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 2015  ottobre 04 Domenica calendario

«SE IL CHIEVO BATTE IL VERONA SARÀ DOPPIA LIBIDINE. CAPITO?»

[Jerry Calà] –
Se sei cresciuto a Verona e diventato famoso con il gruppo I gatti di Vicolo Miracoli (via della cittadina veneta), la città di Romeo e Giulietta non può che esserti rimasta dentro. Così è stato per Jerry Calà, che, dopo essere stato protagonista con i suoi tormentoni in tv e al cinema dagli Anni 80 a oggi, a 64 primavere suonate continua a dare spettacolo nei teatri e nei club di tutta Italia. Avvicinandosi anche alla Verona calcistica, sponda Chievo, dopo gli anni d’oro dell’Hellas, coincisi con gli anni d’oro del cabaret nostrano di cui Jerry era mattatore. E così stasera, per il 15 ̊ derby della Scala (20.45), a casa Calà si tiferà per i clivensi. Jerry, come nasce questa sua passione per il Chievo?
«È dovuta a mio figlio Johnny, ha 12 anni, quando era piccolino a Verona c’era solo il Chievo in A, così lui ha iniziato a seguirlo. Poi ha cominciato anche a giocare nelle giovanili e tuttora ci gioca, fa il centrocampista».
In città è sentito il derby?
«Mah, non tanto. Sai, a Verona è diverso, sono talmente pochi i tifosi del Chievo rispetto all’Hellas che non è così sentito. Non è una situazione come a Milano o a Roma, c’è sproporzione nel tifo verso l’Hellas. In città non c’è questa grande ansia, ma è solo per questo motivo, la rivalità è relativa».
Quindi, visto il rapporto di forza, vincerlo sarebbe ancora più una libidine?
«Una doppia libidine! Mi fa piacere se vince il Chievo, a me fa però ancora più piacere che la città in cui sono cresciuto abbia due squadre in A. Ho una mentalità molto sportiva, per cui diciamo che godo fino a un certo punto. Se fosse per me la sportività e il tifo sarebbero un po’ diversi».
Cioè?
«Sono contro gli estremi, contro un agonismo che non sia sano, che non sia fatto di allegria e sfottò. Quindi vivo queste cose con grande serenità, con grande allegria e grande tranquillità. E vorrei che tutte le tifoserie lo vivessero così».
Il Chievo non è bello, cioè non ha il gioco del Barça, però piace, come da suo storico tormentone nonché titolo del suo ultimo spettacolo. Perché?
«È una squadra che vive con lo stipendio di uno di quelli di Milan o Juve, come fa a non piacere? Deve piacere per forza, specialmente in questo momento italiano. Poi mi piace soprattutto perché ogni anno vince il premio come miglior tifoseria. L’ambiente è molto sano, ed è proprio quello che apprezzo di questa squadra».
Sarà al Bentegodi per seguire dal vivo il match?
«Purtroppo lavoro, ma mi sto organizzando. Devo riuscire a far coincidere gli orari, spero di vederla in tv».
Un pronostico.
«Difficile. L’Hellas ha un momento di crisi anche legato agli infortuni, peccato che manchi loro uno come Toni, però venderà cara la pelle. Credo che alla fine terminerà in pareggio».