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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

SAIPEM SI RIMETTE AL LAVORO PER INCASSARE LA PENALE SUL SOUTH STREAM

C’è un capitolo finito forse nel dimenticatoio nel caso Saipem, eppure non si tratta di un aspetto secondario per i conti della società controllata da Eni. Mentre è partito il conto alla rovescia verso la presentazione del piano «Fit for future» del nuovo ad Stefano Cao, atteso per il 27 ottobre assieme ai conti dei nove mesi, e quando l’attenzione è catalizzata dall’aumento di capitale tra 1,5 e 3 miliardi di euro, i legali di Saipem si sono rimessi al lavoro sulla penale per l’interruzione del contratto South Stream.
La vicenda è nota, ma, avendo registrato più di un ribaltone, vale la pena ripercorrerla. A dicembre scorso Gazprom aveva annunciato il dietrofront sul progetto per la costruzione del gasdotto, cui Saipem stava lavorando dopo essersi aggiudicata contratti per un controvalore di circa 2 miliardi di euro. Pochi mesi dopo, a maggio di quest’anno, il gruppo russo aveva ripreso in mano il progetto, spostando il tracciato verso la Turchia e ribattezzandolo Turk Stream, riattivando parzialmente quello stesso contratto. Poi, improvvisamente, il colpo di scena finale dell’8 luglio scorso, quando a Saipem era stata notificata la termination for convenience del contratto. In chiusura di semestre la società aveva subito cancellato dal backlog 1,23 miliardi di euro relativi alle commesse South Stream. Così è ripartita la negoziazione della penale, che dovrebbe consentire alla società di rientrare almeno dei costi sostenuti a causa del fermo dei mezzi navali da impegnare per i lavori nel Mar Nero, in particolare la nave posatubi Saipem 7000. L’estate appena terminata, perciò, ha dato nuovamente lavoro ai legali. L’obiettivo, secondo indiscrezioni, è arrivare a chiudere il capitolo relativo alla penale per il South Stream entro fine anno. Nel frattempo i rapporti con Gazprom sembrano buoni, almeno stando alle recenti aperture di Alexey Miller, ceo del colosso russo. «Il successo dell’attuazione dei progetti di gasdotti come North Stream e Blue Stream è basato in gran parte sull’alta qualità dell’interazione tra i project partner e i contractor come Saipem», ha detto Miller durante l’incontro di fine agosto con l’ad di Eni, Claudio Descalzi, «Apprezziamo quindi le prospettive di un’ulteriore cooperazione costruttiva con Saipem sui progetti di Gazprom attuali e futuri». Ad alimentare le attese contribuiscono anche le dichiarazioni del governo bulgaro, interessato dal South Stream (o Turk Stream che dir si voglia), secondo cui i tubi del gasdotto sono rimasti nei porti di Varna e Burgas pronti per essere utilizzati.
Angela Zoppo, MilanoFinanza 2/10/2015