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 2016  febbraio 06 Sabato calendario

Giuliano Zulin per “Libero Quotidiano” È cominciata la fuga dei depositi da Mps. A dicembre la raccolta è scesa del 2,4% ha detto l’ amministratore delegato Fabrizio Viola agli analisti

Giuliano Zulin per “Libero Quotidiano” È cominciata la fuga dei depositi da Mps. A dicembre la raccolta è scesa del 2,4% ha detto l’ amministratore delegato Fabrizio Viola agli analisti. Vuol dire che i clienti sono fuggiti e all’ appello manca almeno un miliardo. Una salassata arrivata nei giorni successivi al famigerato decreto del 22 novembre che ha messo in liquidazione Banca Marche, Etruria, Cariferrara e Carichieti. Una dimostrazione, casomai servisse, che quell’ intervento è stato affrettato e intempestivo. Ha contribuito a creare il panico fra i depositanti a cominciare da quelli di Mps, la banca che contende a Carige l’ ultimo posto nella classifica di fiducia del sistema. matteo renzi soldi matteo renzi soldi E’ l’ istituto più a rischio, quello da cui è meglio scappare. I primi ad andare via sono state le aziende. I clienti che più facilmente, si trovano sul conto corrente disponibilità superiori ai centomila euro. Si tratta della soglia non protetta su cui può abbattersi senza preavviso la scure del "bail in", la nuova regola europea che mette a carico di azionisti, obbligazionisti e clienti più ricchi il costo del fallimento. Ma chi può avere sul conto corrente tutti questi soldi? Non certo le famiglie. Molto più facile le aziende soprattutto a fine mese quando bisogna far partire i bonifici per gli stipendi. Se la tagliola targata Ue arriva in quel momento che cosa accade? La banca che fallisce, le imprese clienti che non possono pagare gli stipendi, il disagio popolare che diventa facilmente incendio sociale. La conferma che la regola del "bail in" è una bomba a orologeria messa sotto le banche più deboli. Serve solo a indebolirle ancora. E allora perché stupirsi se le azioni di Mps hanno perso più del 50% a partire dal mese di dicembre. luigi abete fabrizio viola luigi abete fabrizio viola Quando il mercato ha capito i rischi cui andava incontro ha fatto l’ unica scelta possibile: fuggire. Ieri il titolo è un po’ risalito guadagnando il 3,5%. Ma potrebbe essere un fuoco fatuo. Si vede, ma non ha consistenza. Anche perché Viola, parlando con gli analisti, non è stato sempre incoraggiante. Certo ha dichiarato che la fuga dei depositi si è fermata e che i conti vincolati hanno avuto una crescita del 32% in ragione d’ anno. Forse ha tralasciato di ricordare che si tratta della raccolta di Widiba, la nuova banca online. Ma la creatura è ancora gracile e poi la raccolta attraverso i suoi canali è molto costosa. Non tanto per il personale (ridotto all’ osso) quanto per i rendimenti che deve riconoscere alla clientela Viola ha escluso anche le indiscrezioni pubblicate ieri mattina, riguardanti le obbligazioni subordinate. Sono quelle più a rischio e qualche giornale aveva avanzato l’ ipotesi che a Siena avessero pensato di ricomprarle. fabrizio viola (2) fabrizio viola (2) Viola ha negato e anche il buon senso sembra escluderlo: viste la gracilità del bilancio che senso avrebbe per la banca impegnare risorse in questa operazione? Certo conforto per gli investitori, ma le urgenze dell’ istituto sono altre. A cominciare dalla gestione dei titoli marci. A Siena aspettano di conoscere le decisioni che, venerdì, prenderà il consiglio dei ministri. Tuttavia già da ora fanno sapere che faranno tutto in casa. Non andranno nella discarica pubblica. Cercheranno di gestirsi tutto in casa. Certo il carico è pesante (46 miliardi), Tuttavia non tutto è da buttare, Un po’ di riciclo sarà possibile. Ora tutti gli occhi del mercato sono rivolti al futuro e al possibile matrimonio. Chi vorrà prendere in sposa la ex "banca rossa"? Nessuno, fino a questo momento. Dall’ estero non arrivano manifestazioni d’ interesse. Ieri Bnp Paribas ha dato i conti da cui emerge una bella tosatura sui valori di Bnl. Difficile che voglia ancora puntare ancora sull’ Italia. RENZI 500 EURO RENZI 500 EURO Medesimo discorso sul Santander con una notazione in più. I guai di Mps nascono dall’ acquisto di Antonveneta. A vendere era stato proprio il colosso spagnolo che, in pochi mesi aveva anche realizzato un utile del 50%. Che ora prenda a prezzi stracciati tutto il gruppo sembrerebbe veramente molto strano. Quasi un’ offesa al sistema.