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 2015  ottobre 04 Domenica calendario

DA MONSIGNOR MILINGO ALL’ABBÉ PIERRE QUEI RELIGIOSI TRA NOZZE E RACCONTI CHOC

ROMA La sceneggiatura dell’ultima diatriba sul celibato per i sacerdoti l’ha girata Dino Risi nel 1971 con “La moglie del prete”. Valeria (Sofia Loren), ex cantante delusa dagli uomini e dalla vita, viene “indotta” a non uccidersi da don Mario (Marcello Mastroianni). I due s’innamorano. Lei implora la dispensa vaticana. Ma all’amante in tonaca le gerarchie promettono di farlo vescovo e a Valeria-Sofia restano l’offerta d’un appartamento in affitto e la decisione di neppure comunicare a don Mario il concepimento di un figlio. Anche in Francia, un film fissa la categoria dello spretato (“Le défroqué”), nel 1953.
A singhiozzo la Chiesa è scossa da spinte di prelati più o meno alti, se non imporporati, verso l’apertura al celibato. Esce in Francia nel 2005 l’autobiografia dell’Abbé Pierre, 93 anni, secondo per popolarità solo a Zidane (titolo: “Mio Dio… perché?”), con la professione a favore di celibato e unioni omosessuali e la confessione d’aver «ceduto in maniera passeggera» al desiderio col risultato di rendere «le donne infelici e essere lacerato tra due scelte di vita inconciliabili». Del 2006 è la scomunica di Monsignor Milingo, arcivescovo di Lusaka, fresco adepto della setta coreana del reverendo Moon che ne celebra il matrimonio con Maria. Milingo viene temporaneamente imbrigliato solo dall’acrobazia diplomatica del cardinal Bertone.
LA SUPPLICA DEI LAICI

Ma intanto quel dissenso sul celibato dei sacerdoti fa breccia, risponde a pulsioni che provengono dalle Chiese regionali, specie nord-europee e sudamericane, e all’ansia per la crisi delle vocazioni e i troppi abbandoni. L’odissea matrimoniale di Milingo è definita dal Vaticano «triste vicenda», si è «trovato nella condizione di irregolarità a seguito dell’attentato matrimonio con la signora Maria Sung, incorrendo nella pena medicinale della sospensione». E mentre emergono, con l’urgenza del dramma personale, le storie di altri sacerdoti divisi tra l’amor sacro e l’amor profano, prosegue il dibattito tra teologi e prelati. Nel 2007, il cardinale liberal francese Roger Etchegaray, 85 anni, avverte che la questione «può essere posta», non soltanto come soluzione «al problema della crisi vocazionale». Nel 2009, Carlo Maria Martini suggerisce una «revisione delle norme di accesso al ministero». L’Arcivescovo di Milano ammette che il celibato è «un grande valore e segno evangelico», come lo descrive papa Ratzinger, tuttavia «non per questo è necessario imporlo a tutti», si potrebbero «ordinare viri probati, uomini sposati che abbiano già una esperienza e maturità». Poco prima l’arcivescovo di Vienna ha consegnato a Benedetto XVI una supplica dei fedeli austriaci per l’abolizione dell’obbligo di castità.
IL DOCUMENTO DI RATZINGER

Prese di posizione dettate anche dallo sconcerto per l’apertura del Papa agli anglicani che aspirano a entrare nella Chiesa cattolica, con la concessione di poter valutare «caso per caso» l’ordinazione di uomini sposati. Perché loro sì e noi no?Lo stesso Ratzinger, che pure ribadisce il divieto di sacerdozio per gli uomini sposati, nel 1970 ha firmato un documento in cui chiedeva di aprire il dibattito sul celibato, restando in seguito non pregiudizialmente contrario a ridiscutere anche l’accesso ai sacramenti per i divorziati risposati. Pur costretto a ritrattare, nel 2006 il cardinale Claudio Hummes afferma che il celibato «non è un dogma». Seguono (2011) la lettera di 143 teologi tedeschi, austriaci e svizzeri per svegliare la Chiesa dalla “tomba” del celibato, l’arcivescovo di Barcellona Lluis Maria Martinez i Sistach che nel 2013 indica il celibato dei sacerdoti come «sfida per la Chiesa» (l’essere sposati «favorisce molto di più la dedizione totale al magistero») e l’accorata lettera aperta a Bergoglio di 26 donne italiane per «rompere il muro di silenzio e indifferenza con cui ci scontriamo ogni giorno», vivendo ognuna una «relazione d’amore con un prete». In tanti sono usciti allo scoperto. Nel 2010 19 casi nel Padovano, da don Sguotti camionista per mantenere la moglie Tamara, a don Bollettin sposato con una nigeriana e autore del libro “Bianca e nera. Amanti per la pelle”.