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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

RIVIVE IL VINILE

Nell’epoca delle tecnologie digitali e delle fabbriche automatiche governate dai robot, andare nel nuovo stabilimento della Independent Record Pressing di Bordentown, in New Jersey, è come fare un viaggio nel tempo. Qui si fabbricano dischi: non cd né dvd ma i vecchi, giganteschi, dischi neri di vinile. Tornati di gran moda negli ultimi anni grazie a un’”élite” di intenditori e di modaioli. Così la domanda ha ripreso a salire e la capacità produttiva dei pochi impianti che erano rimasti in attività è stata rapidamente saturata. Che fare? Riprogettare e ricostruire tutto da zero costa troppo. Le imprese rimaste in attività aprono nuovi impianti, ma li riempiono con i macchinari vecchi ancora in grado di funzionare che trovano nelle fabbriche abbandonate. È questa anche la storia delle presse della Independent. Dave Miller, il manager dell’impianto, ha 62 anni e quelle macchine le conosce bene: aveva lavorato alla loro costruzione quando era un ragazzo, negli anni 70. Dave ricorda di aver stampato con quelle presse i dischi di Saturday Night Fever. Ma poi la tecnologia cambiò, venne la crisi e la sua azienda vendette i macchinari a una ditta canadese. Ora, col ritorno di interesse per il vinile (13 milioni di Lp venduti negli Usa l’anno scorso, il livello più alto dell’ultimo quarto di secolo), Miller si è messo a caccia di presse inutilizzate ma ancora funzionanti. Non è il solo, la concorrenza è spietata: un’azienda del Kansas è andata a prendersi le macchine fino a Chicago, in Illinois, mentre a Nashville, in Tennessee, la capitale musicale d’America, la United Record Pressing ha aperto l’impianto più grande — 30 presse che lavorano 24 ore su 24 — con macchinari che vengono dai luoghi più disparati. Anche l’impianto di Miller è nuovo di zecca, ma le macchine che producono i dischi, comprese quelle recuperate in Canada, stanno insieme per scommessa. Così nell’era dello “streaming” impalpabile e istantaneo, gli appassionati che attendono con ansia i loro dischi si sentono dire che la produzione va a rilento perché spesso la temperatura dell’acqua del circuito di raffreddamento del vinile sale troppo. Bagliori di un’epoca lontana: quella in cui, mezzo secolo fa, le auto si bloccavano in salita perché l’acqua del radiatore andava in ebollizione.