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 2015  ottobre 04 Domenica calendario

FRA I MILLE TESORI PROIBITI DELLA BIBLIOTECA ANGELICA

«Ho passato mesi nella Biblioteca Angelica, che è specializzata in esoterismo e magia. Ho fatto studi sui più importanti testi satanici. Tutto quello che avviene nel film, le tendenze sessuali delle streghe, le caratteristiche che le contraddistinguono, tutto, ma proprio tutto è documentato». Così Dario Argento ricorda il periodo in cui si preparava per la regia del film «Inferno», nel 1980. Sopra gli scaffali, disegnati con aerea eleganza dal Vanvitelli, trovò oltre trecento opere sulla stregoneria, catalogate nel Fondo antico. Paolo Poli vi scovò documenti per gli spettacoli «Il diavolo» e «Santa Rita da Cascia». Mario Scaccia vi consultava brani del teatro del ‘700. Ron Howard ha girato nel salone vanvitelliano scene del film «Angeli e demoni», tratto dall’omonimo best-seller di Dan Brown. E naturalmente sono tantissimi gli accademici che ogni giorno si immergono nel silenzio di quella che fu la prima biblioteca in Europa ad essere destinata a «beneficio pubblico». Fu il vescovo agostiniano Angelo Rocca a donare, alla fine del ‘500, la sua libreria di ventimila volumi agli agostiniani. Quella prima raccolta si accrebbe a un ritmo vertiginoso, fino a superare i centomila volumi: manoscritti greci e latini, incunaboli quattrocenteschi, cinquecentine, stampa illuminista. «L’importanza dell’Angelica si deve anche alla particolarità di alcuni suoi fondi. Infatti, grazie a una speciale autorizzazione del pontefice alle biblioteche cardinalizie, gli agostiniani potevano conservare libri soggetti a censura. Nella Roma controriformistica si potevano consultare in Angelica libri proibiti, ossia edizioni sfuggite alla valutazione del Sant’Uffizio», dice la direttrice Fiammetta Terlizzi, che ora ripercorre la storia dell’Angelica e ne elenca le curiosità nel bel volume «La Biblioteca dorata» (Edizioni Sabinae), arricchito dalle fotografie di Marco Delogou e Massimo Listri. Dorata, perché impreziosita dalle antiche legature decorate da quelle eleganti scritte d’oro che catturano i riflessi di luce e rendono magica la solennità dello spazio. Tra le raccolte più suggestive, quella delle immagini di città nel meridione d’Italia che il Rocca commissionò a frati o a sconosciuti paesisti. I manoscritti musicali risalenti al Medioevo. Un prezioso manoscritto trecentesco della Divina Commedia e la sua «editio princeps» stampata a Foligno nel 1472. E poi un progenitore dei fazzoletti di carta, risalente al 1615. È stato ritrovato tra le pagine di un volume miscellaneo dell’epoca, con una scritta a mano sul margine: «carta del Giappone fatta di scorza d’Arbori». Questo tessuto per soffiare il naso, sotto forma di washi o carta giapponese, era usato da secoli nel paese del Sol Levante. Lo testimonia un resoconto sul viaggio a Roma, nel 1615, dell’ambasciatore Hasekura Tsunenaga. I giapponesi al seguito «si soffiano il naso in soffici fogli setosi della grandezza di una mano, che non usano mai due volte, e che quindi buttano per terra dopo l’uso, e sono deliziati nel vedere che le persone attorno a loro si precipitano a raccoglierli». Fiammetta Terlizzi presenta il libro all’Angelica, martedì 6 alle 18, piazza Sant’Agostino 8.
Lauretta Colonnelli