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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

CONFESSO, DISEGNO TUTTO SUL MIO IPAD


Karim Rashid è uno dei designer più prolifici, 55 anni e oltre tremila progetti in produzione, più di 300 premi vinti; la sua filosofia propone di cambiare il mondo attraverso il design lavorando per marchi d’eccellenza nel campo dell’arredamento, dell’illuminazione e della moda. Comunicatore e divulgatore esemplare, i suoi lavori sconfinano con successo anche nel campo dell’architettura; ha curato il progetto del ristorante Morimoto a Philadelphia; dell’hotel Semiramis di Atene; dell’hotel Nhow a Berlino; della stazione Università della metropolitana di Napoli (definita connubio tra arte e mobilità urbana). I suoi lavori sono nelle collezioni permanenti di 14 musei di tutto il mondo, tra cui il Moma di New York e San Francisco. Nel tempo libero, Karim flirta con l’arte, la moda e la musica e grazie alla sua allegra curiosità prova a toccare creativamente ogni aspetto del quotidiano.
Tre posti da visitare almeno una volta?
«Mosca, Kiev, Belgrado. E aggiungerei anche Bucarest. Vedo l’Europa orientale come il luogo del futuro; là sono tutti così entusiasti... Esistono luoghi d’arte in ricostruzione. È l’occasione per incontrare tante persone interessanti».
Se la sua meta è incontaminata, cosa sceglie di portare: carta e matita o un device?
«Il mio iPad, lo uso per disegnare. Ho la libertà di scegliere colori, texture, spessori di linea; posso anche utilizzare strumenti diversi come aerografo, matita, pennarello e così posso creare schizzi interessanti da trasmettere al mio staff».
Il luogo ideale per una serata a due?
«Il letto che ho progettato per Valdichienti».
Il ristorante in cui ama tornare?
«L’STK Midtown, a New York».
Il suo dolce preferito?
«Di cioccolato all’80 per cento, con le ciliegie secche o le mandorle».
L’albergo più innovativo?
«Un hotel che non ho disegnato io. È l’hotel Unique a San Paolo, progettato dal mio amico Ruy Ohtake. Le camere hanno dei piani curvi incredibili, la hall è uno spazio altisonante, il paesaggio è bellissimo. È una fantastica oasi biologica».
La città dove vivere bene?
«Vivere bene dipende da noi! Per esempio, New York non è una città fantastica dove abitare, ma è la mia casa da 24 anni. Mi piace vivere nella stessa strada del Moma, e vicino al Columbus Circle, al Museo Mad, al quartiere dei teatri, a Central Park e Times Square. È eccitante essere in questa città caotica, ma in realtà sento che la mia patria è il mondo intero. Ho bisogno di viaggiare e assaporare energie multiculturali».
Una lettura da tenere sul comodino?
«Ogni libro digitale di Malcolm Gladwell, Jean Baudrillard, Philip K. Dick e alcuni filosofi contemporanei».
Dove si rilassa?
«A Miami, dove ho casa. Nuoto, vado in giro sulla mia Vespa rosa e quando posso preparo grandi cene. Naturalmente, visito anche tutti i musei».
Che cosa non può mancare nella sua valigia?
«Quando viaggio porto sempre con me un altoparlante di altissima qualità per la connessione bluetooth».
L’app da scaricare, invece, qual è?
«Time to Enjoy (www.timetoenjoy.com), aiuta a pianificare e gestire gli eventi in pochi secondi. È preziosa per chi ha molti impegni».
Un buon bicchiere di vino?
«Domaine Carneros Organic Pinot nero, annata 2008 prodotto con uve biologiche certificate e coltivate nella tenuta di 300 acri della cantina californiana».
Il profumo che la fa sentire a casa?
«Il collo di mia moglie».
La colonna sonora per trovare l’ispirazione?
«Due playlist che ho creato, Dream Space e Space Race».
Il segreto del suo look?
«Mi piace l’abbigliamento casual, ma futuristico: abbino spesso il bianco a dettagli di colore».