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 2015  ottobre 03 Sabato calendario

FONDI PER LA SICUREZZA, IL CALCIO FRENA

ROMA Resistere resistere resistere. Il mondo del calcio si puntella e prova a respingere quello che ormai è stato definito con un decreto legge: ovvero “la tassazione” dall’1 al 3 per cento degli incassi sulle vendite al botteghino per contribuire alle spese per la sicurezza garantite dalle forze dell’ordine. Ieri mattina, durante l’incontro voluto dal ministro Angelino Alfano con i vertici della Figc e delle leghe professionistiche, il presidente Carlo Tavecchio in testa, e a seguire il consigliere federale Claudio Lotito, il presidente della Lega calcio di serie A Maurizio Beretta, il direttore generale della serie B Paolo Bedin, e il commissario straordinario della Lega Pro, Tommaso Miele, hanno pianto miseria, ribadendo quanto sia difficile in questo momento mettere mano al portafoglio per pagare gli straordinari a chi cerca di garantirgli l’ordine durante le trasferte e le partite, fuori e dentro gli stati. «Bilanci in rosso, scarsa affluenza sugli spalti, situazione non più rosea», sono le motivazioni addotte davanti al responsabile dell’Interno e al presidente dell’Osservatorio nazionale per le manifestazioni sportive, Alberto Intini. Il Viminale ha ribadito che questo “contributo” si deve dare e, sebbene Alfano abbia concesso ancora del tempo, il prossimo appuntamento verrà fissato a strettissimo giro di posta. L’idea degli addetti ai lavori è di graduare la tassazione in base alla ricchezza dei club. Quindi il 3 per cento toccherebbe alle società di A, il 2 a quelle di B e l’1 per cento alla Lega Pro. Il ministro ha spiegato che il decreto legge deve essere rispettato. «Cercheremo di trovare la soluzione che vada per il meglio ha chiarito Il tema sicurezza riguarda il governo, le società, le leghe, e quindi tutti gli sportivi».
IL DECRETO
È proprio sulla scia di un brutto periodo per il mondo del calcio che il governo aveva deciso di intervenire in maniera drastica. Disordini, ferimenti, cariche, con le forze di polizia impegnate senza orari per tentare di garantire l’ordine dentro e fuori dagli stadi. E così, proprio un anno fa si era arrivati alla determinazione di istituire il Daspo per le manifestazioni sportive. Un divieto di accesso da applicare nei confronti di tutti coloro che hanno avuto precedenti o condanne anche per tutti i delitti contro l’ordine pubblico, nonché per i delitti di pericolo comune attuati con violenza. Chi riceve il Daspo, poi, dovrà stare fuori dalle manifestazioni sportive da 3 a 8 anni, a seconda della gravità di quanto commesso.
Lo stesso decreto legge stabilisce l’arresto in flagranza differita, che può essere applicato anche nei confronti del reato di istigazione alla discriminazione razziale, etnica e religiosa. E ancora: le frodi nelle competizioni sportive che vedono la pena aumentare fino a 9 anni, in ultimo l’uso del taser, pistola elettrica di cui è dotata la polizia, da usare, però, con grandi precauzioni.
LE CIFRE
Tutte regole ormai perlopiù avviate, meno quella del contributo economico da parte dei club. Una quota che potrebbe sostenere i conti in rosso del sistema sicurezza e che potrebbe aggirarsi intorno ai 25 milioni l’anno.