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 2015  novembre 23 Lunedì calendario

POMPEI-ENEL RITORNO NELLE TLC PER LA SFIDA DELLA FIBRA OTTICA

Roma
Tra nove giorni l’ad di Enel Francesco Starace consegnerà ufficialmente a Tommaso Pompei le chiavi della nuova società della fibra ottica dell’Enel. Forse per quella data ci sarà un nome ufficiale della newco, o forse no, non è importante. Per ora la si potrebbe chiamare, per comodità Enelweb, per assonanza con Metroweb, la società di F2i e Fondo Strategico che ha posato fibra “spenta” da affittare alle telco a Milano prima e ora a Bologna e Torino. Ed è ciò che farà la newco targata Enel: poserà fibra nei cavidotti elettrici e la porterà nelle case degli italiani, fino ai contatori, puntando sulla capillarità dei suoi armadi di derivazione, che sono circa 400 mila in tutta Italia, quasi il triplo dei cabinet di Telecom Italia. Poi la affitterà alle telco. La chiamata di Tommaso Pompei alla guida di questa partita, da cui dipenderà una parte non piccola del business plan di Enel nei prossimi anni, sembra scritta nel destino di entrambi. Quello di Pompei, manager oggi 73enne è infatti un ritorno e da più punti di vista. E’ stato infatti Pompei a pilotare il primo ingresso del gruppo elettrico nel mondo delle tlc, quasi venti anni fa con la creazione di Wind. E’ stato sempre lui, dieci anni dopo, nel 2005, ad accompagnare il gruppo, passato il timone da Franco Tatò a Paolo Scaroni, che non credeva più in quella diversificazione, al disimpegno con la vendita di Wind al gruppo Orascom di Naguib Sawiris (e l’uscita di Pompei è avvenuta appena prima che Wind annunciasse il suo primo trimestre in utile). Oggi come allora la sfida che attende Pompei è quella di battere strade completamente nuove. «Sembra proprio un destino – commenta Pompei – Allora si trattava di affermare un modello di operatore telefonico integrato, fisso-mobile e sembrava un modello alla sola portata dei grandi incumbent. E anche oggi si tratterà di percorrere una strada che non ha precedenti all’estero. Ci sarà da lavorare molto ». E in effetti, Wind è stato a lungo l’unico operatore in grado di sfidare una telco ex monopolista sia sulla rete fissa che su quella mobile, sopratutto dopo che nel 2002 acquisì Infostrada. Un’operazione fortemente voluta da Pompei e un vantaggio di cui anche l’attuale Wind si fa un punto di forza, mentre le telco europee riscoprono la necessità della convergenza di cavi e antenne cellulari e la stessa Vodafone fa shopping di reti cablate in giro per l’Europa. D’altra parte la realizzazione di nuove reti sembra far parte del dna di Tommaso Pompei, visto che quando arrivò in Enel nel ‘96 aveva già alle spalle la startup di Omnitel, il primo concorrente di Telecom Italia, dal 1994, nei cellulari. Per Tommaso Pompei quindi, questa in fibra ottica sarà la terza rete di tlc che dovrà far nascere dal nulla. Anche se all’inizio non sembrava che il suo coinvolgimento nel progetto avrebbe finito per essere così forte. In effetti i primi contatti con Starace erano partiti fin dal maggio scorso, ma sarebbe solo nelle ultime due-tre settimane che l’ad di Enel avrebbe rotto gli indugi affidando a Pompei la guida dell’intero progetto. Ma oggi si può dire che in qualche modo la decisione fosse nelle cose, perché i rapporti di Pompei in Enel sono molto consolidati. Sono ottimi quelli con Francesco Starace, come si è visto, ma si sono anche mantenuti nel corso degli ultimi anni quelli con l’attuale Cfo di Enel, Alberto De Paoli, sicuramente uno dei registi dell’operazione. E De Paoli, per dire, era una delle due persone che sedevano con Pompei nel 1999 nella saletta in cui si svolgeva l’asta miliardaria per le frequenze Umts (20 mila miliardi delle lire di allora, più o meno 10 miliardi di euro oggi). Che cosa ci si aspetta che porti oggi Pompei nella costruzione di questa ipotetica Enelweb? La conoscenza del mondo telco, certo, la capacità di parlare il linguaggio delle tlc, visto che dovrà trattare con tutti gli operatori. Ma chi lo conosce parla anche della sua velocità di esecuzione e di cambiare in corsa le scelte. Molti ricordano ancora oggi la volta in cui Enel non aveva ancora definito i soci che l’avrebbero accompagnata nella nascita di Wind e c’erano trattative molto avanzate con gli americani di At&t ma con nodi difficili da sciogliere. E poi, nel giro di poche ora, Pompei tira fuori dal cilindro il coniglio, anzi due conigli: France Telecom e Deutsche Telekom, che entrarono in Wind con il 30% ciascuno. Di contatti internazionali comunque, Pompei ne ha accumulati in quantità, anche dopo l’uscita da Wind. Lo ha fatto nei tre anni passati al vertice di Tiscali, quando arrivò a sostituire il fondatore e guru Renato Soru, eletto presidente della Regione Sardegna. Era una Tiscali diversa da quella di oggi: aveva una forte presenza internazionale e con Pompei procedette ad alcune acquisizioni in Gran Bretagna tanto che Tiscali Uk in quegli anni valeva da sola ben più della metà dei ricavi del gruppo. E poi con un altro passaggio nel mondo dell’informatica e dei sistemi (che è tra l’altro quello delle sue origini, quando negli anni ‘80 costruiva la prima piattaforma di sistemi informativi dell’Alitalia): è stato presidente di Telit, quando già l’azienda era passata sotto il controllo dell’israeliano Oozi Cats e aveva mutato il suo business plan dai telefonini a quello che allora si chiamava M2M, machine-to-machine e che altro non è se non l’attuale Internet delle cose, ossia la nuova frontiera del traffico dati e della convergenza tra reti fisse e mobili. Dopo un ulteriore triennio a capo di Vitrociset (anche qui settore hi-tech, visto che il gruppo opera nei sistemi per la Difesa, il controllo del traffico aereo, i satelliti, le tlc, i trasporti e la logistica integrata) ultimamente Tommaso Pompei si è dedicato alle ristrutturazioni industriali di società in difficoltà con i propri business plan. Ma questo gli ha permesso di aggiungere altri tasselli importanti al suo portafoglio di rapporti, relazioni e competenze. «Negli ultimi tre anni mi sono occupato in particolare degli strascichi che la crisi ha lasciato in realtà che hanno dovuto indebitarsi e che sono quindi in una fase di ristrutturazione. Da ultimo, per esempio, il gruppo Boscolo, di cui sono ad, incarico che lascerò però a giorni», spiega. Le banche che lo hanno chiamato come consulente sono Unicredit, Intesa Sanpaolo e Mps, come dire la maggior parte del sistema bancario italiano. E anche qui sono rapporti che torneranno utili in Enelweb, dove la compagine azionaria è ancora tutta da costruire: ci saranno le telco – anche Telecom Italia, si augura l’ad di Enel Starace – ma anche partner finanziari. A partire da Cdp, di cui c’è già chi ipotizza un ingresso. Diretto o per il tramite di Metroweb, il cui futuro continua a preoccupare Costamagna e Gallia e per la quale Enel potrebbe essere una nuova e risolutiva opportunità. Ma nel frattempo Pompei non ha abbandonato il mercato hi-tech, anzi, ha fondato una sua società, la TP & Partners, con cui si occupa di startup. «Selezioniamo imprese con un forte contenuto di innovazione – spiega – L’ultima, per esempio, si chiama Smartika. E’ una piattaforma di social lending, di prestito sociale condiviso e a tassi sostenibili. E’ un settore delicato, di interesse bancario e infatti è sottoposto alla vigilanza della Banca d’Italia che ne ha appena autorizzato l’attività». Come dire che anche sul fronte regolamentare Pompei continua a tenersi in forma. Tanto più che la società della fibra parte già con la spada di Damocle di dover sottostare a due Authority contemporaneamente, quella dell’Energia per la sua origine “elettrica” e l’Ag-Com per il nuovo campo di Intervento. Per non parlare delle due Antitrust, quello italiano e quello europeo.
Stefano Carli, Affari&Finanza – la Repubblica 23/11/2015