Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  settembre 10 Giovedì calendario

LA SPAGNA MODERNA TRA SENSUALITA’ E PROFUMO DI DONNA

Quando la gallerista madrilena Blanca Berlín ricevette l’incarico, cinque anni fa, di curare un’esposizione per l’ambasciata di Spagna a Washington non pensava a una mostra dedicata alle donne. «Mi avevano chiesto di mettere insieme un campionario di fotografie in grado di offrire l’immagine della Spagna durante il semestre di presidenza dell’Unione europea. Doveva apparire come un paese progredito, moderno e culturalmente all’avanguardia», racconta. «Mi fu data la massima libertà riguardo al tema della rassegna e alla scelta degli artisti. Mi resi conto solo alla fine che le fotografie, selezionate in base all’indiscutibile qualità tecnica e al linguaggio innovativo, erano tutte scattate da donne e che anche i soggetti davanti all’obiettivo erano corpi femminili». Nacque così «Women & Women», una carrellata di quindici immagini realizzate da cinque tra le più apprezzate fotografe spagnole. Immagini che ritraggono l’essenza del corpo femminile, riuscendo a esprimere nello stesso tempo i cambiamenti intervenuti sulla scena artistica spagnola negli ultimi decenni. La mostra ha avuto un successo tale che da Washington è proseguita a New York e poi a Chicago e dopo ancora è diventata itinerante in Europa. Ora approda a Roma, dove si potrà vedere fino al 16 ottobre presso l’Istituto Cervantes (piazza Navona 91, da mercoledì a domenica, ore 16 - 20, ingresso gratuito).Scorrendo le immagini si scopre in che modo le donne guardano le altre donne. Isabel Muñoz indaga sulle forme del corpo, sulla gestualità, sulla sensualità della pelle, esaltando il senso delle proporzioni, l’eleganza naturale, la capacità di sedurre. Certe volte i corpi assumono le sembianze di altre materie, quasi fossero manufatti artistici: come l’immagine in cui la rotondità dei fianchi fasciati da un vestito pieghettato si tramuta nel modernissimo design di un vaso in porcellana. Altre autrici giocano con fantasie surreali, come Soledad Córdoba, impegnata a scattare autoritratti in cui il proprio corpo diventa fonte di creazione, con sciami di farfalle che sembrano nascere da un profondo respiro a occhi chiusi. Beatriz Moreno fotografa fantasmi, visi androgini sfocati, senza ombre o volumi, senza traccia di emotività, oscuri e inquietanti come Ecate, la dea greca che presta il nome a queste apparizioni. Di Gabriela Grech, sono stati selezionati tre degli otto ritratti che compongono la serie «Agua». Acqua come simbolo di ciò che non si può dominare, dell’angoscia vitale che accompagna l’essere umano, ma in particolare la donna, fin dalla nascita. A prima vista il volto femminile sotto il pelo dell’acqua, circondato da fronde e fiori, richiama alla mente la figura di Ofelia. Un attimo dopo ci accorgiamo che quell’acqua non è immobile, ma scorre impetuosa; che gli occhi non sono chiusi ma pieni di angoscia e al tempo stesso di energia, che la protagonista non si lascia andare alla corrente ma continua a lottare. Infine Ouka Leele: crea messe in scena cariche di elementi simbolici e di colori sgargianti; poi, attraverso la macchina fotografica, le trasforma in immagini iconografiche. L’osservatore è libero di proiettare su queste scene tutte le storie che gli vengono in mente.
Lauretta Colonnelli