Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

PERISCOPIO

Salvini vuole chiudere Radio Padania. È al verde. Gianni Macheda.

Non sono berlusconiano ma sono riconoscente a Berlusconi. Paolo Del Debbio, conduttore tv (Salvatore Merlo). Il Foglio.

Secondo monsignor Paglia il Papa era furibondo con il sindaco della Capitale, Marino. È bello vedere il vescovo di Roma in sintonia con i fedeli. Il rompispread. MF.

«Solleva delicate questioni etiche la trasmigrazione di parlamentari da un partito all’altro». «Vanno considerati voltagabbana o migranti economici?». ElleKappa, vignetta su la Repubblica.

Due le grandi fortune della mia vita: a) nascere povero; b) avere la prospettiva di morire magari benestante, due privilegi che in futuro non avrà più nessuno, le relative prospettive sono oggi invertite. Riccardo Ruggeri. Il Foglio.

Cardinali, sagrestani e portuali hanno smesso di scioperare ma sono nati i Cobas dei dipendenti pubblici. Le signore della borghesia bene non chiedono più «tutto e subito». Le contesse non sputano più sui poliziotti e hanno smesso di mantenere il loro terrorista personale. Bifo rilascia interviste alla tv. Saverio Vertone, Viaggi in Italia. Rizzoli, 1988.

Oggi il premier inglese Cameron, come, prima di lui, Blair, approfitta largamente della rivoluzione thatcheriana. Si può fare lo stesso parallelo con la Germania: la Merkel passa per una cancelliera di ferro, con una grandissima volontà. Ma la verità è che ella approfitta largamente delle riforme che sono state fatte da Schröder. François Fillon, ex premier francese ai tempi Sarkozy. Le Monde.

La storia dell’Italia unita è la storia del trasformismo delle sue classi dirigenti. Nel 1852, quando mancavano ancora nove anni all’Unità e diciotto all’annessione di Roma al Regno, il conte di Cavour s’inventa il «Connubbio», cioè un’alleanza parlamentare fra l’ala più progressista della sua stessa maggioranza e la componente più moderata della sinistra, così da rafforzare la propria posizione, rimescolando, e dunque indebolendo, gli schieramenti tradizionali. Con Cavour, il bipolarismo del sistema politico, e dunque la possibilità stessa dell’alternanza di governo e del ricambio democratico delle classe dirigenti, muoiono ancor prima di nascere; e, al loro posto, s’installa il «centro moderato» come luogo del compromesso e dell’autoconcervazione delle élite. Prima ancora dell’Italia, era nato il trasformismo. Fabrizio Rodolino, L’Italia non esiste. Mondadori, 2011.

Oltre che a Nino Nutrizio mi sono ispirato anche a Enzo Biagi. A Milano era il mio consigliere spirituale laico. «Vi siete voluti bene», mi disse la figlia Bice, abbracciandomi, il giorno del 2007 in cui lo seppellimmo a Pianaccio. Ed è stato davvero così. Sono tornato a trovarlo nel 2013, nella ricorrenza dei defunti. All’arrivo erano già passate le 6 di sera, buio pesto, temevo di aver fatto il viaggio per nulla. Invece il cancelletto del camposanto era accostato. Ho scoperto che i cimiteri di montagna non chiudono mai. Si vede che lì la gente ancora crede nella comunione dei santi. Stefano Lorenzetto. Oggi.

Credo di essermi innamorata di Fellini la prima volta che l’ho visto. Federico era speciale. Aveva una mente complessa, un occhio acuto capace di andare molto oltre le apparenze. Scopriva cose che gli altri ignoravano. Anche se poi affrontava i suoi temi con facilità, rendendoli comprensibili a tutti, non era facile capirlo né lui amava farsi leggere chiaramente. Ha mai ascoltato una sua intervista in tv? Per farsi un’idea, due bastano e avanzano. Io credo di averle viste quasi tutte. Sono melodiose, armoniche, piacevoli. Una serie di parole bellissime e di frasi magnifiche che di lui non rivelano niente. Sandra Milo, attrice (Malcom Pagani). Il Fatto.

Qual è il segreto della Pascale per circuire così, Berlusconi? Alle volte capita di incontrare persone che non ti fanno capire più nulla. La Pascale è per Berlusconi quello che Corona è stato per me. Io subivo il fascino di Corona, lui sapeva come comprarmi, mi chiamava «Tatino», mi faceva le moine. Poi però mi fregava sempre. Soldi, scoop, fiducia. L’ultima volta mi ha chiesto denaro per aprire una panetteria. Non ho più visto né i soldi né una baguette. Quando mi ha tradito, l’ennesima volta, gli ho scritto una lettera molto dura. Non ci siamo più visti. Lele Mora (Selvaggia Lucarelli). Il Fatto.

Durante il giorno i miei occhi sentono il bisogno di mare. La notte, le mie orecchie. Mallok, I volti di Dio. e/original.

Irene Brin teneva rubriche in un sacco di giornali. Lavorava a letto dattilografando rapidissima con le parole tutte attaccate l’una all’altra che poi il suo compagno, Gaspero, staccava con barrette a mano. Si vestiva in maniera incredibile adattando anche il proprio fisico alle varie mode. Ingrassava, dimagriva, si faceva piallare il petto, tingere di bruno o di biondo, sempre nuova, sempre falsa. Non mangiava che poche foglie di insalata, doveva avere lo stomaco ridotto a un pertugio. Indro Montanelli, I conti con me stesso - Diari 1957-1978. Rizzoli.

Mi sono svegliata stamattina con la sensazione che nella mia camera fosse entrato qualcuno. Ma era soltanto il vento, che dalla finestra aperta si era spinto dentro, e gonfiava le tende. Un soffio d’aria quasi fredda, come la mano di un estraneo che ti sfiora all’improvviso. «Io sono l’autunno», ha detto la folata, imperiosa e breve. E se ne è andata, ansiosa di entrare in altre stanze con le finestre aperte, di avvertire: io sono l’autunno, sono arrivato. Allora ho richiuso gli occhi e mi sono tirata addosso le coperte, avendo per la prima volta, dopo mesi, freddo. Marina Corradi. Tempi.it

Il monastero che mi ha più colpito per radicalità è stato Montecassino. Come storico mi ha turbato un fatto: il primo dei B-17 alleati che nel 1944 lo rasero al suolo, con una grandinata di bombe da 250 chili l’una, recava sulla carlinga il numero 666, che è quello della Bestia, dell’Anticristo citato nell’Apocalisse. Dove mi sono trovato meno bene è la comunità di Bose che, diciamo, non mi ha conquistato, uso un eufemismo. Il priore, Enzo Bianchi, sguazza nella mondanità: articoli sui giornali, libri, talk show, premi, conferenze. E infatti il capitolo che gli ho dedicato ha come titolo «Monastero per voce sola». Non credo che ci sia altro da aggiungere. Giorgio Boatti, storico (Stefano Lorenzetto). Il Giornale.

La morte ci fa paura più quando bussa alla nostra porta che quando si siede al nostro capezzale. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 2/10/2015