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 2015  ottobre 05 Lunedì calendario

ASSICURAZIONI PER L’AUTO ITALIA LA PIÙ CARA D’EUROPA

Non c’è sconto, norma o scatola nera che tenga. L’Rc Auto in Italia continua a costare molto di più che nel resto d’Europa e a garantire profitti milionari alle compagnie di assicurazione. Nel 2014 il ramo danni, di cui le polizze auto fanno la parte da leone, hanno prodotto ricavi per più di 31 miliardi di euro producendo la bellezza di quasi 2,5 miliardi di utili: il 14% in più rispetto all’anno precedente. Questo perché, anche se il valore della raccolta dei premi è diminuito, i costi che le compagnie hanno dovuto affrontare per far fronte ai sinistri hanno continuato a scendere al doppio della velocità.
Il calo medio del 7,8% del prezzo che gli automobilisti italiani hanno pagato per acquistare una polizza, registrato nel secondo trimestre del 2015 dall’Ivass, Istituto sulla vigilanza per le assicurazioni, quindi, è una goccia nel mare. Tanto che, se la riduzione dei prezzi proseguisse ogni anno a questo ritmo e il costo negli altri paesi europei restasse fermo al 2012, “il divario di prezzo medio fra il nostro paese e il resto d’Europa si annullerebbe entro il 2020″. Parola di Salvatore Rossi, presidente della stessa Authority. Un semplice esercizio di aritmetica che serve a spiegare quanto sia grande la differenza di spesa tra noi e i nostri vicini.
Ma basta dare uno sguardo alle ultime rilevazioni ufficiali, per vedere che anche all’interno del nostro territorio la forbice di prezzo tra un’area e l’altra continua a essere elevatissima e ingiustificata. Se un automobilista in classe di merito 1 sottoscrive un contratto Rc Auto ad Aosta paga 270 euro, 293 a Biella e 300 a Udine. Se ha la sfortuna di vivere da un’altra parte, invece, rischia di sborsare più del doppio: 588 euro a Reggio Calabria, 572 euro a Prato, 602 a Caserta e addirittura 706 a Napoli.
Ben vengano, allora, le modifiche al ddl concorrenza che riguardano l’Rc Auto approvate la scorsa settimana in Parlamento. Ammesso che non vengano cancellate nell’ultimo passaggio della legge in Senato, e che gli assicuratori non si appellino a Bruxelles invocando il rispetto delle regole del libero mercato, come hanno già fatto in passato.
Alla Camera è stato approvato un emendamento, ribattezzato emendamento-Impegno dal nome di Leonardo Impegno, deputato napoletano del Pd che ha lavorato al testo, che ha l’obiettivo di ridurre le differenze di prezzo su base geografica. Il provvedimento prevede, infatti, che gli automobilisti che non fanno incidenti per 5 anni consecutivi e accettano l’installazione della scatola nera, paghino una tariffa assicurativa inferiore alla media italiana. Lo sconto, già praticato dalle compagnie e che oggi non supera il 10%, in futuro dovrebbe diventare molto più consistente e, soprattutto, di pari importo per tutti, qualunque sia la città di residenza. Una vera rivoluzione per gli automobilisti meridionali virtuosi, i più penalizzati da premi costosissimi e già abituati ad accettare la scatola nera a bordo. I dati dell’ultimo bollettino dell’Ivass parlano del 31,1% dei contratti con scatola nera sottoscritti in Campania, del quasi 23% in Sicilia e Calabria, e del 21,4% in Puglia, a fronte di una media nazionale che è al 13,8%.
Se questa norma fosse già in vigore quanto si potrebbe risparmiare? Il premio annuo medio per l’assicurazione Rc Auto oggi costa 450 euro. Un automobilista che risiede in una delle 3 provincie più care paga molto di più: a Napoli mediamente 727 euro, a Prato 642, a Caserta 627. Se lo sconto imposto dalla nuova norma si applicasse alle tariffe in vigore attualmente, i clienti che rispettano i criteri previsti e abitano nel capoluogo campano potrebbero ottenere un vantaggio di almeno 280 euro, circa il 40% della cifra pagata quest’anno, i pratesi si aggiudicherebbero un taglio dai 195 euro in su, pari almeno al 30%, e i residenti nel Casertano potrebbero strappare una riduzione che parte da 175 euro, anche in questo caso circa il 30% in meno dell’anno scorso.
Difficile pensare che le compagnie non mettano in atto una contro mossa sparando una raffica di rincari “ad hoc” per far lievitare il prezzo medio. Vista l’alta concentrazione del settore assicurativo l’operazione non sarebbe neppure così difficile: i primi 5 gruppi del ramo danni detengono, infatti, il 71,7% mercato. L’unica leva nelle mani del consumatore resta il nomadismo e la ricerca delle poche voci fuori dal coro. E in questa senso la comparazione attraverso la rete di offerte diverse, può aiutare.
Non è un caso che i risparmi maggiori se li aggiudica proprio chi cambia compagnia ogni anno. Gli automobilisti che lo hanno fatto nel corso del 2014, 15 su 100, hanno strappato, in media, una riduzione del premio del 21,8%, pari a 123 euro, mentre chi non lo ha fatto, ha raggiunto un risparmio solo del 5%, appena 24 euro in media in meno rispetto al 2013.
Barbara Cataldi, il Fatto Quotidiano 5/10/2015