Paola Jadeluca, Affari&Finanza 5/10/2015, 5 ottobre 2015
PRADA, BRAND DELLA DISCORDIA TRA ANALISTI
Deutsche Bank promuove il titolo da “hold”, tieni, a “buy”, compra. Gli analisti di Exan Bnp Paribas, invece, si tengono “neutral” ma ci vanno giù duro, mettendo a nudo molti punti critici. Morningstar, al contrario, va nella stessa direzione della banca d’affari tedesca: l’azienda e il brand stanno crescendo, scrive Paul Swinand. Ma no, sarà tra i marchi più penalizzati dallo yuan debole, sosteneva a metà agosto Kepler Cheuvreux. Insomma, sul titolo Prada, pareri e rating si incrociano e scontrano. Ma che succede? Possibile che non si riesca trovare un punto di accordo comune? Il fatto è che il gruppo guidato da Patrizio Bertelli e Miuccia Prada è un gruppo complesso, quotato tra l’altro alla Borsa di Hong Kong, prima a essere stata travolta in estate dallo tsunami finanziario cinese, che le ha fatto toccare il minimo storico dal 1987. Quotarsi a Hong Kong è stata una scelta coraggiosa e innovativa, ma come sempre i pionieri vengono in-vestiti per primi anche dai venti contrari. E la bolla si è formata ed è scoppiata in pochi mesi per prendere delle precauzioni. Inoltre è vero che Prada realizza in Cina una quota di fatturato maggiore di altri gruppi e questo potrebbe avere un impatto maggiore se i consumi nel Dragone dovessero scendere. Ma non è detto che ciò avvenga. Morningstar e Deutsche Bank si attengono ai dati postivi: margini elevati e ottimi ritorni sul capitale. Exan Bnp Paribas. invece, vede due fattori negativi: strategie di posizionamento troppo alte ed eccessiva espansione dei negozi che incidono sul Roic. Agli investitori l’ardua sentenza.
p.jadeluca@repubblica.it
Paola Jadeluca, Affari&Finanza 5/10/2015