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 2015  ottobre 03 Sabato calendario

ARTE (E POTERE) A PALAZZO

La facciata principale di Palazzo Koch, interamente costruita in travertino, è visibile da chiunque passi per via Nazionale prima di imboccare la curva di via IV Novembre. L’interno, con lo scalone d’onore considerato il più imponente tra quelli dei palazzi romani moderni, è da sempre chiuso al pubblico. L’edificio fu infatti costruito come sede centrale della Banca d’Italia, tra il 1886 e il 1893, e ancora oggi assolve a questo compito. Ci furono polemiche intorno al progetto, perché il disegno elaborato dall’architetto Gaetano Koch, fu preferito a quello di Pio Piacentini, che aveva proposto al collega una collaborazione a quattro mani per la prestigiosissima committenza, ricevendo un netto rifiuto. Koch immaginò l’edificio su cinque piani, due dei quali sottoterra, dove sono conservati i forzieri con le riserve auree del paese. Al piano nobile sono disposte le sale di rappresentanza, con i lampadari di Murano, i marmi policromi, gli stucchi, gli arazzi, le tappezzerie in seta. Qui, al tempo della lira veniva decisa anche la politica monetaria italiana. Ora il più segreto dei palazzi del potere accoglie per un giorno i visitatori, nell’ambito dell’iniziativa promossa dall’Abi, l’associazione bancaria italiana, che per il quattordicesimo anno consecutivo ha deciso di aprire gratis le porte di oltre cento sedi storiche distribuite in 55 città. Oggi, dalle 10 alle 19, nell’ambito della manifestazione «Invito a Palazzo», si potranno dunque ammirare non solo le meraviglie architettoniche, ma anche i tesori artistici custoditi all’interno. A Roma sono otto gli edifici che organizzano le visite guidate. Tra i moderni, quello progettato in via Veneto 119 per la Bnl dal figlio di Pio Piacentini, Marcello, nel 1934. Con i saloni e gli ampi corridoi ricolmi di statue antiche, affreschi, capolavori come «Giuditta con la testa di Oloferne» di Lotto, la «Madonna Albani» di Barocci, un «Capriccio» di Canaletto. E di quadri dipinti da Corot, Morandi, Severini. Risale agli anni Trenta anche la sede del Credito Valtellinese in via S. Pio X, costruita all’angolo di via della Conciliazione con il Lungotevere in Sassia. È in stile littorio, come l’intero quartiere sorto dopo il Concordato del 1929 sulle macerie della Spina di Borgo. Tra gli edifici antichi, Palazzo Altieri, progettato da Giovanni Antonio De’ Rossi a metà Seicento su piazza del Gesù, e in seguito decorato da numerosi artisti su commissione di papa Clemente X. Palazzo de Carolis, in via Lata 3, dove l’architettura settecentesca di Alessandro Specchi dialoga con l’arte contemporanea di Giuseppe Caccavale, che nel 2014 ha affrescato un’intera parete di sette metri. La cappella barocca del Monte di Pietà, con la cupola interamente rivestita di stucchi dorati, in cui sono inseriti dei medaglioni con episodi della storia del Monte. La Banca di Sassari, inserita nel complesso del Monastero di Santa Susanna, da cui si accede alla domus romana custodita nei sotterranei e recentemente recuperata.
Lauretta Colonnelli