercio elettronico italiano – gli acquisti online registrano un tasso di crescita del 20% rispetto all’anno precedente. E la questione è entrata nelle discussioni, le assemblee e le rivendicazioni della categoria professionale più guardinga e ben informata su ciò che entra ed esce dalle nostre case: i portieri.
Vittorio Cardini è il segretario dell’Ascf, l’associazione che unisce gli addetti ai servizi condominiali e di fabbricato, ossia i portieri, e racconta come nel corso dell’ultima riunione annuale gli associati abbiano rilevato il «problema dei pacchi». Evidenziando un considerevole aumento del lavoro per la ricezione e movimentazione dei pacchi che arrivano al domicilio di chi acquista online, oltre ai problemi di spazio che si creano nelle guardiole particolarmente anguste. I portieri – che secondo Cardini sono un numero che oscilla tra 50 e 60 mila ma di cui è difficile dare una quantificazione precisa a causa della situazione di crisi in cui versano attualmente i condomini – hanno un contratto collettivo che prevede mansioni principali di vigilanza e custodia, mentre le mansioni accessorie riguardano la pulizia delle scale, giardinaggio, e il ritiro della posta. Ma quest’ultima mansione oggi rischia di essere preponderante ed è per questo che l’Associazione ha previsto di richiedere un adeguamento del contratto collettivo, con una specifica voce che tenga conto del nuovo ruolo del portiere per gli acquisti con spedizione a domicilio fatti dai condomini.
Stando al Libro Bianco sulla logistica nell’e-commerce realizzato da Netcomm, nel corso del 2014 il commercio elettronico ha determinato consegne di 9,5 milioni di pacchi al mese (più 16% rispetto al 2013). L’84% dei beni fisici è consegnato a casa, mentre il 7,4% è ritirato nel luogo di lavoro e il 5% al domicilio di un’altra persona. Tolta quindi la piccola percentuale di coloro i quali si fanno recapitare gli acquisti alla reception dell’ufficio, di chi può contare sul portiere, di chi coinvolge parenti o amici pur di non trovare al rientro il famigerato “avviso di giacenza” lasciato dal corriere, resterà la fetta più importante di acquirenti ad affrontare il problema dell’incertezza della consegna (la maggior parte dei siti web indica genericamente entro quanti giorni effettuerà la consegna, ma mai l’orario preciso) e la necessità di essere presente a casa. Il trend in crescita dell’e-commerce ha un collo di bottiglia, le consegne, che spesso non sono compatibili con lo stile di vita attuale. Problema che si è preso in carico il settore della logistica, la cosiddetta «gestione dell’ultimo miglio della consegna», fattore determinante nella crescita del commercio elettronico. Superate le perplessità originarie del cliente che zavorravano il boom dell’e-commerce e la sua portata rivoluzionaria (cose come circa la sicurezza delle transazioni, il romanticismo dell’acquisto multisensoriale nel punto vendita tradizionale), ora è la logistica il vero protagonista del cambiamento culturale. E il dilemma da risolvere ormai è uno solo: dove farsi recapitare gli acquisti. In epoca di precarietà e fluidità (abitativa, sentimentale, lavorativa), al cliente è chiesto di garantire dove si troverà al momento della consegna – mediamente tra tre o quattro giorni: spesso l’impossibilità di dare questo tipo di risposta genera l’abbandono dell’acquisto. «L’e-commerce si sta sviluppando in tutto il mondo con tassi di crescita superiori al 20%, ed è l’unico settore in controtendenza rispetto agli sviluppi economici – dice Roberto Liscia, presidente di Netcomm – l’elemento che guida questa crescita, oltre all’ampliamento della gamma dell’offerta dei prodotti, è senza dubbio l’impegno che sta aumentando nei processi di logistica e delivery». In pratica è sulla logistica che grava il compito di individuare modelli di consegna che tengano conto sia dello stile di vita dell’acquirente che della specificità del prodotto: i mercati in grande crescita sono l’editoria, il food, l’informatica, gli elettrodomestici e stanno per diventare protagonisti delle transazioni elettroniche anche la cosmetica e l’arredo per la casa.
Tra le principali novità, c’è la consegna immediata, che ti permette di dire frasi come: «toh, ho finito il caffè, lo ordino online». Ci ha pensato Amazon, con il suo AmazonPrimeNow, che consegna a casa in un’ora tutti i giorni dalle 8 a mezzanotte, a Milano e dintorni: il costo della spedizione è di 6,90 euro e l’importo minimo di spesa richiesta è di 19 euro. Altro importante tassello nella costruzione del cambiamento è la consegna con il servizio di installazione: su Eprice, per esempio, si possono acquistare elettrodomestici e concordare il giorno e l’ora esatta per la consegna (anche serale fino alle 22 o nei weekend) e l’installazione professionale con ritiro dell’usato.
Ma il vero argomento saliente della logistica è la consegna flessibile, dove, come e quando è più comodo all’acquirente. Sono nati vari network di punti di ritiro: bar, edicole, tabaccai, negozi che al loro business tradizionale aggiungono anche quello di postazione per il ritiro di pacchi. Si rivolgono a un cliente disposto a pagare il servizio (che viene spartito tra piattaforma e punto di ritiro) pur di avere la libertà di ritirare il pacco in orari flessibili e secondo le sue esigenze, senza vivere passivamente lo stress della consegna e l’incubo dell’avviso di giacenza. Al momento dell’ordine del prodotto basta inserire nell’indirizzo del punto di ritiro più comodo, anziché quello di casa propria. Sono già parecchi i network che propongo questo servizio: Indabox, costa 3 euro a pacco e ti avvisa con un messaggio quando è pronto per essere ritirato; Io Ritiro, ritira e consegna pacchi e buste attraverso una rete di bar e negozi di vicinato e fidelizza i clienti con gli esercenti del network con crediti da acquistare in anticipo; Pronto Pacco, ha un costo variabile che parte da 1,70 euro per il ritiro di ogni pacco e recluta nuovi affiliati promettendo agli esercenti: «ti fai conoscere», «nessuna fatica», «aumenti gli incassi» e «nessun costo». Anche Fermopoint ha il medesimo funzionamento e permette di far ritirare la consegna a un conoscente o familiare di cui si comunicheranno in precedenza i dati anagrafici.
Come alternativa all’inseguire i pacchi consegnati in punti diversi dalla propria abitazione, c’è quella proposta da Volvo che ha brevettato un sistema per recapitare gli acquisti direttamente nel baule della propria auto: il corriere rintraccia l’auto tramite Gps, la apre con una chiave digitale monouso ed effettua la consegna.
Fa leva invece sui distributori automatici la Tnt, che ha sparpagliato per l’Italia una rete di locker dai quali il cliente può procedere al ritiro del pacco attraverso un pin o un codice di transazione, apponendo la propria firma per l’avvenuto ricevimento. Si trovano principalmente in punti ad alto traffico, come le stazioni di servizio o i centri commerciali e possono essere utilizzati solo per alcune merceologie e per pacchi con dimensioni limitate. L’azienda che li produce si chiama InPost e ha sede in Polonia, e in questo momento sta progettando locker refrigerati per accogliere anche i pacchi contenenti cibo e loker da abitazione: probabilmente la casa del futuro avrà un locker incastonato nel muro e comunicante con l’esterno.
Nient’altro che la versione tecnologicamente avanzata del cestino calato dalla finestra con una corda per la spesa alla drogheria accanto. Del resto, la logistica attinge le idee dai modelli di buon vicinato; startup come Koiki o PackagePeer coinvolgono gli abitanti di un quartiere in una rete social di ricezione e consegna, mettendo in contatto i vicini di casa con abitudini diverse: il casalingo riceverà i pacchi per chi sta fuori tutto il giorno. Idee per fare impresa che muovono i primi passi in un settore ancora poco regolamentato ma che potrebbe rappresentare una nuova palestra di crowdsourcing.
Anche i padroncini parcheggiati in doppia fila tra poco saranno sostituiti da droni – Google ha annunciato che a partire dal 2017 affiderà le consegne negli Usa ai velivoli comandati a distanza. Sarà un cielo pieno di pacchi volanti quello che ci aspetta.