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 2015  novembre 02 Lunedì calendario

RITRATTO DEL PREFETTO TRONCA PER IL FOGLIO DEI FOGLI DEL 2 NOVEMBRE 2015

Alla fine ha prevalso l’equazione Expo-Giubileo. È Francesco Paolo Tronca, attuale prefetto di Milano, il commissario straordinario che traghetterà Roma verso le elezioni di primavera nell’Anno santo che si aprirà l’8 dicembre, dopo la fine dell’amministrazione Marino. Tronca avrà i poteri di consiglio, giunta e sindaco messi insieme [1].

A firmare il decreto di nomina è stato venerdì sera il prefetto di Roma Franco Gabrielli, dopo le dimissioni di 26 consiglieri comunali e il conseguente scioglimento della giunta Marino. Ma la decisione è stata presa da Matteo Renzi, convinto che «il modello Expo possa essere la carta vincente anche per il Giubileo» [2].

Cesare Giuzzi: «Tronca è un uomo delle grandi emergenze: dalla nevicata dell’85 a Milano, fino alla strage di Linate e al terremoto de L’Aquila e dell’Emilia, passando per la strage di Viareggio e il naufragio della Concordia» [3].

Arriva in Campidoglio dopo aver guidato la prefettura di Milano dal 2013 a oggi. Monaci e Paris: «È stato il garante, a volte nascosto e a volte in prima linea, della sicurezza e della trasparenza nei cantieri dell’Expo. E, in pratica, ha fatto da collante tra le scelte realizzate a Roma (dopo l’istituzione dell’Anac) e le necessità di Milano negli ultimi sei mesi» [1].

Piero Colaprico e Goffredo De Marchis: «Insieme con il suo staff, Tronca ha messo a punto le cosiddette “interdittive antimafia dell’Expo”. Nel suo quartier generale in corso Monforte confluivano i dati raccolti nei cantieri da una squadra mista, di tecnici e investigatori, e venivano analizzati. Il risultato è che circa settanta aziende hanno smesso di lavorare con gli appalti pubblici sulla base di un semplice concetto: “Io Stato scelgo con chi lavorare e se tra i soci dell’azienda, tra i frequentatori dei cantieri, tra gli operai c’è qualche cosa che non mi convince, perché ci sono pregiudicati, o per disordine nei conti, ti estrometto”. Concetto duro, che ha portato a vari ricorsi, vinti però dalla prefettura» [4].

Palermitano, nato il 31 agosto del ’52, figlio dell’ex questore e prefetto Ignazio Tronca [3]. Si è laureato a Pisa in Giurisprudenza nel 1975 e in Storia nel 1986. È sposato e ha un figlio di diciannove anni [5].

Funzionario di poche parole, appassionato di diritto pubblico e storia medievale [4]. Esperto di sicurezza pubblica, di mediazione sociale, di problematiche dell’immigrazione e gestione di emergenze [1].

L’ingresso in Polizia nel 1977 quando ha il primo incarico da commissario a Varese. Dopo il servizio militare come Ufficiale nella Guardia di finanza, supera il concorso di Commissario di pubblica sicurezza. Due anni dopo arriva a Milano, dove inizia la carriera nei ruoli delle varie prefetture italiane. È nel 2006 che diventa prefetto di Brescia, nel 2008 è nominato capo del Dipartimento dei vigili del fuoco, fino all’ultimo incarico, del 2013, come prefetto di Milano [6].

Ricorda così il suo ingresso nella Prefettura di Milano nel 1979, a 27 anni. «Ero un giovane funzionario e ho subito avvertito un fermento culturale, artistico, musicale mai provato prima. Era tutto in ebollizione. Una città di avanguardie, le librerie erano luoghi di incontro, i concerti, il Piccolo. Ricordo che per rilassarmi andavo a piedi alla libreria Scientifica di via Visconti di Modrone...» [7].

Galli e Sarzanini: «A suo agio con la tipica sobrietà meneghina, poco incline (fino all’eccesso) ai clamori mediatici, gradito all’ex ministro dell’Interno e oggi governatore lombardo Roberto Maroni, Tronca ha Milano nel cuore. Della città ama due luoghi: uno, scontato, è Sant’Ambrogio; l’altro, meno frequentato dai vertici istituzionali, è la periferia popolare e complicata di Niguarda» [2].

Il suo rapporto con Roma risale al 2008, quando gestì l’emergenza della piena del Tevere [6].

Con il prefetto della Capitale Gabrielli ha lavorato sul disastro della Concordia, quando Tronca era a capo del Dipartimento dei vigili del fuoco. «Proprio pochi giorni fa ci siamo visti qui a Milano. Gli ho detto: “Io ho appena affrontato la sfida di Expo, tu stai per affrontare il Giubileo, ma siamo sempre noi”. Tra noi solo tanta stima e amicizia. Sa che può contare su di me, come io so che posso contare su di lui» [7].

Ora sembra che il governo voglia affiancarli alcuni esperti che sostituiscano ufficiosamente gli assessori decaduti. Galli e Sarzanini: «Una sorta di giunta, ognuno con deleghe precise. Nell’elenco rimangono Marco Rettighieri, il general manager constructions di Expo che aveva sostituito Angelo Paris dopo l’arresto avvenuto l’8 maggio scorso. E poi Carlo Fuortes, sovrintendente all’Opera di Roma, e soprattutto Giovanni Malagò, anche se bisognerà superare il problema di un possibile conflitto di interessi visto che è presidente del Coni» [2]

A Milano Tronca ha avuto contrasti con il sindaco Giuliano Pisapia sulla trascrizione dei matrimoni di 15 coppie omosessuali sposate all’estero. L’allora prefetto ne dispose l’annullamento, avvenuto lo scorso febbraio [8].

Raccontano Colaprico e De Marchis che «alla prima della Scala s’è fatto notare per un fatto inconsueto. Lui e la moglie, a fine rappresentazione, non hanno mai mancato di andare a San Vittore, dove vengono organizzate le dirette video: mischiati a detenuti e agenti, i Tronca mangiavano il cibo preparato nelle cucine delle celle, e solo alla fine tornavano ai party del dopo teatro» [4].

Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana, colleziona ritratti, coltelli e oggetti garibaldini [9].

Stefania Consenti: «Tutto cominciò un giorno, trent’anni fa, quando gli capitò di apprezzare, al tatto, “il calore proveniente dal manico in osso di un singolare coltello”. Era la “lama di combattimento” del Capitano dei Garibaldini Gaetano Criscione, lasciata in eredità ad un nipote, ovvero il nonno di Francesco Paolo Tronca» [9].

(a cura di Luca D’Ammando)

Note: [1] Sara Monaci e Marta Paris, Il Sole 24 Ore 31/10; [2] Andrea Galli e Fiorenza Sarzanini, Corriere della Sera 31/10; [3] Cesare Giuzzi, Corriere della Sera 9/8/2013; [4] Piero Colaprico e Goffredo De Marchis, la Repubblica 31/10; [5] Emilio Randacio, la Repubblica 9/8/2013; [6] Cristiana Mangani, Il Messaggero 31/10; [7] Maurizio Giannattasio, Corriere della Sera 11/10; [8] Giacomo Valtolina, Corriere della Sera 20/2; [9] Stefania Consenti, Il Giorno 30/1/2014.