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 2015  ottobre 07 Mercoledì calendario

LA SAGA DELLA FAMIGLIA BOLLORE’, L’ULTIMA SCOMMESSA È LA RETE ITALIANA

La francese Vivendi, dunque, controlla la nostra Telecom. Posizione confermata dal suo presidente Vincent Bolloré. Interpellato dal quotidiano parigino Le Figaro, ha lasciato trapelare l’esistenza di un mega progetto per giungere (anche d’intesa con la berlusconiana Mediaset) alla formazione di un gruppo egemone, su scala continentale, nel settore delle telecomunicazioni. Dalla telefonia tradizionale e satellitare, alla Tv, alla fibra ottica.
Chi sono i Bolloré? Sangue bretone, la genealogia risale ad un Alain, marinaio, condannato nel 1478 per pirateria dal tribunale di Bordeaux. Leggende a parte, sappiamo che il 17 ottobre 1822, René-Guillaume Bolloré creò una cartiera ad acqua. In compagnia del meccanico inglese mister Dodge e dell’ex quartiermastro di Napoleone Jean-Marie Josset. Presto il Bolloré rimase l’unico padrone dell’azienda installata a Quimpier, dove esiste una targa commemorativa. A Les papeteriés, gli affari vanno a gonfie vele. Cartoni per imballaggi e carta per l’editoria. Finché nel 1961 il cugino Jean-René, medico in marina, importa dalla Cina un rivoluzionario prodotto: la sottile carta di riso per le sigarette. Napoleone III concede ai Bolloré l’esclusiva. Quasi un monopolio planetario, all’inizio del Novecento: 50 miliardi di «cartine» per clienti della caratura di Reynold Tobacco e British American Tobacco. Mentre un René Bolloré II° s’appresta a governare l’azienda sino alla Seconda guerra mondiale.
Cattolici illuminati, al pari degli amici Michelin di Clermont Ferrand, i Bolloré s’ispirano nei rapporti con i dipendenti all’Enciclica sociale di Leone III. Si costruiscono case aziendali, cassa per le malattie, nonché la parità salariale uomo-donna. E le retribuzioni sono mediamente superiori a quelle della Renault, la grande azienda automobilistica.
Complicato seguire le vicende della Dinastia Bolloré, nello snodarsi dei decenni. Il trasferimento della sede sociale a Parigi, alcuni investimenti azzardati, l’occupazione tedesca che costringe alcuni membri della famiglia a riparare all’estero, avvicinandosi a Londra al generale De Gaulle. È Michel Bolloré (1922-1997) a far compiere all’azienda il suo terzo «salto di qualità», anche in virtù delle «buone relazioni» con i vertici politici: De Gaulle, Georges Pimpidou, Jacques Chirac, François Mitterrand...
Vincent nasce nel 1952, quando il conglomerato delle Papeteries prende a perdere colpi, nonostante mantenga il primato delle carte per sigarette, carte assorbenti e carte carbone (non esistevano le fotocopiatrici); nelle fornire ai principali editori. Gallimard per la collana «La Pléiade», ad esempio.
Le apparenze non ingannino: Michel Bolloré che mena gran vita a Parigi con la moglie Monique Follot, in difficoltà nonostante il superbo palazzo vicino al Bois de Boulogne e lo yatch ancorato a Cannes, chiede aiuto ad un amico d’infanzia, Antoine Bernheim. Gran finanziere, prossimo a diventare partner della leggendaria Banque Lazard. Vendono, riacquistano, ristrutturano Les Papeteries, con acrobatiche manovre, infine refilandole a Edmond de Rothschild con una clausola segreta: riacquistarle, se... Il vero asso nella manica della famiglia è però il figlio Vincent, autentico ragazzo-prodigio. «Protetto » da Bernheim, abbandonata anzitempo l’Università di Nanterre, il giovane entra nel circuito della gente che conta. A 24 anni, directeur adjoint della Compagnia Financière, sposa la ricca e bella Sophie Fossorier che lo presenta a Jacques Chirac. Poi, col patronage di Bernheim, rivolta come un guanto le vecchie Papeteries acquisendo la Scac, azienda commerciale fondata nel 1885 che gestisce i traffici con l’Africa subequatoriale: 12mila dipendenti, 15 miliardi di franchi di fatturato. In più, il padrino Bernheim divenuto vicepresidente di Mediobanca anche per le antiche, consolidate relazioni col dominus Enrico Cuccia, gli prospetta la possibilità di entrare sulla scena italica: partecipazioni di minoranza, in attesa del grande colpo! Il nome di Vincent Bolloré ricorre sempre più spesso nelle cronache finanziarie. Se in Francia fa faville (nel maggio 2007 ospiterà sul suo yatch Palomaancorato a Malta, il neopresidente della Repubblica Nicolas Sarkozy), dalle nostre parti tesse e ritesse. Fino alla mossa di questi giorni: la conquista di Telecom, pilastro della economia del futuro. Dalla carta degli antenati all’etere, insomma.