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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

LA NUOVA VITA VALE 105 MILIONI

Il quarto rapporto di sostenibilità del consorzio Ecopneus, realizzato in collaborazione con la Fondazione Sviluppo Sostenibile guidata da Edo Ronchi, dice che il valore economico risparmiato dal Paese grazie al ricupero degli pneumatici usati è stato pari a 105 milioni di euro con il riutilizzo di gomma. Sono stati investiti dal consorzio 66,7 milioni a sostegno delle attività di raccolta, stoccaggio e trattamento, cui si aggiunge l’intervento degli altri consorzi pneumatici come per esempio Greentire ed Ecotyre.
Sono numeri importanti, raggiunti con fatica e impegno, ma non bastano ancora. Aziende e ricercatori studiano nuovi modi di ricuperare gli pneumatici usati.
VIRTÙ PROBLEMATICHE
Non è facile. I copertoni sono prodotti eccellenti: resistono all’abrasione e al taglio, sono insensibili al gelo e al calore, non soffrono l’esposizione al sole. L’ideale quando devono vorticare sull’asfalto e dare sicurezza a chi viaggia.
Ma queste virtù diventano una sofferenza invece quando si tratta di riciclarli perché gli pneumatici usati fanno opposizione tenace ai tentativi di produrre nuovi oggetti.
Per questo motivo i riciclatori (la filiera ha un centinaio di imprese) hanno costi rilevanti di energia elettrica e ottengono prodotti di modesto interesse commerciale. Così – oltre alle pavimentazioni sportive e dei parchetti per bambini, agli arredi urbani, agli isolanti acustici per edifici e agli asfalti a bassa rumorosità – più della metà delle gomme usate (il 64% secondo il censimento del più rappresentativo dei sette consorzi di ricupero, Ecopneus) per ora non trova destinazione migliore all’uso come combustibile di pregio nei cementifici e in qualche centrale elettrica, in sostituzione di prodotti dall’impatto ambientale più pesante come il carbone o l’olio combustibile.
Oggi la tecnologia consente di avere un’orchestra piccola con alcuni strumenti preziosi; bisognerà arrivare a una grande orchestra sinfonica del riciclo.
Una volta, non c’erano alternative e le gomme usate s’accatastavano senza soluzione. Applicazioni modestissime per i copertoni usati erano a esempio l’uso come peso antivento sui teli di fienili e pagliai, come parabordi sui battelli, come combustibile per i falò con cui venivano attratti i clienti lungo le statali. Il resto (cioè quasi tutto) si accatastava senza rimedio.
COME SI RICICLANO
Tolti dai cerchioni delle auto, i copertoni vengono raccolti e portati in centri di smistamento. La prima lavorazione è la stallonatura, cioè si toglie e si destina alle acciaierie il cerchio d’acciaio che, nascosto nel tallone del copertone, fa aderire la gomma al cerchione.
Tolto il metallo, macchinari tranciano il copertone in “ciabatte” di gomma, che contengono parti tessili dei cinturati e ancora frammenti metallici. Il formato delle “ciabatte” può essere destinato all’uso come combustibile nobile.
Per il riciclo propriamente detto serve una frantumazione più fine, che separa la gomma dai frammenti di tessuto e di metallo. Con processi di frammentazione sempre più fine si arriva ai granuli (grandi come chicchi di riso) fino al polverino.
COME SI RIUSANO
Difficile usare la gomma di riciclo per produrre pneumatici nuovi. Le mescole accettano una percentuale minima e poi perdono le proprietà che danno sicurezza ai veicoli. Gli utilizzi principali delle materie ricuperate dagli pneumatici fuori uso sono la realizzazione di superfici sportive (campi da calcio e superfici elastiche), manufatti e isolanti per l’edilizia e gli asfalti. Negli anni scorsi la crisi e la riduzione della spesa pubblica hanno frenato questi mercati. Le norme italiane inoltre pongono seri vincoli a queste applicazioni, vincoli che in altri Paesi europei più evoluti non ci sono.
I granuli sono adatti soprattutto a realizzare le pavimentazioni elastiche per il mondo dello sport, mentre il polverino fine si presta in particolare come ingrediente dell’asfalto ad altissima resa: drenante, silenzioso, duraturo, dall’altissima tenuta di strada. Vi sono produzioni anche di cordoli stradali, spartitraffico, dossi rallentatori e delimitatori di corsie. In agricoltura, le pezzature più grosse sostituiscono la corteccia delle conifere nelle aiole.
Jacopo Giliberto, Il Sole 24 Ore 2/10/2015