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 2015  ottobre 02 Venerdì calendario

EFFETTO NOTTE


Tre del mattino in un piccolo autogrill. La signora dietro il bancone batte lo scontrino e serve il caffè con uno stanco sorriso. «Ma è sola?», chiediamo. «Certo», risponde, «tutte le volte che faccio il turno di notte». «Non ha paura?». «Un po’, ma bisogna pur lavorare». Prosegue: «Pensi che una collega stagionale ha rifiutato l’assunzione a tempo pieno proprio perché non se la sentiva di restare qui da sola tutta la notte...».
C’è da capirla, del resto. Non è stata un’estate facile, per le aree di servizio autostradali. Per diverse settimane, tra luglio e agosto, banditi armati di pistola hanno imperversato sull’A14 Bologna-Taranto nella zona di Foggia, assaltando gli autogrill Daunia ovest e Saline ovest, minacciando i dipendenti e portando via soldi, sigarette e schede “gratta e vinci”, per poi rubare denaro anche ai benzinai. A Saline est le cose sono andate peggio, perché i malviventi hanno pure picchiato il barista. Solo a metà settembre, la polizia stradale, dopo aver rafforzato i servizi, è riuscita ad arrestare tre malviventi, intervenendo nel corso dell’ennesimo assalto alla cassa del distributore di Daunia est.
Casi isolati? A scorrere le cronache non si direbbe. In maggio, nell’area Sant’Eufemia ovest (diramazione per Ravenna dell’A14), si sono vissuti momenti di terrore quando un rapinatore solitario ha minacciato con un coltello due bariste per poi chiuderle nel retro del locale e fuggire con un bottino di 2.000 euro; l’area, per inciso, era già stata oggetto di tre assalti nel 2014. Sempre in primavera, la Stradale di Seriate (BG) è riuscita a catturare un rapinatore seriale, accusato di quattro colpi notturni ai danni di altrettanti autogrill dell’A4. In gennaio, invece, i Carabinieri di Arezzo hanno assicurato alla giustizia una banda di rumeni che, da un autogrill della E45 Ravenna-Orte, avevano portato via un bancomat con 60 mila euro. Mentre all’autogrill Civita sud (A24 Roma-L’Aquila), durante una rapina, è stato esploso un colpo di fucile per intimidire l’addetto ai rifornimenti.
L’elenco di episodi potrebbe continuare, ma basta affidarsi ai racconti del gestore di una stazione di servizio dell’Autosole per capire le difficoltà quotidiane di chi opera in autostrada. «Le condizioni di sicurezza del nostro lavoro», racconta mentre tiene d’occhio il viavai di auto al distributore, «sono in continuo peggioramento. E non è solo una questione di rapine: è uno stillicidio continuo di persone che rubano merci dal negozio, che fanno rifornimento al self-service e poi non hanno soldi per pagare, che usano carte di credito scadute e sostengono di non avere contanti... Per non parlare dei pullman dei tifosi che, quando arrivano in massa come in occasione di certe partite, rubano, spaccano, spaventano gli altri clienti e se ne vanno indisturbati». E la polizia? «La chiamiamo, ma fa quello che può: ci chiede di sporgere denuncia, usa le immagini delle telecamere, ma il loro personale è sempre poco, le pattuglie sono lontano o impegnate per incidenti... Ma che cosa possono fare due agenti contro centinaia di tifosi scalmanati? Si cerca almeno di evitare violenze...».
E non sempre ci si riesce, perché «un altro problema serio sono anche i camionisti che, di notte, non parcheggiano gli autotreni negli spazi designati, ma dove vogliono, invadendo i piazzali senza lasciare il passaggio per le auto: e qualcuno che ha protestato si è preso pure dei ceffoni».
Rafforzare le misure di sicurezza, però, ha un costo che i gestori delle stazioni di servizio faticano a sostenere: «Il margine», racconta il gestore, «è ridotto al 3,2-3,4% di quanto incassiamo. Con questo, dobbiamo far fronte alle nostre spese (3.500 euro al mese di energia elettrica, 1.500 di acqua...), pagare il personale, anticipare 60-70 mila euro per ogni autobotte che scarica i carburanti. Abbiamo già tirato fuori, di tasca nostra, 12 mila euro per le telecamere di sicurezza: che cosa possiamo fare di più?».

UNA DONNA IN MEZZO AL NULLA
La preoccupazione, dunque, è tangibile. Anche nei sindacati, che hanno ben presente la questione del lavoro solitario notturno. «A fronte del calo dei fatturati», spiega Cristian Sesena della Filcams-Cgil, «le aziende hanno ridotto all’osso il personale, lasciando di notte in certe aree un solo dipendente a presidiare la struttura: spesso, visto che più della metà dei lavoratori del settore è femminile, si tratta di donne. Le alte royalty pagate alle società autostradali sono uno dei motivi (ma anche una delle scuse...) che frenano gli investimenti per la sicurezza». E a rimetterci, sottolinea Sesena, sono pure i clienti: perché i rischi, nelle aree di servizio deserte, diventano alti anche per chi tira fuori il portafogli per pagare il caffè o fare il pieno.
Pierpaolo Portacci, che presiede l’Associazione nazionale dipendenti Autogrill, spiega: «L’azienda applica la normativa vigente in materia di formazione, prevenzione e protezione dei lavoratori, che si somma all’operato degli uomini della polizia; tuttavia, il lavoro notturno sull’intera rete autostradale è una realtà rilevante perché, negli ultimi anni, la situazione economica ha indotto a effettuare tagli di personale soprattutto nelle ore che portano meno profitti. Quando il dipendente è solo, però, diventa più critico allertare i soccorsi in caso di necessità; molti provano una sensazione di disagio che definiscono “paura” e che aumenta con il crescere del grado d’isolamento della struttura. Del resto, dall’inizio dell’anno sono diverse decine gli episodi registrati sull’intera rete autostradale. Servirebbe il ritorno a una turnazione a due e la scelta del lavoro notturno dovrebbe essere volontaria, con preferenza per il personale maschile».
Dal canto suo, Autogrill sottolinea al proposito come «per la società, le attività di prevenzione e gestione delle tematiche relative alla sicurezza rappresentino da sempre una priorità: negli anni sono state sviluppate e implementate misure concrete, anche in coordinamento con le autorità che garantiscono la pubblica sicurezza. Per esempio, sono stati introdotti strumenti ad hoc per gli operatori, in particolare per quelli che lavorano con monopresidio notturno, che permettono di attivare l’intervento immediato della polizia stradale, in caso di aggressione e rapina, e dei soccorsi, in caso di malore e infortunio».

ALTRI TAGLI IN VISTA
Il fatto è che il futuro ci riserva aree di servizio autostradali sempre meno popolate. La crisi ha fatto precipitare i fatturati dei punti vendita, al punto da farne chiedere la chiusura. Alla quale, in molti casi, si arriverà presto: è di agosto il piano di ristrutturazione del ministro delle Infrastrutture e di quello dello Sviluppo economico che sancisce la fine delle attività entro il 2018 in 25 aree di servizio delle 463 presenti sulla rete autostradale. Inoltre, di notte, in altre 71 è prevista la “selfizzazione” del rifornimento dei carburanti, insieme con la chiusura dei punti di ristoro, mentre in ulteriori 14 il self-service riguarderà sia il distributore sia la ristorazione.
Significa che su quei piazzali, nelle ore più critiche, ci sarà una sola persona (il minimo imposto dalla normativa), a presidiare le pompe. Un po’ poco, anche per chi deve fermarsi, estrarre contanti o la carta di credito e fare il pieno. Sperando che, dal buio, non spunti qualcuno armato di cattive intenzioni.