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 2015  dicembre 29 Martedì calendario

SUICIDI USCITI SUL FOGLIO DEI FOGLI DEL 28 DICEMBRE 2015


Youssef El Mejnaoui, 17 anni. Origini marocchine ma residente a Treviso, figlio di Ahmed, titolare con la moglie della pizzeria-kebab Mediterranea di via Ellero, un anno fa per dare una mano ai genitori aveva lasciato l’istituto alberghiero Alberini puntando a iscriversi alle serali una volta compiuti i 18 anni. Pieno di amici, «sempre sorridente e sempre disponibile», legatissimo al fratello ventenne Anas, l’altro giorno raggiunse l’ultimo piano del grattacielo in via Pisa, scrisse su WhatsApp un messaggio alla fidanzatina («Ti amo. Ti avrò sempre nel cuore») e si buttò di sotto. Nella sua camera i genitori trovarono un biglietto con su scritto «ci ho provato», frase a cui non riescono a dare alcuna spiegazione.
Alle 21.25 di venerdì 18 dicembre in via Pisa a Treviso.

Un uomo di 32 anni. Di Conegliano, Treviso, disperato perché la compagna ventiquattrenne, da cui due anni fa aveva avuto una bambina, l’aveva lasciato e s’era messa con un compaesano di 35 anni. L’altra sera aspettò il rivale sotto casa, con una roncola gli spaccò il vetro della macchina, lo colpì più volte in tutto il corpo ma dovette fuggire prima di riuscire a finirlo perché nelle villette circostanti, per via delle urla, iniziarono ad accendersi tutte le luci (ricoverato all’ospedale di Pordenone, il trentacinquenne rischia di perdere un braccio). Quindi rimontò sulla sua auto, raggiunse l’A 27, s’arrampicò sul cavalcavia e si buttò di sotto.
Notte tra martedì 22 e mercoledì 23 dicembre a Conegliano, Treviso.

Corriere della Sera, lunedì 21 dicembre
Lui lo chiamava amore ma era possesso. Annachiara lo aveva lasciato, non era più «sua». E Graziano ha avuto più coraggio per pianificare di uccidere e morire piuttosto che per provare a vivere senza di lei.
Ha provato ad ammazzarla. Ha premuto per tre volte il grilletto della sua calibro 22 recuperata chissà dove. Lei è crollata per terra e lui ha creduto fosse morta. Niente lo legava più a niente, a quel punto. E per morire ha tenuto la punta della pistola contro il petto e ha premuto il grilletto. Nessuno scampo. Graziano Bruognolo, 25 anni, è morto mentre i passanti sembravano arrivare tutti assieme dove un momento prima c’era solo la strada deserta.
Annachiara D’Onofrio è una bella ragazza di 27 anni, vita a Formia (in provincia di Latina) e studi all’Università di Cassino, dove si è laureata in Lettere e filosofia. Assieme alla sua famiglia è proprietaria e gestisce un supermercato a San Giorgio a Liri, vicino Frosinone. E quel supermercato (che si chiama Sigma) è sullo sfondo dei passaggi che hanno segnato la sua vita negli ultimi mesi e che sabato l’hanno portata a un passo dalla morte. Conoscere e frequentare Graziano, per esempio.
Quel ragazzo si piazzava ogni giorno lì davanti con la sua bancarella di vestiti. Difficile non notarlo. I saluti sono diventati chiacchiere, poi incontri, poi una storia. Lui sempre lì a gestire con sua madre la sua bancarella, lei ad aiutare i suoi nel supermercato. Chi li ha visti insieme dice oggi che la relazione non è mai stata solida, che Annachiara e Graziano avevano caratteri troppo lontani l’una dall’altro e che quella storia era destinata fin dall’inizio a non avere futuro. Ma lui ci ha creduto come mai gli era successo con nessun’altra. Lei, si è convinto sempre più, era la donna della vita.
Si sono frequentati per pochi mesi. Poi è stata lei a decidere di troncare tutto, a ottobre. «Lui soffriva molto ma cercava di non farlo pesare, si sforzava di avere sempre il sorriso sulle labbra» raccontano gli amici di Graziano ai microfoni delle televisioni che si sono occupate del caso. Con il passare delle settimane, a quel ragazzo sempre sorridente dev’essere sembrato tutto insostenibile: la sua vita di venditore ambulante, il suo tempo con gli amici, quel continuo cercare di incrociare Annachiara, di parlarle, di sperare che ci ripensasse... Tutto inutile.
Ucciderla e uccidersi, ecco cosa avrebbe fatto. Così si è procurato in qualche modo una calibro 22, ha aspettato che lei uscisse dal supermercato, che si avvicinasse all’auto parcheggiata qualche centinaio di metri più in là. Le è andato incontro e le ha sparato. Non ci sono testimoni oculari e quindi come i due si siano affrontati prima dei colpi di pistola potrà spiegarlo soltanto lei se vincerà la sua lotta per la vita: è stata operata due volte, è in coma farmacologico e in prognosi riservata per le ferite all’addome.
Qualcuno sostiene che avesse presentato denuncia perché continuamente infastidita da lui che provava a ricucire lo strappo. Ma il comandante dei carabinieri di Frosinone Andrea Gavazzi dice che tutto questo non risulta e che la priorità, adesso, più che ricostruire il passato è pensare al presente e salvare la ragazza.
Sabato mattina alle 10.40, prima di andare incontro al suo destino, Graziano ha scritto un messaggio su Facebook: «...queste sono vere donne... sei stupenda...», dedicato a una signora anziana in posa davanti a una carriola. Poi l’hanno visto dalle parti del supermercato. Aspettava la donna che credeva di amare. Per l’ultima volta ha creduto fosse amore e invece era possesso.
Giusi Fasano