Giampiero Gramaglia, il Fatto Quotidiano 6/10/2015, 6 ottobre 2015
ALLARME ROSSO NEL PARTITO DEMOCRATICO AMERICANO PER LA CANDIDATURA ALLE PRIMARIE DI BERNIE SANDERS, IL PRIMO POLITICO STATUNITENSE A DEFINIRSI APERTAMENTE SOCIALISTA DAI TEMPI DEL MACCARTISMO. IN IOWA E IN VERMONT I SONDAGGI LO DANNO GIÀ IN NETTO VANTAGGIO RISPETTO A HILLARY CLINTON
Che Bernie Sanders arrivasse a questo punto, non ci credeva nessuno, neppure lui, quando ad aprile decise di candidarsi alla nomination democratica, in un campo dove Hillary Rodham Clinton faceva – e fa tuttora – figura di candidato unico. Sanders è il primo politico Usa a definirsi apertamente ‘socialista’ dai tempi del maccartismo. E la sinistra democratica non ha mai espresso un candidato alla Casa Bianca, tranne che nel 1972: George McGovern vinse in due soli Stati, ottenne appena 17 grandi elettori su 538, i 14 del Massachusetts e i 3 del Vermont, lo Stato più rosso dell’Unione.
Figlio di genitori ebrei immigrati dalla Polonia, nato a Brooklyn, Sanders studiò scienze politiche, prima di andare a vivere per qualche tempo in un kibbutz israeliano. Al ritorno, fece il carpentiere, il regista, partecipò alla contestazione contro la guerra nel Vietnam e infine scoprì la politica: sindaco di Burlington, per 16 anni nella Camera del Vermont, dal 2007 in Senato a Washington. Capelli bianchi, lunghi e radi, grandi occhiali, 74 anni, Sanders è nettamente avanti nei sondaggi all’ex segretario di Stato nei due Stati, lo Iowa e il New Hampshire che per primi assegneranno, rispettivamente il 1 e il 9 febbraio, i delegati alla Convention. Il New Hampshire è contiguo al Vermont: Sanders gioca in casa. Ma lo Iowa, conservatore e rurale, dovrebbe essergli ostile.
Mai quanto a Hillary, però, che si porta dietro, in campagna, la puzza di cittadina. Sanders è convinto: “L’America ha bisogno di una rivoluzione politica, è pronta per una nuova strada verso il futuro; questo Paese appartiene a noi, non ai miliardari”. Il problema, per Sanders, è che nessuno, nel partito democratico, si augura una sua vittoria: candidare un socialista alla Casa Bianca, vorrebbe dire sconfitta sicura l’8 novembre 2016. Lui non se ne cura: appoggia il Papa contro la pena di morte, vuole il controllo sulla vendita delle armi come Obama ed è con lui anche sulla Siria. In attesa di alternative a Hillary, come il vice-presidente Joe Biden, che tentenna, Sanders mette un po’ di grana in cassa: per i donatori, fondi a perdere. L’attore Daniel Craig voleva versare 50.000 dollari alla sua campagna. Ma, secondo The Times, ha sbagliato destinatario, versando i soldi a un super Pac, che Sanders considera una minaccia alla democrazia perché consentono ai ricchi di pesare sul voto coi loro soldi.