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 2015  settembre 13 Domenica calendario

A KOSTROMA L’ULTIMO POLITICO CHE ANCORA OSA SFIDARE PUTIN

I tentativi di Ilya Yashin di farsi ascoltare a un comizio a Buy, derelitta città nel Nord della Russia, sono la migliore testimonianza delle formidabili sfide che l’opposizione russa deve affrontare dopo 16 anni di governo autoritario di Vladimir Putin.
All’arrivo del critico del Cremlino nel cortile di un dilapidato complesso residenziale di epoca sovietica ci sono solo sette anziani pensionati.
Senza lasciarsi scoraggiare Yashin – che corre alle elezioni municipali a Kostroma, regione depressa a 450 chilometri a Nord-Est di Mosca – parte con un discorso appassionato, accusando i rappresentanti locali del partito putiniano di corruzione sistematica: «Venite derubati, vogliamo costringere l’amministrazione locale a utilizzare i soldi dei contribuenti per migliorare la vostra vita e non per riempirsi le tasche come hanno fatto per anni», dice ai vecchietti.
«AL SOLDO DELL’AMERICA»
Una donna replica accusando il giovane politico di essere al soldo dell’America, nemica della Russia, un’illazione ripetuta senza sosta dalla propaganda televisiva dello Stato. Alla fine del comizio i volontari della campagna di Yashin devono spiegare più volte alle due babushke un po’ confuse dove mettere la croce sulla scheda elettorale: «Numero 15! Deve solo ricordare il numero 15, è facile, è l’ultimo sulla scheda. La prego, non se lo dimentichi».
Kostroma è l’unica delle 25 regioni che eleggono oggi i parlamenti locali dove il partito di opposizione Parnas ha avuto il permesso di partecipare. Il 32enne Yashin è uno degli appena sei candidati dell’opposizione per un totale di 187.121 aspiranti deputati locali. Le autorità hanno impedito al partito di correre in altre due regioni.
SCHIACCIARE IL DISSENSO
Yashin, da anni critico di Putin, è l’unico oppositore relativamente noto a candidarsi, ma fuori Mosca quasi nessuno ha mai sentito parlare di lui. Il divieto mostra l’ansia del Cremlino di schiacciare ogni dissenso nel momento in cui il Paese sta attraversando la peggiore crisi economica dall’arrivo di Putin al potere, nel 1999. «Sono praticamente bandito dalla tv locale, è in corso una massiccia campagna di diffamazione contro di me e i militanti pro Cremlino cercano di mandare all’aria i miei incontri con gli elettori», racconta Yashin. «L’unico modo di raggiungere gli elettori è incontrarli faccia a faccia. È terribilmente ingiusto, ma la scelta è questa: o si va via dalla Russia, o si fa tutto quello che si può anche se tutto è contro di voi. Resto qui per battermi».
ISPIRATO DA NEMTSOV
Il giovane politico è stato ispirato a partecipare alle elezioni locali da Boris Nemtsov, il leader dell’opposizione ucciso a colpi di pistola fuori dal Cremlino nel febbraio scorso. Nemtsov, ex vicepremier, aveva vinto le elezioni municipali a Yaroslavl, la regione vicina a Kostroma. «Ci ha mostrato che si può agire anche a livello locale», spiega Yashin, che era molto amico di Nemtsov: «Nelle regioni possiamo diventare una spina nel fianco del governo».
Una delle regioni russe più pittoresche, Kostroma è anche una delle più povere, al 73° posto su 85 nella classifica dello sviluppo economico nazionale. Piccole città con nomi tratti dall’utopia sovietica come Rai (paradiso) sono diventate comunità devastate dalla disoccupazione e dall’alcolismo. Il salario medio mensile è di 300 euro. Gli elettori ai mini-comizi di Yashin l’hanno portato a vedere androni fatiscenti e infestati da topi, non restaurati da decenni. «Tutto va in pezzi, siamo il Paese con le più grandi risorse naturali al mondo e viviamo quasi in miseria», si indigna Olga Vassilieva: «Perché? Perché i burocrati pensano solo a rubare».
IL PARADOSSO
Russia Unita, il partito al governo che appoggia il Cremlino, ha perso terreno negli ultimi anni. Man mano che molti russi cominciano ad avvertire il peso delle sanzioni occidentali per la guerra in Ucraina e della drastica caduta del prezzo del petrolio i burocrati filogovernativi diventano sempre più impopolari. Ma in un paradosso che spiazza i suoi critici occidentali, il crescente scontento in regioni povere come Kostroma non ha intaccato la popolarità di Putin, che resta sopra l’80%. «Affrontare il sistema autoritario e corrotto di Putin è una sfida immensa», dice Yashin. «Ma è in posti come Kostroma che possiamo iniziare a scalfirlo. Non ci tireremo indietro, non importa quali trucchi sporchi useranno contro di noi. L’omicidio di Nemtsov non ci ha spaventati, e a questo punto nulla può farci paura».
Mark Franchetti*, La Stampa 13/9/2015
*Corrispondente da Mosca per il Sunday Times di Londra Traduzione di Anna Zafesova