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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

NON DOVE , MA CHE COSA

Con il turismo 2.0 il viaggiatore condivide e crea informazioni in tempo reale, né più né meno come in tutti gli altri ambiti della Rete. Ma l’evoluzione 3.0, in Italia declinata da un gruppo di trentenni con passione e know-how turistico-web, diventa molto più appetibile e coinvolgente per chi ama il viaggio, concretizzata in nuove start up che si sono dedicate ai tre settori maggiormente in crescita del turismo che si prenota on line, settori che anno dopo anno affinano le loro strategie e proposte: turismo esperienziale, culturale e su misura per famiglie. Portali, siti, blog e tanto lavoro sui Social per i nuovi imprenditori convinti che il valore aggiunto sia il servizio perfetto, utile e fino a oggi non disponibile.
Ecco il «cittadino temporaneo»
Sul piano individuale e una volta «on the road», il viaggiatore diventa un «cittadino temporaneo» (sempre seguendo i dettami 3.0) cercando una dimensione locale, un senso di comunità che spesso si è persa nei grandi centri urbani di tutto il mondo: non si tratta più di visitare un luogo ma di viverlo stringendo rapporti umani sia pure nell’ambito temporale di una vacanza. Ma come si diventa cittadini temporanei?
«Il fenomeno è in crescita - dice la modenese Silvia Salmeri fondatrice di “Destinazione Umana” insieme ad altri giovani soci - e l’associazione www.startup-turismo.it nel giro di tre anni ha unito settanta imprese on line con alto contenuto innovativo e dedicate ai servizi per il viaggiatore, quasi tutte nel Nord e molte in Emilia-Romagna». Momento di confronto e di curiosità per i viaggiatori più curiosi è stato lo Start Up Village all’interno del festival No Frills (appena conclusa la terza edizione a Bergamo www.nfexpo.it), dedicato alla tecnologia applicata al travelling, dove una quarantina di nuove realtà valorizzano l’esperienza-viaggio pubblicizzando e offrendo proposte di mete o strutture altrimenti poco visibili nei grandi circuiti commerciali tradizionali.
Esperienze, non destinazioni
«Lavoravo per un’azienda - racconta Silvia - poi mi sono messa in proprio: Destinazione Umana è nata partendo dall’idea che prima della meta bisogna scegliere il tipo di esperienza che si vuole fare». Non a caso la domanda ricorrente sui blog «esperienziali» è «chi vuoi conoscere?» e solo dopo «dove vuoi andare?». «Destinazione Umana» il portale (team di sette persone fra i 23 e i 33 anni) si autodefinisce di «turismo ispirazionale» (www.destinazioneumana.it) e ribalta il classico schema che si basa sulla meta: in prima battuta DU propone stati d’animo e intenzioni e poi le mete declinate secondo quattro categorie: «spiritualità», «innovazione», «cambiamento» e «rurale» indirizzando il viaggio verso determinate strutture con il valore aggiunto di conoscere il titolare di un B&B con una storia da raccontare: nella sezione «rurale» si trova ad esempio Forestcamp, un agriturismo gestito da Marco e Veronica che hanno deciso di trasferirsi a Smerillo (nella zona di Fermo) sull’Appenino marchigiano. A Bosa, in Sardegna Maddalena ha aperto un B&B sui generis: «Dopo due figli e un divorzio mi sono dedicata anima e corpo al mio B&B “Sa Domo e Madalena” con un’idea diversa dal solito: pratico il baratto che mi permette di ospitare persone in cambio di beni e servizi».
Barche e mete da condividere
Nel mare magnum del turismo on line siti o portali creati da Silvia e da altri imprenditori usano lo strumento della start up per offrire servizi ma anche per riunire informazioni omogenee, creando il loro valore aggiunto con pacchetti «taylor made»: è il caso di Musement (www.musement.com/it) una piattaforma online che permette di prenotare e acquistare ingressi a mostre, musei, pass e visite guidate per qualsiasi destinazione mondiale con l’obiettivo di risparmiare evitando le code. Lanciato a Milano nel 2013, il sito offre i suoi servizi anche su Google Play e iOS. Le altre «Best of» che hanno dimostrato di saper affrontare la prova del mercato si chiamano Babyguest (noleggio di attrezzature per l’infanzia in viaggio), Wayonara (condivisione di esperienze con itinerari realizzati dai viaggiatori) e Sailsquare (per trovare una barca o un equipaggio nel mondo della vela) e sono accomunate dall’idea di servizi innovati applicati e al viaggio con una forte idea di community e condivisione di informazioni.
Formule da sperimentare
Di start up in start up si trovano nuove formule di viaggio da sperimentare come quella proposta da www.wanderio.com (selezionata dalla testata on line specializzata startupitalia.eu) che per qualsiasi destinazione paragona il miglior itinerario, integrando tutti i mezzi di trasporto disponibili per giungere a destinazione con il minor costo possibile. Sono invece le attività creative (prenotabili in tutto il mondo) il focus di Pecoraverde.com con l’ironico hashtag #fuoridalgregge che propone escursioni, immersioni e visite guidate scegliendo dal proprio catalogo on line, dai parchi italiani ai safari in Kenya. Per i trentenni il «fare impresa» digitale passa anche dalla constatazione che la quota di visitatori che ogni anno arrivano in Italia acquistando servizi dal web è del 26% contro una media Ue al 49 per cento. E secondo i dati dell’Osservatorio Innovazione digitale nel Turismo del Politecnico di Milano, il mercato digitale dei viaggi on line vale 9 miliardi di euro all’anno, incidendo per un quinto sul giro d’affari italiano del turismo. Segnali raccolti dal «Decreto Cultura e Turismo» ( 2014) che ha riconosciuto le start up turistiche come tipologia innovativa, al pari di altri settori high-tech strategici per l’economia nazionale.