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 2015  novembre 02 Lunedì calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 82

(Anna Magnani. La biografia)

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LA MAGNANI E LE SUE COLLERE VERSO SE STESSA –
Cani. La storia d’amore tra Anna Magnani e Roberto Rossellini iniziò l’anno dopo Roma città aperta. Litigate memorabili, soprattutto per il personale dell’Hotel Excelsior, dove lui abitava. Una volta si sentì la Magnani gridare: «Esci fuori, esci fuori da lì sotto che te devo menà!». I camerieri pensavano che parlasse a uno dei suoi cani, invece era Rossellini a essersi infilato sotto il letto per sfuggire alla sua furia.
Zeffirelli. Mentre girava «L’onorevole Angelina» con Luigi Zampa si lamentava per l’incapacità di un giovane che avrebbe dovuto fare la parte di Filippo Garrone, il figlio del palazzinaro. Al regista che cercava di spiegarle di non poter cambiare attore all’ultimo minuto, rispose: «Il mondo è pieno di facce nuove. Non è questa la regola del vostro nuovo cinema, che chiunque può recitare basta che abbia la faccia giusta?». E poi, indicando un giovane Franco Zeffirelli: «Quello stronzetto là. Vedi se sa spiccicare due parole. La faccia ce l’ha. Se no vai per strada e lo trovi».
Telegramma. Per tranquillizzare la Magnani, convinta che avesse una relazione con Ingrid Bergman, Rossellini proprio davanti ai suoi occhi spedì all’attrice straniera un telegramma per interrompere ufficialmente le trattative per un film. Subito dopo, di nascosto, le inviò un altro telegramma per ritrattare il precedente.
Furiosa. Secondo il copione della «La rosa tatuata» il suo personaggio avrebbe dovuto essere «furioso, quasi pazzo» in una scena con l’attrice Virginia Grey. La avvertì: «Quando interpreto situazioni di questo genere sono veramente furiosa fino alla pazzia. Quindi cerchi di non aver paura». Anche gli operatori la avvisarono: «Stia attenta, la Magnani fa tutto sul serio». Al ciak le diede una borsettata in faccia, poi la prese per i capelli eccetera. Alla fine la abbracciò dicendole: «Eccellente». Ricorda la Grey: «Mentre stavamo girando la odiavo con tutte le mie forze. Mi sembrava che la testa mi si fosse staccata dal collo, non avevo mai avuto a che fare con nulla di simile. Ma il complimento che mi ha fatto è il più bello che abbia ricevuto nella mia carriera».
Carattere. «Sono diventata “la Magnani” per caso: ma ora che ci sono voglio che si dica “la Magnani ha cattivo carattere”».
Brando. Racconta Marlon Brando nella sua biografia di un pomeriggio che si trovò solo con la Magnani: «Senza alcun incoraggiamento da parte mia, cominciò a baciarmi con grande passione. Mi sentii in dovere di restituirle i baci, ma appena tentavo di sottrarmi lei si stringeva ancor di più e mi mordeva il labbro. Continuavamo a oscillare avanti e indietro, mentre lei cercava di portarmi verso il letto. Alla fine per staccarla da me, l’afferrai per il naso e cominciai a strizzarlo con tutte le mie forze. Presa alla sprovvista, fece un balzo e io riuscii a sfuggirle».
Teatro. A Zeffirelli che voleva farle fare a teatro «Chi ha paura di Virginia Woolf?» oppose un no secco. Ricorda il regista: «Mi sbatté letteralmente la porta in faccia con un ultimo avviso: “Non rompermi più con queste stronzate americane”». Quando il dramma andò in scena trionfalmente alla Fenice di Venezia, con Sarah Ferrati, arrivò sconvolta nel camerino di Zeffirelli: «Figlio di puttana. Questa parte era scritta per me! Mi dovevi obbligare. Mi dovevi strozzare. Mi dovevi prendere a schiaffi come faceva Rossellini. Lui lo sapeva come trattare una stronza come me! Chi me la riscrive ora una parte come quella?!».
Collere. «Ho recitato la parte dell’aggressiva, ma non lo ero. Di qui le mie collere. Ho recitato la parte della pavida quando invece ero un leone. Di qui le mie collere. Ho recitato la parte della coraggiosa quando invece ero un agnello. Di qui, ancora, le mie collere. Povera pazza! Se oggi dovessi morire, sappiate che muoio ricca perché ho capito tutto questo. Sappiate che le mie collere erano solo rivolte contro di me» (Anna Magnani).
Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 2/11/2015